411 MDXXVI, DICEMBRE. 412 235 in algun loco, che è cosa molto importantissima, et Dio non el voglia tanto mal che tal fiorita gente dismonla in terra, che saria la ruina di qualche uno : et basta. Da poi nui de qui con 12 galìe ha-ver bona custodia che non sbocasse ditta armata, perchè l’intento loro non hanno fatto tal armata per combater, ma solum per metter le fantarie in terra, et poco si cureria a romper tutte le nave, pur li homini fusse salvi. Ma poi fezeno nove de-liberation, che fo di andar tutta l’armata in Corsica, et se la non fusse là, andar in Sardegna a trovarla. Et cussi questa notte passata, che fu a dì 27 venendo il zorno di liozi 28, si levassemo, et per tempi contrari, zoè vento da siroco forzevole, semo ritornati qui in Porlovenere. Ma a mio iudi-zio, vedendo el tempo che fa per l’armata spagnola a intrar in Genoa, penso certo che sta notte si leverà il signor Pietro et missier Andrea con le 20 galìe et andarano a la volta di Zenoa per Saona per obviar el passo a ditta armata, et nui de qui staremo a questa guardia, rispetto non venisse de qui in Porlovenere. Et questo iudicio lo fazo da me. Et per meglio chiarir, la bataglia fu a dì 22 del presente et se lì ritrovò 5 di le nostre galìe, zoè missier Polo Justinian, missier Alvise Sanudo, missier Polo Querini et do candioti, del che tutti si portò benissimo. Et se ’I non fosse stalo una disgrafia, che andando la nave spagnola a fondi si andò assaissime anime et roba et gran richeze, li copani di alcune galìe di Franza si bulò in mar, pigliando prexoni et roba. Et missier Polo Querini vedendo questo, ancor lui el butò et feze el simel, et vedendo le zurme de missier Alvjxe Sanudo li altri copani butati in mar et vadagnava mollo et veder che il patron non voleva bufar il suo, si andò sopra il loco dove andò la nave a fondi, et vedendo assai robe et pulì et femene, alquanti di ditta zurma si buttò in mar et non valse nè ferirli, né altra cosa, che non fu rimedio, et per tal rispetto li fu forzo per haver li soi ho-meni, bufar el suo copano el su quel feze tuorli tutti et altri presoni, che per piatade feva a quelli erano in copano et feze prestissimo tirar il copano dentro, seguitando ancor lui la vittoria. Ma poi zonti de qui, el conte Pietro ha haulo un poco a mal tal cosa, ma habiando iustificà del forzo, non ha fatto altro, ma é slà leva una zanza che chi ha 235' butà li copani inacqua hanno vadagnato più di 4 over 5000 ducati per uno; siché è un poco di mor-moratìon tra loro Soracomiti. Et tra le altre belle boto fu fatte, fu portato via da una artellaria el sten- dardo de la insegna de l’Imperator, che fu una bella cosa, di la nave dove era il Viceré, la qual ha-via liauto ditta nave più di trenta canonade et si pensa certo anche quella sia andata a fondi, et questo per haver hauto la notte una grandissima fortuna et mollo periculosa. Copia di lettere di sier Alvixe d’Artner prò- 236 veditor da mar, data la prima in galla a la vela fora di Pvrtovenere, a dì 29 Novem-brio 1526, drizata a sier Jucomo suo fiol, ricevuta a dì 10 Dicembrio. Come questa notte se ha hauto uno aviso, haulo per via del Cardinal Cortona, di 24 del presente, per le qual significa come ne le acque de Piombino se ritrova esser l’armata cesarea, unde immediate questa malina se levemo et de tutta levata a quella volta per veder di trovarla. Che Idio el vogli. Benché heri de notte se levassemo de qui per andar a quella volta, tamen quanSo fossemo in mar zerea mia 15, per siroco fortunevole, unde convenisemo tornar indriedo in questo porto, che ne è stato gran disconzo. fieri sera, per via di Fiorenza, aio lettere ducal con lettere di cambio di ducali 5000 per bisogno di l’armata, el si farà provisione di haver li danari. Scrive, di formenli a queste bande è grandissima carestìa, vai lire 12 et più el staro, et fin qualche zorno valerà molto più, et questo è per far li biscoti, etc. Lettera del ditto, data a Ligorno a dì ultimo Novembrio. Come heri da Porto venere scrisse esser per levarsi et andar a la volta de l’ixola di Corsica per trovar l’armada spagnola, et ussidi fuora per zerca mia 15, ne asaltò il vento da siroco levante fortunevole. Fu forzo ritornar a Porlovenere, dove di-morasemo quel zorno et la notte et l’altro zorno per fortuna. Questa notte passala, quieto el vento et il mar, a mezza notte se levassemo; a bore 21 zon-zessemo in questo loco, dove non havcmo trovato nova alcuna di essa armata et slamo per andar a l’isola di Corsica, iudicando sia andata*de lì. A bore 24 vene una barca da Piombili el di l’ixola di l’Elba con nova ditta armada Domenica era passata di fuora via del canal di Piombili el di l’ixola d’Elba et andava alla volta di porto Santo Stefano apresso porto Hercules, lochi di senesi. Iudicamo potria me-ler zente in terra et seguir poi la volta di Napoli,