273 MDXXVI, NOVEMBRE. 274 taiapiera numero 200, come ho dillo di sopra, qual montagna va a riferir a Riva di Trénto. Sono fanti al numero 15 milia, hanno habuto per paga raynes 4, do in danari et do in tanti panni; li qual dinari haver cavati il capilanio Zorzi de tanti arzenti di le chiexie. Le genie erano a Maran et Bolzan, erano bandiere numero 14, sono andati per la Valtolina et se dovevano venir a incontrar su le terre de veneliani. In Trento veramente sono fanti 150 lombardi, quali venero con todeschi venero di Cremona, et sono tutti cremonesi. Non li hanno voluto menare con loro le gente alemane per esser lombardi ; ma solurn hanno menati tutti quelli havevano archibusi. Il capitanio loro si è missier Lunardo Felzer, come altre volle ho scritto a V. S., et • manda fama voler far bandiere do per la guarda di Trento. Le artellarie carge sono rimaste sopra la piaza del castello; le barche et za tre sopra l’A dexe al loco solito. A Maran et Bolzan non sono fantarie nuina. Sono in Trento sopra le strade carette zerca 100, quale havevano fatte vegnir per menar le artellarie; ma hanno menato tulli li cavalli con basti, sopra li quali hanno conduto vituaria polvere et qualche archibuso et falconeto. Aspecto dui altri mei nuntii, de li qual, havendo cosa alcuna, immediate darò notitia a V. S., a la qual mi ricomando. Ex Cismono, die 19 Novembris 1526. Sottoscritta : Di V. S. servitor Sebastian Rovello. Da poi disnar, fo Collegio di Savii ad consu-lendum. Di Lacise, di sier Agustin da Mula prò-veditor, fo lettere di 19, hore .... Come era zonto 11 Jacometo da Novello, Vigo da Bagnaca-vallo et Alvise da Tiene con zerca fanti 400, quali li ha inviali “verso Salò per il lago. Inimici sono ancora a la volta di Gavardo. Del proveditor generai Pexaro, di Lonà, a dì 19, hore 1 di notte. Come, havendo il signor Camillo con le zenle sue et altri fanti combattuto et scaramuzalo con li fanti alemani al loco del Boaro aziò non venisseno a la volta di Salò, dove è stati morii 6 di nostri et molto più di soi, et li ditti par habbino tolto la volta di sora di Salò verso Valsabia, dove voglino andar non si sà, per il chè è venuto lì a Lonà con parte di le zenle et I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XLIJI. qui si farà la massa. Scrive saria bon si mandasse qualche homo da capo da mar per metterlo sopra le fuste del lago armale. Fo scritto per Collegio al Podestà et capitanio di Bassan, che Marian Corso legni con lui a quella custodia solurn 25 fanti, dandoli ducali 1 per uno. Copia di una lettera scritta per il locotenente 151 del conte Cristoforo Frangipani, data a Temogia, adì 22 Octubrio 1526, ricevuta a dì 20 Novembrio 1526. Magnifico missier Zuan Antonio honorando maiore. Credo che a V. M. non è ussito di memoria che l’anno passato io mandai uno trameso a V. S. 10 quale mi mandò da Buda el mio gracioso signor, e patron signor conte Cristoforo, zoè certi fiaschi di stagno ; al che V. M. me rescrisse una sua regra-ciandome etc., et pregandomi, acadendomi qualche nova, io volesse dar aviso a V. M. Io conoscendo che continuamente, da poi la caplura del mio gracioso patron, V.* M. è stata intrinseco amico de sua signoria, et sua signoria a Vostra Magnificenlia per 11 servici et apiaceri a sua signoria prestati da V. M. in la carzere sua, et io essendo de continuo svi-serato amico et servitore alli benevoli et bene fa-cienti del granosissimo patron mio, son stalo sforzato etiam da uno intenso amore eh’ io porto a V. M. de una tanto picola remuneralione a quella, quanto sarà questa di partecipare queste nove successe in questo disgraziato regno de Hongaria, le quale prego V. M. le acetti da me come da uno suo bon amico et grato servitore, etiam ancora pregando V. M. quella non mi voglia far autore per molli miei respetti, che così ricerca il dover di l’amico. El questo son certo farà V. M. et per P avenire mi causarà darli continui) notizia de più nove, sperando io captar maior benivolentia con Vostra Magnificenlia. Prima io credo sia benissimo nolo a Vostra Magnificenlia la venuta del Gran Turco in queslo regno, et come el passò el fiume della Sava et si acampò a Pelervaradino et quello expugnò per 8 giorni et lo prese et amunite el comenzolo fortificar et fortifica hozi die, dove processe più avanti et si acarapò a uno loco ditto Yloo, lo quale etiam expugnò per forza et feze el simile come a Peter-varadino fortificarlo et amunirlo: ne li qual dui lochi taió a pezi femene et homeni, servò solum li puli. Questi dui lochi son sopra el lito del Da« 18