557 MDXXVH, GENNAIO. 558 rae. Che l’artelaria grossa haveano mandato a la volta de Monza per andar a Trezo. Monsignor de La Mota doveva restar per capitanio de iustilia, monsignor Scaiengo per gubernator. 11 conte Lodo-vico Belzoioso restava a la guardia con 400(3 fanti, et dava voce volerne far,altri 1000. Che erano sta apicati più di 40 spagnoli a Genoa fugiti da Milano 3*28 per haver guadagnalo assai nel sacho de li mona-sterii. Domandalo dove erede siano per andar, dice che mostrarano andar in uno loco et andarano in uno altro ; et facilmente potriano andar a Bergamo rispecto la artelaria indirizzata a quella via ; et che se ragionava che bergamaschi gli sono debitori di ducati 30 milia de uno taion altre volle datoli ; ta-men che altri dicevano volevano andar a soccorrer lanzichenech a Fiorenzola perchè pativano de vi-tuarie, et che questa invernata non volevano far impresa di alcuna terra di la Signoria di Venelia per esser quelle forte, ma voler andar su le terre de la Chiesia perchè speravano facilmente expugnarle et da quelle trazerne denari per pagar le gente per questo inverno, et per tempo novo recuperar il Stato de Milano; con altre bravarie spagnole. Afirma esser sta brusati più de un quarto de palazi de Milano per tuor le legne, che non hanno mai brasato altro, et olirà le legne brasavano in c'axa, il restante fatto menudo lo mandava a vender in piaza. Che a tulli li zentilhomeni fugili nel quartier de lanzichenech universalmente gli hanno ruinato le caxe, et la Iravadura et taole brusate et vendute. In questa mattina in Collegio, fu preso di mon-strar le zoie a domino Alemán fio di missier Jacomo Salviati fiorentino, venuto a star qui. Vene in Collegio il secretario di 1’ orator anglico, et porlo a monstrar lettere haute di Roma, che dubitando fiorentini di non perder Pisa, haveano inanimalo il Papa a star in la liga ; el qual è di natura pusilánime, et lien a la fin si acorderà con li cesarei. Vene 1’ orator di Mantoa per cose particular ; nulla da conto. In quesla matina venuti alcuni di Curzola a dolersi in Collegio, che sier Pandolfo Contarini qu. sier Andrea havia amazato uno de li. Et il Serenissimo comisse questo caso a l’A vogaria di Comun. 328* Di s*er Carlo Contarmi orator, date in Viena a dì 18 di questo. Come erano zonli 11 dal Serenissimo principe Archiduca li oratori di Moravia, qualli hanno exposto loro di Moravia haver electo Sua Maestà per suo Marchexe, in loco del Re di Ilongaria morto. Iiem, come ha haula nova di Posonia, che quelli baroni hongari che non sono stati a la creation del Vayvoda per re di Honga-ria, havia creto questo Serenissimo in re di Ilon-garia, et inteso questo per do vie, Soa Maestà havia ticentiato li oratori del ditto Vayvoda re di Ilonga-ria; il qual Vayvoda se intende stava male. Le zenle di questa Maestà che erano andate in Posonia è slà licentiate ; lui dice per defedo didanari quelle esser partite. Scrive, a dì 8 questo Serenissimo dovea partir di qui per Bohemia. Esso Orator dimanda licentia di repatriar, et avisa l’Imperador par habi scrito a questo Archiduca vicini ben con ditto Vayvoda. Di Pranza, di Andrea Bosso secretano, da Poesì di 17. Come havia comunicato al Re quanto si havia di Roma zerca il far di le trieve. Soa Maestà disuadea a farle, nè le voleva far; et inteso li andamenti de Italia, Soa Maestà voleva far più gaiar-damenle cha mai, perochè ha questa natura che punto fa più gaiardo, nè voleva manchar a quanto era obligato. Havia mandato a Lion ducati 25 milia a conto di la sesta paga per mandarli in Italia ; havia scritto a sguizari calino ancora n. 7000; et che il Gran canzelier li havia ditto che il Re non voleva che più nui dispensesemo li danari regii a le zenle in campo, ma il marchexe di Saluzo le pagi lui, perchè ha inteso la Signoria paga le sue zente di questi danari ; et ditoli voleva iuslifìcar questo al re, esso Gran canzelier lo pregoe non li dicesse nulla, et che nostri pagasse tamen con intervento di uno di questa Maestà. Scrive, il Re esser andato a SanGerman a batizar uno fio di monsignor di Lutrech. Ha parlato con Madama madre del Re, dicendo quella presto se intenderia se sarà abstenentia di arme o non in Italia, perochè’I Papa le vuol far. Scrive del zoo-zer lì domino Francesco Taverna orator del Duca de Milan a questo Re, et questa Maestà l’ha benignamente acetato con promission di tenir il suo signor nel ducalo di Milan. Madama li ha ditto, che tornato il Re farla deliberation zerca il suo venir a Lion, et il Re persuade al Papa a far ogni partito al 329 duca di Ferrara acciò si accordi con Soa Santità et sii con la nostra liga. Monsignor Legato il Cardinal Salviati ha dato al Re la bolla di le decime* Soa Maestà ha promesso farli bona parte, et scrito al Papa stagi di bon animo, et haver inviato altri 20 milia scudi a Soa Santità. Bem, havendo inteso il zonzer di l’armada cesarea in Italia, par voglia parlar di far suspension di arme, dicendo per altre lettere darla risposta al Papa di questo. Scrive, il Re non esser fin 17 zonto, et il Legalo del Papa et luj