409 MDXXVI, DICEMBRE. 410 Da poi disnar, fo Collegio di Savii ad consu-lendum di scriver a Roma. Fo scritto a Constantinopoli, al Bailo, con avisi di qui. 234 Copia di una lettera di sier Angolo Sanudo qu. sier Domenego, data in armada in Portovenere, a dì 28 Novembrio 1526, et drigata a sier Nicolò Bragadin qu. sier Arimondo. Sapete come a dì 18 in Portofìn, trovandosi tutti tre li capitani di le nostre armate per haver hauto a viso come l’armata di Spagna era zonta in Corsica in golfo San Lorenzo, la qual era de 28 vele, fo deliberato di andar a trovar dilta armata fino lì, et si partì la notte el clarissimo nostro Proveditor con 7 altre di le sue galle, et vene qui in Portovenere per rispetto di tuor pan et poi seguir el nostro ^camin. Et così la matina si dovea partir di Portofìn el signor conte Pietro Navaro et il capitanio Doria con tutto il resto di le galie di 1* armata cbe era rimasta li, zoè galle numero 16, del re di Franza 6, del Doria 5, et 5 di le nostre, et noi de qui ne avevimo altre 16, et per li mali tempi feze, non si potè partir ditte galle di Porloiin. Pur nui provixando tutta la notte et el zorno seguente a dì 19 ditto, a hore 4 di notte zonzessemo qui in Portovenere et si forni-semo di quel era nostro di bisogno stando aspec-tar ditta nostra armata che zonza per andar a trovar insieme l’armata di Spagna; ma rispetto li cativi tempi non si potè partir di Portofìn. Donde, che a dì 22 del presente a la prima hora di l’alba le nostre guardie discoperse 1’ armada di Spagna, qual venia per Zenoa per 20 mia in mar, che l’andava a quella volta et era poco lonzi di Portofìn zerca mia 25. Donde, el nostro clarissimo Proveditor si levò cum tutte le galìe, et si pariimo di porto con animo deliberato de investir dilta armala, zoè cum le artellarie. Et andassemo forse 6 mia fora; ma per esser grossissimo mar et vento assai fortunevole, per conseglio de molli tornasemo iijclrieto per non poter più oltra seguir excepto con manifesto pericolo. Che cussi el signor Dio mi havesse prestato tanta gratia fossemo andai i di longo, che bià tutti noi side l’onorcome del vadagno. Pacientia, el non si poi altro, et cussi tornasemo indrieto. Et l’armata di Spagna, tanto presto come fu discoperla dal resto di le galìe era in Portofm, li andò adosso per investir cum le artellarie, el durò la battaglia fino 2 hore di notte, et butò una nave grossa a fondi di la ditta armada, su la qual vi era suxo fanti numero 300, 534* et fu preso alquanti de li capi, et poi lutle le galìe si messeno atorno le nave grosse che erano ancora tre et le bombardava benissimo. Et maxime la nave Portona, la qual suso vi era il viceré di Napoli, et ha hauto più di 30 canonale in la ditta nave, adeo che più non si governava, nè manco artellarie tirava, ma ciascaduna era in fuga, et chi in qua et chi in là come perse la notte corea. Et apresso la notte vi era soprazonto fortuna di mar et di vento, che non si potea mantegnir la vittoria, che senza dubio se fosse stato una bora al-men più di zorno, si havea la più bella vittoria che mai si habbia sentido a dir. Overamente, se nui se havessimo ancor lì trovati, perchè senza alcun dubio eramo tutti ricchissimi di honor et di fama, come etiam de pecunia et mercadantie, cbe mai li è stato armala al mondo per poco cussi ricca, rispetto per saper certo il Viceré haver de contadi da ducati 200 milia et tutti li bulini hanno fallo a la rotta de li mori apresso Valenza, che ha vadagnado uno tesoro, et poi tulli li lanzchi-nech haveano tocado 12 page per uno, et ancor molta parte di l’altra fantaria. Et havemo nova certa esser sopra ditta armata da 12 milia persone, et più che tulle le nave erano carge de mer-cadanzia, di zucari et panni, et altre cose che va-leno un pozo d’oro. Quella andò a fondi, havea suxo da 20 mila ducati per el suo cargo di zucari; sichè valeva dilta nave tra contadi et mercadantie più di 50 milia ducati, oltra li homeni che era da far prexoni ; sichè homo al mondo non havea la mazor ventura di questa, se la fortuna havesse voluto, nui se havessemo ritrovali. Pacientia ! Ho grandissimo dolor et pur vivo ancora in speranza di trovarla. Che ’1 signor Dio mi dia tanta grazia ! In questa hora è gionto el signor conte Piero Navaro capitanio di l’armata cum tutte le sue galìe, et il magnifico missier Andrea Doria ; li qual prima molto si ha doleslo del nostro non vi esser ritrovati. Pacientia. Da poi longi consulti, hanno deliberato che ’1 clarissimo nostro Provedi-lore romanesse qui in Portovenere cum 8 di le sue galie et 4 di le altre, et che ’1 magnifico Doria andasse con il signor Pietro con 20 galìe a la volta di Villafranca et di Monaco, che è in Provenza, lonzi di Saona mia 120 a veder de ¡scontrar ditta armata, perchè qui cosa alcuna se intende di essa, et che per cosa alcuna non metta in terra