183 MDXXVI, boca dirà quanto gli è a V. S. piazerà dar piena lede. Non più. Di galera reale a 22 di Octubrio 1526. Sottoscritta : A piazer di V. S. et comandi presto Pedro Navaho. A tergo: Al durissimo signor Proveditor di l’armata de la Illustrissima Signoria, molto hono-rando. Copia de la deposition di monsignor di Langes. Mandando il re Ghrislianissimo al signor conte Pedro Navaro che si facia ogni modo la impresa di Cartagenia per rumper cum adiulo de Dio l’armata de l’inimico, la qual cosa pareva alla Maestà Sua, ancora alli signori ambassatori del Santissimo Nostro Signore, cussi de la Illustrissima Signoria de Venegia, non solamente utile ma utile e necessaria cussi per costringer lo inimico a cercare o aceptare pace cum iuste condition, cussi per torre a la Italia la speranza o timore di quella armala, il ditto signor conte, cum deliberation del capitanio Andrea Doria, et signor arcivescovo di Salerno, li signori Paulo Justiniano et Loyse Sanuto venetiani, ha preso conclusione di andarsene a la volta di Villa-franca cum le galie francese et li veli quadri, perchè, essendo partita 1’ armata imperiale ha da capitar in quelle bande se la viene a terra a terra, altramente ha da capitar in Sardegna alli Collari. In quel luogo capitando non puode passare che la non sia scontrata da la dilla armata regia et de la liga. Ancora stando là, il ditto Conte haverà nova della ditta armata imperiale se la sarà partita o non, et secondo li casi et nove occorenlie, lui potrà pigliare consiglio di andar a trovarla fino al posto. Per questo lui richiede come Capitanio generale della santissima liga la intention del signor Proveditore, se lui con le galere del Pontefice vorrà guardare li porti di Saona et Portofin Copia de una lettera data in Portofin a dì 23 Octubrio 1526, di sier Angolo Sanudo qu. sier Domenego, particular. Como el zonse qui el signor Andrea Doria con le sue galie, el qual andò l’altro zorno a Saona. Insieme con lui andò do di le noslre galie, zoè sier Polo Juslinian el sier Alvise Sanudo, e questo NOVEMBBE. 184 per rispetto che ’1 signor Piero Navaro a li zorni passati andò a Porlovenere con le sue galie, et menò a Saona 4 navili di grano, zoè le nave Lo-melina et la nave Fiesca et do gaiioni. Sono andate per veder quel volesse far sua signoria del frumento, et cussi in questa bora habiamo auto nova per una galla partida di Saona, come ditto signor Pietro ha fatto discargar la nave Lomelina et ha consigliato li fomenti al signor Andrea Doria, qual hanno falto metter in ordine per far cento miara di biscoto; e la nave Fiesca el signor Pietro la mena con seco per voler andar a intender se’l vien la sua armada di 13 nave di Marseia, et se’l potrà intender cosa alguna di 1’ armada di Spagna, quella partende atrovarse insieme. Et cussi parse de armar quelle do nave Fiesca et Lomelina, et con le sue galie andar a la volta de la sua armada, et fanno che ’1 clarissimo nostro Proveditor roma-gni a la guardia di questo loco, e’1 signor Andrea Doria a la guardia di Saona, e se altro bisognerà si seguirà quanto sua signoria ha ordenà. Habiamo avisi da più lochi, come zenoesi dentro di Ze-noa si ritrovano in mal esser rispetto de la fame, et non potersi lenir troppo al longo, et per quel si ha hanno victuaria al più che sia per lo zorni, et stenta di ogni cosa. Et li soldati quali dentro si atrovano, ogni zorno sono dal Doxe volendo danari, et che ’1 Doxe li mandò al monte di Santo Zorzi, et li dete libertade tolesseno quel che se li trovava per forza o per amor; et cussi andò et trovò solum 2000 lire di Zenoa, che sono 4000 de nostre de pizoli, ma el fu poca biava a tanta ohe vi sono li, che apena li tocò do marzelli per uno. Se havessemo hauto il campo da terra, ha-vessemo hauto il possesso di Zenoa zà parechi zorni; ma pacientia. Iudicamo 1’ haver diferido solimi per rispetto di Milano, perchè habiamo per bona via che è in gran necessitile di fame el non hanno da mangiar cosa alcuna, et li formeiiti va-leno ducati 10 el ster, et mangiano carne de cavalli, et liabbiamo che tutti se voria render; ma monsignor di Barbón non la voi intender, et si dize si ha tiralo in castello, cosa che non crede-mo, ma habiamo cerio questo avixo, come el mandò a Zenoa a tuor 10 milia ducati a imprestedo, sopra le sue zoie, et cussi hanno hauto li danari. Nui de qui pensemo certo non potrà troppo andar in longo sto ballo; ma voria pur che nui de qui facessemo meglio di quel faciamo, perchè horamai el ne è zonto la invernata et habbiamo poche lettere, nè avisi di quello habiamo da far. Tutti si