309 MDXXVI, NOVEMBRE. 310 tulio il paese, hanno oltenulo, come scrissi heri, che’l signore gli ha mandate delle barche per passare il Po a Borgoforte; ma questa matina anzi il giorno si sono levati et andati via drieto al Po per terra, senza passare altramenti, et vanno verso Go-vernolo. Questa sua mulatione, chi dice l’hanno fatta volontariamente, et chi dice l’hanno fatta per forza, perchè se cominciavano a passare il Po erano in pericolo di essere assaltali dal campo de venetiani, come havessero passata una parte. Altri dicono questa esser stata deliberatione di così fare el di andarsene verso Ferrara, perchè sperano bavere il Duca dalla sua, et se ne fa qualche argomento, che 171 questa notte a Borgoforle sono aggionti dui zenti-lhomeni del duca di Ferrara; ma quelli che dicono il Duca stare da la meza, dicono che erano venuti per raccomandarli le terre del Duca se passavano il Po, zoè Berselli, Rezo et altri lochi di esso duca di Ferrara. Il Varalo ha preso la rochela di Borgoforte, che è oltra il Po, et la tiene. Si dice ha fatto venire certa artigliaria leggiera da Carpi ; ma penso non babbi tanto tempo di passarla di qua, che venetiani troppo presto sono agionti a Borgoforte. Poi è venuto nova che si sono attaccati con la coda o reguardia de lanzchenechi, et hora è ìntralo in Mantoa uno de li cavalli legieri del signore Giova-nin et uno capitanio de fanlarie de venetiani, ambedue feriti, et dicono che quando loro forano feriti, già erano amazati più de 300 lanzchenechi, et che tuttavia il duca di Urbino li seguitava. Hora, 10 son stato fuora di la porta che va a Governolo et Borgoforle, et ci era in compagnia messer Be-neto Toso et messer Francesco Sfondrato. Ilavemo sentito gran tirare de archibusi, che pare un fatto d’arme, et tutti quelli che vengono, dicono sono attachati. Infine, se il signor duca de Urbino pò ottenere, o di non lassargli passare il ponte da Governolo sovra 11 Miniio, o che se ben passano non gliel lassi rompere, si crede che domani si farà una gran giornata. Se coifclude, che se’l campo de venetiani non gli veniva alla coda, costoro volevano passare Marcaria et andare per il cremonese a Pizigatone, et ivi passare Ada et andarsene a Pavia. Da Ferara si ha, che’l Guizardino non gli è andato altrimenti, et questo mi fa dubitare eie. 172i) A dì 25 Domenega, fo santa Catarina et fo grandissimo fredo. (1) La carta 171* è bianca Di sier Agustin da Mula proveditor generai, date a Peschiera, a dì 24, hore 4. Scrive, come havia hauto la lettera di la Signoria nostra, et in caso l’intendesse el procurator Pixani esser venuto col Capitanio zeneral che lui passi et vadi in campo a star col marchese di Saluzo, fin haverà altro ordine. Unde risponde, non saper come governarsi perchè non sa nulla del Capitanio zenerale, nè s’el proveditor Pixani è con lui; però richiede ordine expresso etc. Scrive del zonzer quel zorno lì il cla-rissimo procurator Pexaro, il qual vieti a repatriar, et è partito in letica per Verona. Scrive, in questa hora quatlro di notte è gionto uno mio spazato a posta, qual è Zuan Coroneo, mandato a seguitar li inimici con reportarmi poi il successo. Referisse, li inimici questa matina esser levati da Rivalla et sono arrivali ad un loco ditto Quartaron, mia tre lontan di Mantoa, et loco per loro forte per li paludi. Et per uno todesco preso, si ha che li ditti inimici vo-leno passar Po et andar a Milano. Item il Capitanio zeneral a dì 23 alozò a Casteluzo mia 8 lontan di Mantoa, et il signor Janus si duol di esso Capitanio. Da Brexa, di sier Piero Mocenigo capitanio, di 23. Come hanno, inimici questa preterita notte sono allogiati a Gazoldo su la strada se dice la Levata, per andar a Marcaria e Ponte de Oglio. La compagnia del signor Mercurio e’1 signor Alvise de Gonzaga se dieno spinger avanti da poi reposati un poco a Acquanegra. Et da poi li ditti inimici hanno inteso esser seguitati da li nostri et hanno mutato proposito, et indrizano il suo camino a Rivolta per andar a la volta di Borgoforte su la ripa di Po. Il suo forier si è il conte Lodovico di Lodron. Item, manda una lettera hauta da conte Antonio Maria Avogaro, qual dice cussi: Clarissimo signor mio observandissimo. Questa è per advisar vostra signoria, come heri sera lardi veni qua, et giontovi mandai subito uno messo dal signor Alovisio Gonzaga per intender di meglio qualche cosa, dove il messo ha ritrovato messer Oratio del signor duca de Urbino, qual mi advisa, come li inimici sono questa notte firmati a Rivolta di Mantoana, et che lo prefato illustrissimo signor Duca, questa matina tre hore avanti giorno se incamina alla volta de dicti inimici, et crede Sua Excellenlia li aggiongerà alle Ire hore de dì, et sarà con essi alle mano ; et che epsi signor Alovise et messer Orazio montavano a cavallo alle 8 ore, in-caminandosi pur a la volta de inimici. Et io parimente ho lettere del prefato excellentissimo si-