297 MDXXVI, NOVEMBRE. 298 invierà le zente là al signor capifanio et lui vien a Peschiera!; voi licentia andar a Roma per soe facende. Et per Collegio li fo scritto restasse ancora, et non si parli per adesso. Veneno in Collegio il Legalo et 1’ oratore di Franza per saper di nove di questi lanzinech, et li fo ledo quanto si havia. Di Brexa, di sier Piero Mocenigo capitanio, di 22, hore 15. Vidi lettere particular a suo fradetlo sier Nicolò, qual manda una lettera hauta dal Capitanio zeneral nostro, qual dice cussi : Magni fice et clarissime Domine. Ho hauto la lettera di vostra signoria di heri, et ringratiola de li avisi in essa contenuti. Dinotoli come questa sera son arivato qui a Sonzino, et diman da sera mi ritrovarò a Pralbuino per andar ad incontrar questo soccorso de inimici, et usar tutta la mia possibilità per ruinarlo, unde prego vostra magnifìcentia mi mandi omnímodamente quelle.cose che heri li mandai a rechieder. Et a lei molto mi offero et ricomando. De Somino, a dì 21 Novembrio 1526. Sottoscritta : Al comodo di vostra signoria Il duca di Urbino. A tergo : Magnifico et clarissimo domino Petro Mocenigo Brixiae capitaneo dignissimo. Di campo, da Vauri, fo lettere del procura-tor Pixani, date a dì 20. Come era con lo exer-cito zonto de li, et il Capitanio zeneral esser levato con la compagnia et Zuan di Medici, con zerca 10 milia fanti et le zente d’arme, el qual ha che ’1 dormite a Trevi, poi va a Sonzin, et a dì 22 dovea dormir a Pralbuin sul brexan; et come esso Pixani voleva venir con soa excellentia, ma il marchese di 164* Saluzo non ha voluto che’1 parti, nè etiam il signor Ferigo di Bozolo, sichè ha convenuto restar, et ha convenuto dar ducati 6000 al ditto marchese per pagar li fanti, et havia convenuto prometer dar li altri 6000, aziò li fanti non partisseno. Da Crema, del Podestà et capitanio. Come ha hauto uno aviso da Garlaco, che il capitanio Andrea Doria havia preso 3 nave carge di fomento che andavano in Zenoa. Et come zenoesi si havia mandato a oferir a la nostra armada, che mandandoli 3000 fanti da terra loro se renderiano. Et che era nova di Spagna come il duca di Orliens fiol secondo del re Christianissimo stava malissimo. I Di Bergamo, di Oratori vanno in Franga. Del suo tornar lì, et aspectar risposta del Grangis del salvoconduto di sguizari. Di sier Andrea Zivran proveditor di stra-tioti, da Valezo, di 22. Come era stato driedo a li lanzinech, et preso uno homo di loro a cavallo. Dice sono benissimo in ordine, hanno assaissimi archibusi, el messeno zoso a la volta di Caslion di le Staiere per tender verso Goyto poi. Vene in Collegio 1’ oralor di Ferrara, et have audienlia con li Cai di X. Da poi disnar fo Pregadi, et letto molte lettere, tra le qual queste : Di sier Antonio Mantello capitanio di le galìe bastarde, date .... a dì . ,..... Di sier Zuan Moro proveditor de Varmada, date in Boca di Cattaro, a dì 30 Novembrio. Scrive di quelle occorenlie, et le galie candióle state in Cipro, qual ha fatto danni in l’ixola di Cipro dove erano state, vederà di far etc. Di Spagna, fo ledo le lettere di sier An- 155 drea Navaier orator nostro, di 8 Odubrio, di Granata. Come el Viceré parli .... per Carta-genia, per imbarcarsi su l’armata et venir in Italia. Et era nova che li 2500 lanzinech andati conira mori, sussiladi et reduti a uno nel regno di Valenza, par che combalteseno tutto uno zorno, el poi l’altro mori fo roti, et laiati a pezi. Et par che 30 mori con 30 femene reduti su certo monte mai si vol-seno render, fin che tutti non fosseno taià a pezi. Li qual lanzinech poi montorono su 1’ armada. Scrive, Cesare ha dato la investitura di Modena, Rezo et Carpi al duca di Ferrara, et si manda uno suo con la investitura. Di le cose et rolla del re di Ilongaria non era nova, et manco del perder di Cremona. Di Franza, fo lettere, del secretario Bosso, come ho scritto di sopra, et del bon voler del Re di continuar la impresa. Da Lion, del signor Benzo da Cere, di 5, di questo mexe. Scrive il zonzer suo lì spazato dal re Christianissimo con danari per Roma, et che so-liciterà il camino etc. Del re Christianissimo fo ledo una longa lettera, scritta a monsignor di Baius suo orator qui. Come non è per mancar a la impresa et si vedi di tollerar meglio si possi per questa invernata, perchè a tempo nuovo non è per maucar di far ogni cossa et si apropinquerà ai talia, et viene a invernar a S. Zerman, et manda li danari etc.