593 MDXXVII, GENNAIO. 594 (li Barbon ha (alto per il passato, con qual se sia persona et in qual se voglia loco, sempre 1’ ha ob-servato et fatto observare. Item il dicto signor duca Francesco et suo consiglio hanno da pensar molto ben le cose presente in che termine si trovino, et il bene o male che ad soa signoria et soi servitori potrà succedere, et che questo che ’1 prefato signore duca di Barbon fa è tutto a bon fine, et Dio a cui son manifeste tutte le cose del mondo ne è bon testimonio. Item, che le sopraditte cose, seguitando lo apon-tamento, il prefatto signore duca di Barbon come locotenente generale de lo Imperatore ut supra, perdonerà al ditto signor duca Francesco et soi, tutte le cose fatte contra Sua Maestà Cesarea inaliti et poi de la presa del ditto castello de Milano. Datae Mediolani, die 30 Becembris 1526. Signata : Chiarles et Bernardinus Martiranus. Resposta a lo illustrissimo signor duca Carlo, fatta per lo illustrissimo signor Gio : Pau- lo et Sforzino Sforza, data a Cremona, a dì 2 Zenaro 1527. Lo illustrissimo signor duca Francesco Sforza, duca de Milano, respondendo a la nota mandata per esso illustrissimo signor duca Carlo, dice non esser mai mancato da Sua Excellentia de stare et perseverare in bona et sincera servitù de lo Imperatore, mentre a Soa Maestà è piaciuto ad tenerlo in sua bona gratia ; ma visto evidentemente essergli mancato et fatagli inzuria et denegatoli tanto tempo iu-stitia tante volte rizercata, è stato constretto per sua necessaria defensione ad acceptare lo aiuto de 350* la Sanctità del Nostro Signore, re Christianissimo et Illustrissima Signoria de Venetia, dalli quali non intende, nè po in modo alcuno partirsi, nè tractare cosa alcuna senza la loro bona volunlà et consenso. La oblatione che fa de perdonare, non convene, perchè per il predillo illustrissimo signor duca de Milano a la Sua Maestà non è mai ricercato altro che iustitia. 351 Adì 7, Luni. La malina, vene prima in chie-sia di San Marco insta il solito sier Luca Trun eleto procurator, vestito di veludo cremexin allo basso et senza becho, scompagnato da 10 procuratori, sier Domenego Trivixan, sier Lunardo Mocenigo, sier Polo Capello et altri, cavalieri et dotori et altri 1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. XLI/I. patricii, tra li qual Io vi fui, et soi parenti vestili di seda et scartato; et falò le cerimonie a l’aitar gran-do, andoe in Collegio et ringraliò il Serenissimo, verbapro verbis, et li fo dato le chiave. Et verso nona sier Alvise di Prioli procurator, defonto l’altra malina di mo terzo zorno, fo portato a sepelir per la piaza di San Marco fin a Rialto, dove si montò in le piale. Era il suo capitolo di San Morizio, 9 congregation di preti, il capitolo di Castello et di San Marco, 20 iesuati avanti il corpo con torzi in man, et il corpo vestilo di veludo cremexin allo et basso di martori, non era in Scuola, et 50 marinari drio con torzi in mano ; poi assà povarete, per esser morto con bona fama. Pareva che ’1 morisse per esser slà arnalà 2 zorni. Fo sopitilo a San Michiel di Muran in la capella del legno di la Croce dove è l’arca di sier Piero suo padre etiam procurator, qual portò capuzo fin a la morte, et è in zenochioni a l’aitar retralo. Vene in Collegio questa mattina sier Lorenzo Venier el dolor venuto podestà et capilanio di Rui-go, in loco del qual fece l’intrada sier Marco Antonio Barbarigo qu. sier Francesco per danari. Era vestito di negro perchè il procurator Prioli fo suo cugnato, et referite iusta il solito. Vene 1’ orator di Manloa et monstrò lettere del signor Alvise di Gonzaga, qual questi zorni passali pareva volesse licentia et non star più al nostro soldo ; hora è aquielalo et scrive esser contento servir la Signoria nostra. Vene l’orator del duca di Urbin domino Baldo Antonio Falcutio, et monstrò lettere di Bergamo, di 5, del signor Buca capitanio generai. Come inteso inimici voleno andar a Lodi, ha volulo andar fin lì con il procurator Pixani eie. Ba Constantinopoli, di sier Piero Zen bay- lo nostro, di 18 et 20 Novembrio, parte in zi-fra, il sumario di le qual dirò di sotto. Da poi disnar, fo Pregadi, et ledo le letere, sopravene : Ba Crema, del Podestà et capitanio, di 5, 351* hore una di notte, con questi avisi. In questa hora una di nocle una mia spia reporla. De cerio Barbone heri sera esser andato in Pavia, et l’arlel-laria quale era in Binasco è stata condula in Pavia et posta in l’Arsenal ; et in Binasco non esser persona de soldati excepto quelli sono in la rocha. In Milano vi sono bandiere i de spagnoli ; in Vedigul-phi 4 bandiere pur de spagnoli ; in Landriano bandiere 5 pur de spagnoli ; in la Chiarella vi erano alcuni lanzichenech ma sono parliti per Pavia ; a 38 *