423 MDXXVI, DICEMBRE. 424 Manda una lettera havuta dal conte Paris Scoto, la qual sarà qui sotto scritta. Et avisa, come uno mes-ser Zan Stefano de Arcaneis da Santo Agnolo, partilo Venere da Piasenza, fo a di 7, gionto in questa bora riporla in Piasenza Irovarsi gran numero di gente et atendersi a fortificar. Heri matina, el ditto se parlile da Santo Agnolo, dove fu fatto intender ad alcuni gentilhomeni pavesi per soi parenti, che spagnoli che vegnerono da Milan da zerca 3000, erano ussiti di Pavia Venere di sera, et parte di loro erano allogiati a Belzoioso et parie a la Pieve, et dicevasi che anche da Milan erano ussiti cavalli in bon numero et in la instessa sera allogiorno alla Chiarella, et che in Pavia non è rimasto se non il conte di Lodron con fanti 200. Quesla è la copia di la lettera scritoli per il conle Paris Scollo : Illustre patrone signor observandissimo. Per aviso a vostra illustrissima signoria, come fin qua lanzichenech, quali già sono passati Lenza ultra Parma sopra la sfrata Romea verso Monte Clerurlo, non hanno fatto altro allogamento. Si pensa habinó ad venir di qua pur per la colina, per unirsi, mi penso, con spagnoli. El qua, per tutto hozi li serà zerca 5000 fanti et molti cavalli, et qua starano fin che se vederano li andamenti di questi lanzchinechi. L’altro heri, passando il conte Alberto Boscheto quale guberna la compagnia del quondam signor Joagne de Medici de qua dal Taro per venir qua, li vene tanta furia di vento et tempesta, cum la furia di l’aqua di esso Taro, che apena si posseno salvare, ma ne è ritenuto parie di là da l’aqua et parie di qua in disordine; pur non è pe-riclitato alcuno. De qua verso Pavia hessendo su la strada Romea nel pavese però il conte di Caìazo con zerca 2000 fanti et 200 cavalli legieri va seguitando di haver molti di quelli lochi, dove hessendo poi venuto a Brono, pensando intrar, gli è stato mon-243 strato il tuffo et doi arsalti non ha possuto far altro, et è rimasto ferito in una cossa et ge sono relirato. Et messer Carlo Butigella quale era in Arena, non possendo stare al parangone è venuto in questa terra. Heri sera vene qua il magnifico Bernardino da la Barba ambasatore del Santissimo Signor nostro, quale ha dillo che’l Viceré di Spagna, quale era su l’armata, si é gionto a porto di Siena, et quella dove era il fratello del signor marchexe di Mantova si è gionta a Civilavechia, le altre pareno siano tutte in desperazione, et che ’1 prefato Viceré gionto che è stato in porto, hanno mandato uno ambassator dal Santissimo Signor nostro a farli in- tender come lo Imperatore é bono fiolo di Sua Santità, et che non vole far se non quanto gli sarà in piacere. Il signor Guizardino è restato a Parma, et il conte Guido, per adesso, fin che'l si veda il viagio de lanzchenech, pare che’l si legni indusiando questi lanzchinech il suo viagio per aspettare il Viceré, per andar poi di compagnia a la volta di Parma. Nec alia, salvo che mi ricomando etc. De Piasenza a li 8 de Desembrio 1526. Sottoscritta : Devotissimo de V. S. Paris Scotto. In questa malina, in Quarantia criminal, per il piedar di Avogadori di comun, fu preso dar taia a chi accuserà quello o quelli che l’altra notte sul campo di San Polo volseno spoiar sier Filippo di Garzoni di sier Francesco, dandoli feride eie. vide-licei habbi di (aia lire 2000, et sia tenuto secreto, et se uno compagno accuserà l’altro sì che si habbi la verità, sia ahsolto et habbi la taia etc. La qual taia fo publicada subito in Rialto. Et per il Conseio di X voleno dar taia a chi spoglioe et baté sier Ferigo da Molin l’avogador di comun. Et questa matina fo dito esser stà retenuto uno fiol fo di sier Marco da Molin da Santa Marina. Per questo non fu vero, ma ben fo retenuto per l’Avo-gador di comun. Di Cremona fo avisi, i lanzinech erano apresso Parma et Nicolò Varola a la montagna. Il conle di Camerin si aspectava a Piasenza ; il conte di Becaria ha lassalo il castello leniva sul piasentin, et domino Paulo Luzasco è arrivato in Piasenza. Fo scritto in Franza saria bon il Re mandasse mandato per la suspension di le arme. Da poi disnar fo Conseio di X con la Zonta, et 243* fo fato le infrascritte eose, zoé : Fu preso la gratia, che sier Alban d’ Armer di sier Alvise, posto sopracomito su la galia fo di sier Francesco Loredan, che morite, che’l dillo sia con-fìrmato per Soracomilo; el qual sier Francesco Loredan fo electo Soracomilo per il Conseio di X con la Zonta. Fu preso, che l’officio di ia camera d’imprestidi che ha Vicenzo Bembo canzelier inferior, poi la sua morte sia di uno fiol di Zuan Alvise .... scrivali a li Camerlenghi di comun, per deposito, con ducali 100 manco di altri. Fu parlato in materia di biave che va crescendo