389 MDXXVl, DICEMBRE. 390 Del signor Camillo Orsini condutier nostro vien a Padoa, fo lento una lettera. Zerca Bergamo et quello li par per fortificarlo. Di Mantoa, del proveditor Mula, di 5. Il Duca a dì 6 partiva per Sonzin pgr abocarsi con il Saluzo, et lui Proveditor et Malalesta Baion anda-riano con le zente facendo la via di Pontevico per andar sul cretnaseo a conzonzersi con il resto del campo ; et il Capitanio ba scritto le zente nostre è sul veronese, vengino sul brexan. Di Mantoa, di sier Andrea Zivran proveditor di cavalli di stratioti. Scrive come non si fa nulla, et il Duca sta a piacer con sua moier lì. 223 Copia de una lettera scritta per lo illustrissimo duca di Urbino capitanio zeneral nostro, data a Mantoa a li 4 de Decembrio 1526, drizata a domino Baldo Antonio Falcutio orator suo in questa terra. Nobilis dilectissime noster. Dappoi che mandassemo missier Horatio a fare intendere a quella Illustrissima Signoria il successo di queste cose qua fino alla partita sua, stando noi in expectatione del ritorno suo, col voler di quella vene a trovarci questo clarissimo missier Agustino de Mula, che bora è qui, dal quale intendessimo quanto da essa Illustrissima Signoria havea in commissione de dirci. Sopra il che rispondessimo a Sua Magnificentia largamente quello che ne occorreva, come siam certi che per lettere sue et nostre quella Illustrissima Signoria habbia a questa bora inteso. Resta mò che quella sappia li andamenti de’ nemici, et il parer nostro sopra ciò, onde vi diciamo che essa Illustrissima Signoria dovete intendere dal prefato missier Horatio come, voltando li nemici abasso et più tosto con fuga, come apertamente si vedeva che con altro andamento, il parer nostro fu di seguitarli con passar Po el con ogni altro modo che fusse stato necessario per assicurare le cose di quela et per non dar tempo alli nemici de reeognoscersi ; il che se veniva a fare senza alcun risigo. Et per questo designavamo fare il ponte a Burgoforte. Et perchè in le cose della guerra bisogna mutarsi secondo le occorenze, essendo che nemici quali nel passar di Po hanno ripigliale et acresciute forze per denari et artellarie che hanno havuto et acresci-mento di gente mostrano di pigliare il viaggio verso Piasenza, il che pensiamo sia principalmente per uno di questi dui effecti, o per andare a templare le cose de Piasenza o soli o coniuneti con qualche parte de quelli de Milano, overamente per congion-gersi con quelli de Milano per temptar poi quelle cose che li paresseno più in proposito. Da la quale unione potria nascere danno alle cose di Bergamo et della Geradada et Lodi. Havendo noi rispecto a 1’ uno et l’altro di questi effecli, ne pare che il bisogno richieda se fazi provisione tale che se habbia consideratione el assicurasi le cose di Piasenza, di Bergamo et di Geradada et Lodi, et questo se possi 223 fare secondo il nostro parere, quando se tenesse ben fornito et difeso lo allogamento di Vauri per difesa de le coso di Bergamo et di Geradada et Lodi ; che quando quello exercito de Vauri se conducesse abasso, olirà che se veria a liberare li nemici de Milano a qualsivoglia cosa che designassino, poiria faro questi effecti periculosì alla impresa, o che nemici polriano andare a basso senza haver suspelo de Milano et favorir le cose de lanzchenech, o veramente restandoli aperta la strada da Bergomo, andare a Bergomo, che a loro, per la comodità del danaro che ne polriano cavare el per il resto, non seria manco utile che se fusse Piasenza ; et se in questo caso qualcun volesse dire che quelli de Milano non haveriano rispetto de andare a basso a favorire le case de lanzchenech per causa de Milano lassandovi il castello ben custodito, in tal caso anco quello exercito da Vauri potria andar a basso senza periculo de Bergomo, perchè non haveria causa de temerne. Et benché tanto si ricordi questa seeureza di sopra di Bergamo, non diciamo che non se deba bavere ogni advertenza ancor alle cose de Piasenza, alle quali però fin bora si è fatta assai buona provisione con quelle genie che in Piasenza hanno messe quelli di Nostro Signore con li 1000 fanti proveduli per la Illustrissima Signoria sotto Babone, li 400 de lo illustrissimo signor duca de Milano et il colonello che fu del signor Joannin, che non è di quelli havemo mandato ; et con posser quelli dì Modena, quali non hanno a temere se non de ruba-ria et trattati essendo tutte le forze del soccorso verso Piasenza, venirsene a Parma, et con questo assegurar le cose di Parma el favorire quelle di Piasenza, essendo anco in luoco che ponno essere et a Modena el in ogni altro luoco che bisognasse de là prima che inimici, quando vollasseno a quelle bande, et noi buttar uno ponte apresso Cremona verso Lodi, che serà circa 18 miglia lontano da Piasenza, et mettere la testa delle nostre fantarie a detto ponte con i cavalli lizieri el la gente d’ arme alle spalle, clic verà ad unirsi con la gendarme che ha alle spalle il signor marchese di Saluzo in lo