225 MDXXVI, NOVEMBRE. 226 Di Viena, di sier Carlo Contarmi orator, di .... Ocftibrio. Come il Signor turco era fermato tra Belgrado et Petrovaradin in uno loco ditto ...., et havia mandato con navilii et la soa armata per il Danubio le spoglie haute in Ilongaria a Constantinopoli. In Buda è intrato hongari; boemi hanno eleclo per loro Re questo serenissimo Principe. 11 Vayvoda transilvano contenta, et lui sia re di Ilongaria. Il Principe feva discolar arzenti tolti di le chiesie per far guerra, fortifica Viena et li fa bastioni. E sta fatto de li le exequie del cugnato re di Ilongaria morto, molto superbe, et esso orator non è sta invidato a quelle. Dìe 12 Novembris 1526. 123 Depositio unius exploratoris reversi ex Ungaria. Antonio Boemo, nomo supposito, partito di qui 8 del preterito et andato a Linz per portar lettere a P orator Contarmi, et vedendo che l’era partilo per Viena cum el serenissimo Archiduca, dove vene ancor lui Antonio, et consigliale le lettere a l’orator nostro, se ne andò a Posonia, che é in Ilongaria, et da Posonia a Javarin, et da Javarin a Buda, et poi in Alba regai per intender minutamente et cum verità ogni successo della guerra secula tra el serenissimo re di Hongaria con el Signor turco, et poi riferir il tutto alla Serenità vostra. Riporta la guerra esser successa in questo modo, videlicet che il Signor turco passò la Drava cum circa 200 india persone per iudilio de molti, benché alcuni dicevano che erano se non 150 milia, computate le genie che l’haveva su 1’ armata, che era da faste numero 30, et brigantini assai et barche lon-ge, et barche da far ponti, omnibus computatis da 2000 in suso, la quale veniva sempre secun-do il progresso dell’exercilo; et che ’1 serenissimo re di Uongaria, qual era in campo con cerca 27 mila persone, per 3 giorni fece continuamente scaramuze con gran strage et occision di essi turchi. Per il che hongari se inanimorono, lauto che il quarto giorno damatina dicevano che se dovesse andar asaltar ordinatamente il campo del Signor turco, et che la Maestà del Re non voleva ancora far giornata per esser con sì poco numero di gente a tanta polenlia, et che l’hera meglio re-trarse a poco a poco lino a Buda, perochè in quel mezo sariano gioliti i bohemi, quali erano 10 milia a Posonia che venivano in campo, et 4000 poloni I Viarii di M. Sanuto. — Tom. XLIII. che erano poco distanti. Allora li nobili cominziorno a cridare che i non volevano expectar altro subsidio de exlerni, ma che erano ben suiicientì loro, et questo se iudica per la avari tia sua, perchè erano alla fine del mese, per non pagar la paga de Sep-tembrio a lo exercito; alli quali la Maestà del Re rispose, che nullo modo si dovesse far giornata senza il soccorso et maxime de bohemi, perchè la era mollo pericolosa. Al quale li nobeli li protestò che se Sua Maestà non voleva far la giornata quel dì, che i se ge volteriano lulli contra de lei. Il che intendendo Sua Maestà, per non meter discordia nel suo campo, contentò de far la giornata. Et cusì quel 123' giorno, che fu a dì 29 de Agosto sul mezodì, ando-rono asaltar el campo de turchi, et su la campagna de Muach furono a le mano cum turchi, li cavalli lizieri prima, le fantarie driedo, poi li bomeni d’arme, et hongari procedevano sempre inanzi cum grande occisione de turchi. Li turchi veramente retrocedevano sempre, fino che condussero li hungari su le arlellarie, quale erano da 800 carete, et il campo del Turco era driedo le arlellarie el serralo de camelli incatenati 1’ uno cum l’altro come una muraglia. Le qual artellarie trazevano molto allo, però feceno poco danno alle gente. Niente di meno, li cavalli lizieri de hungari vedendosi passar le ar-tegliarie poco di sopra la testa el tanto spesse et qualche volta giongerne qualche uno di loro, et tanto fumo che non se diserneva uno dall’ altro, se poseno a fugir via, et li turchi poi veneno inanzi cum li suoi squadroni grossi a trovar lo exercito de hungari et combalè uno gran pezo, et li cavalli grossi de hungari et parte ancora di le fantarie vedendo esser malmenali da turchi et morti molti de li suoi capi, prelati et signori, el non poter resister a tanta moltitudine che continuamente li veniva adosso, se miseno a fugir via, el lassorno lì alcune poche fantarie, che erano da 4 in 5000 boemi assoldali et pagati per nome del Summo Pontefice, et alcuni altri quali rimaseno lì a combatter et forono morti tutti. La Maestà del re cum alcuni prelati et signori, vedendo che horamai tutti erano luzili, fu-giteno ancora loro, et quando furono ad uno loco ditto Batta, Sua Maestà volse sguazar una palude come havea vedulo far a Cetriza suo camerier; ma per esser armato a cavallo grosso se impaludò lui et Trepra suo maestro di casa et alcuni altri, dove lassorono la vita. La serenissima Regina, intesa la rola, fugite la notte secretamente a Posonia et mandò le sue robe in barca per Danubio, le quale come furono per 15