363 MDXXVI, dicembre. 364 lettera scrive. Come Hironimo Moron di castello di Milan li ha scritto haver tolto laia ducati 40 nii-lia, pregandolo a prestarli ducali 11 milia et man-dargeli per il messo. Et soa excellentia noti voi il messo torni acciò non referissa come sta Cremona ; ma li ha risposto meravigliarsi hahbi tolto tanta laia, et è desideroso a farli cosa agrata, ma non vo-ria, mandandoli danari, quelli eapitasseno in man de inimici, et con il suo tarli la guerra. 208 Die 2 Decembris 1526. In Ilogatis. Ser Zaccarias Bembo, Ser Thomas Contareno, Ser Gabriel Mauro eqties, Ser Johannes Natalis Salamono, Ser Franciscus Mauroceno, Sapientes terrae firmae. Nell’ ofieio nostro di le Cazude, se atrovano bona summa di debitori creali inaliti l’incendio di Rialto, li debili de li quali non se possono veder liquidi et netti, per non esser le scripture in prom-plo et esser quelle brusate ut supra, acleo che pochissimo o nulla si scode, cum non piccola molestia delli prefalti debitori, i quali tulli quasi sono sta per li scrivani del ditlo offilio da poi lo incendio prefatto falli debitori come da loro, et non cum alcun veridico fondamento ; la magior parie de li quali debitori affermano haver pagato ; ma non lo poter monstrar per il brusar de le scripture di lo officio predillo, et molti etiam di loro hanno pagate doe volte cum minimo over niun beneficio di la Signoria nostra, non essendo sia tratto per tal conto danaro alcuno, ma fatti alcuni pochi sconti et pagamenti di scriture, come chiaramente si vede ; et cosi medesimamente succederà nell’ advenir se non li vien fallo qualche provisione, per la qual li debilori prefalti con qualche loro comodità habino a satisfar li debiti sui, et al proposilo di la Signoria nostra sia comodarli a fine che la se possa servir del danaro ; però : L’anderà parte, che tutti li debitori del prefalo officio di le Cazude che erano debilori avanti l’incendio et sono sta fatti da poi lo incendio di Rialto per auctorità di questo Conseio, possine pagar li lor debiti creati avanti l’incendio ut supra in termine de mexi 4 di tanto cavedal di Monte novo; el qual termine passato, et non havendo pagalo ut supra li dicli sui debiti, debano esser astretti pagarli la rnilà in danari contadi, et l’altra milà cum tanto cavedal di Monte novo. De parte 170 De non 16 Non sincere 4 Di Crema, di sier Andrea Loredan pode- '209>) stà et capitanio, di 30. Come ho scritto, mandò questa relatione. Il strenuo domino Pietro Renesi capo de stralioti relaxato da Milano heri da terza, refferisse tutte le genie erano in Milano dimane devono ussir et aviarsi passar a la Stella cum quelli di Pavia ; che in Milano non resta soldato alcuno salvo che quelli del castello, che lassano, fornito Pavia, Alexandria, Como, Trezo et Leco, volendo andar per congiongersi cum li lanzchenech che exi-stimava sariano da 10 in 12 milia, che dicevano. Uniti che i sarano cum li lanzchenech, andariano a Roma et cazar il Papa et torgli il sialo de fiorellini, el sta instade tornar contra venitiani. Che l’armata havevano combatuto longamenle, et non sapevano chi havesse haulo vicloria, che loro dicevano li soi, tamen che ’1 leniva per certo l'usse 1’ oppo-sito, perchè se l’armata loro fusse stà superior, altre dimonstratione hariano facte, et si aspecta 2000 fanti grixoni che fece la monslra a Coyra col eapilanio Tegen, nel qual loco era monsignor Moreleto cum danari per sguizari. Da Biasenza, di 29. Si ha aviso, come el Vi-zardino, che andava alla volta di Ferrara per l’apon-tamento, è stà mandato a incontrar per el signor duca di Ferrara et facto ritornar, decorandoli esso Duca esser imperiale, et che Cesare lo investisse di Modena et Rezo, et da una sua figliola bastarda, over adoptiva al primogenito del prefato signor Duca. A dì 3. La mattina, vene in Collegio Io epi- 2102) scopo di Raius orator del re Ghrislianissimo, qual ha haute lettere di Franza del Re, el disse di la bona mente di Soa Maestà a le cose de Italia, nè è per mancar di danari, zente et quello acaderà. Vene etiam il Legato del Papa, qual parloe zer-ca le zente se dia mandar di là da Po ; haver lettere di Ravena, che richiede se li mandi salnitro. Il Serenissimo disse che non si poteva. Et l’oratore di Franza monslrò una lettera di Roma del signor Alberto da Carpi, il qual scrive a Madama in Franza che la Signoria desidera far le (1) La carta 208* è bianca. (2) La carta 209* è bianca.