353 MDXXVI, DICEMBRE. 354 rimeterse; et del zonzer li uno frale Zeneral de San Francesco, vien di Spagna di commission de l’Imperalor et con consenso del Viceré smontato di Tarmala per Iralar paxe. Voi rerneter nel Papa difinisca zerca il duca di Milan se ha fallito overo non; voi lassar li fioli del re Chrislianissimo per un milion et mezo d’ oro lasandoli la Borgogna, et dar al Re madama Lionora soa sorella per moglie con dota di questi ducati 500 milia ; et il Re renoncii le raxon nel reame di Napoli, et venendo Soa Maestà a incoronarsi voi venir con 6000 fanli ; essendo tenuta la Italia prestar favor contra luterani. Et che il Papa, aldito, deliberò far le Irieve per tratar la pace universal, et havia fato uno salvo conduto a don Hugo vengi a Roma per Iratar con Ili, et expedito il frale a Napoli; aspeta.aviso di la Signoria nostra. 11 Papa dubita i lanzinech non vadi a Fiorenza et cazi li Medici dal governo et haver danari da Fiorenza, però voi far le trieve prò mine ; et che don Ferando avisa etiam el marchese di Mantoa si acorderà con Cesare. 02 Da poi il Serenissimo si levò, et fece la rela-tione di quanto liaveano ditto li oratori questa mattina in Collegio, protestando si aiutasse le terre di la Chiesia eie. come ho scritto di sopra, dicendo doman si chiameria questo £onseio, da poi Gran Conseio, et si melteria le parte parerà a li Savii. Fu posto, per li Consieri, di perlongar il portar di bollettini a quelli sono debitori a l’oficio di X Officii per esser cose molto intrigate per tutto il presente mexe, ut in parte. Et il Conseio molto mormoroe; alcuni non voleva si peilongasse più; altri che sono debitori voleva si perlongasse etiam a li altri offici, unde li Consieri sentendo il rumor, non volseno mandar la parte. Et fo licentiato il Conseio a bore 4 di notte, in zerca. Nota. In le lettere di Roma, di 28, a li Cai di X drizate et hozi lede, oltra quello ho scritto è, che il Papa li ha dillo di l’acordo fallo del duca di Ferrara con' P Imperator, al qual ha promesso darli il Polesene che la Signoria tien et farlo suo locotenente in Italia, et dubita che ’1 Vizardini non si acordi con dillo Duca et li dagi Modena, dove è fanli 2000. Disse come la Signoria doveva far passar le zente Po, et mandar il Capilanio zeneral con lo exercito in aiulo di le sue terre. Ha trovà modo il Papa di haver di banchi ducati 100 milia. 11 signor Alberto da Carpi slava mal, et come il reverendo Datario mollo stava di mala voia per queste occorentie. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XIIII. Copia di una lettera di sier Alvixe d’Armer 203 proveditor da mar, data a Portovenere, a dì 22 Novembrio 1526, drizala a sier Ja-como suo fot, ricevuta per via di Uoma, a dì 2 Besembrio. Per le ultime significai l’armala di Cesare era gionta in Corsica, di nave 32, over 27 come dicono alcuni, el che lo illustre signor conle Pietro Navarro havea deliberato di andarli incontro con le galle sotil; ma prima ponendo in Saona fanti 400 a custodia di epsa, per esser loco importantissimo, havendosi offerto lo reverendissimo archiepiscopo di Salerno di starvi al guberno di quelli. Ma da poi, essendo gionto a Porlofino alli 18 del presente il prefato signor Conle et cum lui dillo monsignor reverendissimo, unde sua signoria mi disse haversi pentito di slar a quella impresa di Saona, ma voler andar a Niza et lì sopraveder a che modo passerano le cose di Saona ; per il chè, parendone ditta città importantissima, concludessemo che per condition alcuna non si dovesse lassarla senza homo da capo, et perché etiam se dubitava che 400 fany non fussino sufficienti a difender la prefala cillà di Saona, deliberassemo di agiongerne altri 200 et per capo il conle Filippino Doria, quali sono stà inviati, et è stà dato a dicti fanli 600 una paga, qual va per terzo. Apresso, havendo rizercalo dillo signor conle Pietro ad far venir l’armata sua grossa de Marsiglia ad ciò si vada ad far l’effeclo sopradillo con maior repulalione et forze, sua signoria mi ha risposto che quella si atrovava a Niza, el che la farà vegnir ad ogni modo : tamen fin bora non se intende cosa alcuna di essa, né si sa con certeza ove la sii. Et fata lai conclusione, sua signoria m’impose che mi dovesse levar la notte seguente et conferirmi qui a Portovenere, con parie etiam de le galìe francese per fornirse di vino et altre cose necessarie a l’armata, et etiam per poner qualche presidio in questo porlo, non essendo bisogno de molli fanti per esser loco deditissimo al magnifico Doria et alla fameglia sua, non possendo sua signoria né etiam el magnifico Doria quella notte, perchè expe-tavano alcune loro galee da Saona, quale subito gionle mi disseno se Iransferiranno de qui cum ogni presteza. Per il che in execution de dito mandato mi levai, el apresso il porlo il giorno seguente discopersemo una nave de zerca 500 botte, quale pigliassemo, carica di sali et altre mercantie, venivano da Gieviza per andar in Genoa ; il patron di la 23