343 MDXXVI, NOVEMBRE. 344 Etiam è contento perdonar a li Colonesi et al Cardinal Colona di le offese fate, sicome vorà l’Impe-rador; per il che esso nuntio spazoe subito a Napoli a don Hugo di Moncada et aspectava risposta. Fu poi posto per il Serenissimo, Gonsieri, sier Marco Justinian, sier Antonio Corner cai di XL, sier Ilironimo da clià da Pexaro savio del Conseio, sier Toma Contarmi et sier Francesco Morexini savii a terraferma, che a lo illustre Capitanio zeneral nostro sia scritto, come havemo inteso quanto ne ha mandato a dir per domino Oratio suo, rizercando ordine di quello l’habbi a far, et come il ponte era fatto sopra Po li per passar di là, unde con Senato li dicemo in conclusion, che ’1 passi di là di Po con le zente et vadi in aiuto di le terre di la Chiesta et si unissa con quelle zente del Papa, zoè passi con 100 homeni d’arme et 4000 fanti. La qual lettera si manderà a sier Agustin da Mula proveditor zeneral, che vadi a Mantoa a dir questa deliberation del Senato al prefato Capitanio zeneral nostro. Et a l’incontro li Savii del Conseio, non era in Pregadi sier Zorzi Corner el cavalier procuralor è amalato, et li tre Savii a terra ferma, in la qual opinion intrò sier Nicolò Marzello cao di XL, che al Capitanio zeneral si scrivi come ■ debbi veder le zente si ritrova et come con segurtà possi passar Po, overo mandar zente di là el quante, et quello si potrà far in aiutar le terre di la Chiesia, et debbi avisar la Signoria nostra, lassando però il ponte fatto, et havendo rispetto a la conservation del Stado nostro, ut in litteris. 193 Et lete le parte, overo lettere si scrive, el primo parloe fo il Serenissimo per la sua opinion, come era di far passar il Capitanio nostro con le zente di là per aiutar il Papa, aziò non si perda Modena et Bologna, overo che ’1 Papa si acordi. Et li rispose sier Domenego Trivixan cavalier procurator savio del Conseio, dicendo non è da abandonar il nostro Stado per mandar in aiuti» del Papa et fino a Fiorenza, dicendo questo Stado non se dia governar per vementia de parlar, ma quello è il ben nostro, alegando missier Ferigo Corner procurator, che dicea si sona la campana di Pregadi per conseiar questo Stado et non quello di altri, et che Baius si moverà a dir si passi per le lettere del Datario, persuadendo la soa opinion. Et Zuan Badoer dotor et cavalier, andò suso et parlò in favor di la opinion del Trivixan et compagni, et fe’ una bona et optima renga, et disse molle cose et ben. Et li rispose sier Anzolo Gabriel 1’ avogador, I dicendo quando la caxa del vexin arde, bisogua aiutarlo, aziò la soa non brusi, però é da far passar 1’ exercito in favor del Papa. Et sier Filippo T{un, è di Pregadi, andò in renga et li parlò contradicendo non è da far passar per niun fnodo, allegando molte raxon et fece bona renga. Et sier Zuan Alvise Navaier l’avogador parlò, dicendo al tutto era di far passar per non perder il Papa. Et li rispose sier Gabriel Moro el cavalier savio a terra ferma per la sua opinion, non è da mandar di là di Po, dicendo : « Serenissimo Principe, la Vostra Sublimità se doveria mover et intrai* in la nostra lettera, ch’è la salute di questo Stado ». Et sier Francesco Morexini savio a terra ferma li rispose, et venuto zoso, tornò su a dire una raxon che ’1 si havea domenticà, videlicet che era cosa più importante che ’I dicesse in favor di la sua parte. Et sier Lunardo Emo el cassier, fo consier, andò in renga et parlò contra una et l’altra opinion, dicendo voria una terza, videlicet far passar le zente del signor Zanin di Medici et li sguizari ; il Capitanio zeneral con il resto restasse di qua. Et sier Filippo Capello vien in Pregadi per danari, qu. sier Lorenzo, parloe dicendo che per niente si restasse di aiutar il Papa. Et sier Zacaria Trivixan savio ai ordeni andò in renga laudando l’opinion del clarissimo missier Domenego Trivixan et compagni, usando la solita sua arogantia. Et poi andò le do lettere : 95 del Serenissimo, 114 di sier Domenego Trivixan procurator et altri nominati, et questa fu presa, 3 di no, 4 non sincere. Et era passa hore 4, et fo expedito la lettera al Capitanio zeneral. In questa malina, a 1’ hospedal de Incurabeli fo fallo una devotissima cosa per esser il principio di 1’ A vento, che fo comunicale quelle 12 donne et 6 altre che altendeno a 1’ hospedal, mollo devotamente, et li gentilhomeni et populari numero 13 con torzi in man andono in 1’ hospedal driedo il corpo di Christo a comunicar li poveri el le donne, con grandissime luminarie, et li dava il calice da bever sier Sebastian Contarini el cavalier a quelli si co-municorono, et fo fatto per il prete certo sermon vulgar et cantato alcune laude. Fo il perdon di colpa, di pena a San Rocco, el monstrà il corpo. Da Lignago, del l'aiapiera proveditor, di