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MDXXVI, NOVEMBRE.
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Capilanjo zeneral fin do zorni tornerà in campo, el andar per parlar al Guizardini. Scriveno, sono per mudarsi di alozamenti el andar alozar fra Pavia el Milati fra do zorni, et hanno ragionato di mandar una quantità di zente in Lomelina per veder di de-vedar le vittuarie che per quella via vanno in Milano. Item, il marchese di Saluzo havia proposto di far restar lì in Lomelina li 100 homeni d’arme che l’aspeta a venir di soi cavalli lizieri et fanti, senza sminuir del campo le zente; el zerca mandar esercito a la impresa di Zenoa, hanno lermìnà non ne parlar per adesso fin non si veda quello faranno questi lanzinech volevano venir in Italia. Item, hanno hauto 8000 scudi di Pranza. Scrive, li ispani sono venuti fino su li alozamenti a scaramuzar ; ma nulla hanno facto.
    Vene in Collegio monsignor di Baius orator di Pranza, per saper di nove.
    Vene l’orator di Ferrara per cose private.
   Di Padoa, di sier Pandolfo Morexini podestà et sier Hironimo Loredan eapitanio, di Iteri sera. Mandano uno reporto di uno vien di Trento, come era stà dato a li lanzinech 4 raynes per uno et aviati da Trento in qua a la volta di canal di la Brenta: chi dice calerano per Valsugana; et che’l eapitanio Zorzi Fransperg a di 2 zonse a Boi zan, et che’l conle di Lodron era zonto a Trento in posta con danari, et era stà fatto piìbblice una proclama che danno lì territori di la Signoria a saco, et è slà comandà 2 homeni per caxa et li davano danari, et comenzano a zonzerne a Perzene.
   Da Vicenza, di sier Zuan Contarmi podestà, di heri. Come il signor Camillo Orsini zonse lì, et visto la città et lì lasava Cesare Fregoso zonto etiam de lì con la soa compagnia, et lui era partito per andar a veder lì passi per dove li lanzinech po-triano calar.
   Di sier Hironimo Zen eapitanio di Vicenza, da Schyo, di heri. Con li avisi in conformità notati di sopra, et di più una zonta,che per la strada di qua da Trento tutte le hostarie erano piene di fantarie et li afirmavano a li hoslì ne venivano di altri. Hanno barche assai su cari et 36 carete, su le qual artellarie, molte di le qual grosse, et erano con loro assà venturieri.
    Vene sier Agustin da Mula electo Proveditor zeneral di qua da Menzo, che heri tolse rispetto di risponder questa matina, dicendo, ancora che non sia soa provision dì esser in campo acetava aliegra-mente, et era presto a partirsi, et fo balolà due.. . . et andò a li Camerlenghi a tuorli.
    Fo expedito 500 fanti al signor Camillo Orsini, qual ha scritto li basta l'animo averne di boni fanti, et cussi mandarà li capì a tuor li danari et andarli a far.
    Da poi disnar fo audientia di la Signoria et Collegio di Sa vii.
   Di Bassan vene lettere del Podestà et capi-tanio, di heri, hore . . . Manda una lettera haula di Trento da frate Ottavian di l’ordine di San Francesco, di 4; li avisa di quelli successi di lanzinech, ut m ea.	*
   Di Camillo Orsino, da Vicenza. Come era stato lì et visto la terra, et volendo fortificar quella terra saria di tuor il monte dentro, et come havia ordinà si fazi alcuni bastioni.
   Di Cataro, di sier Domenego Gritti rector et Proveditor. In materia de sali che vien conduti de lì da la Zefalonia per uno fo bandito da Cataro, et li vendeno, et impedise il vender di sali di la Signoria nostra et del Turco.
    Fo per Collegio, per li Savi, scrito in campo mandino con diligentia le zente ordinate mandar a la volta di visentina, et più numero perchè li lanzinech calano, et si manda li reporti.
    Fo scritto a li reclori di Verona, che li fanti del campo zonzerano, li debano meter a custodia di passi, et quelli sono lì in Verona subito li invii a la volta di visentina, perchè eusì ha richiesto el signor Camillo Orsini sono lì in visentina.
    Fo scritto a Vizenza, come se li manda a quel Podestà ducati 2000 di quali pagi li fanti faranno quelli 12 capi electi di quelli cìtadini, dando solum a li fanti ducati uno per homo.
    Fo scritto a sier Alvise Bragadin podestà et eapitanio dì Treviso, che Zuan Droneo et Piero Pari-soto capì di cavalli lizieri, quali dieno venir con loro compagnie lì a Trevixo, subito zonti li inviino in bassanese senza alcuna dimora.
    Fo scritto al Podestà et eapitanio di Bassan che zonli saranno dicti capi, li mandino a li passi di canal di la Brenta, et volendo fanti scrivi ete.
    Fo scritto al duca di Milan una lettera in laude del Taverna stato suo orator qui, qual si ha portato benissimo; el qual partì questa sera per Cremona. Et sier Francesco Morexini savio a terra ferma li portò a donar a caxa per nome di la Signoria la cadena d’oro; el qual ringratiò molto queslo Stado.
   Adì 6 fo San Lunardo.La malina fo lettere di JJdene di 3. Con vari reporli. La copia di qual saranno qui sollo scritti.