765 MDXXVII, GENNAIO. 766 fanti de quelli del Belzogioxo et uno banderaio, quale hanno menato qui pregione eon 5 compagni ; li altri hanno svalizati et lasali andare. Adesso è revenuti. Sono de questi del signor Joan Paullo da Corte, et hanno menalo 5 some di scarpe qual hanno tolte alli spagnuoli suxo la strada de Biagrasso. Et se dixe che li spagnuoli hanno aparecchiato per bu-tar un ponte suxo Larnbro li a uno loco che se chiama la Corte, eli’ è apresso a Orio. Non posso pensare da che far se non per haver qualche vi-tualgia di qua di Lambro, overo che volesseno dare qualche soccorso a Piegatone, perchè l’è la sua dritta via etc. Data in Lodi, adì 25 Januarii 1527. Di Vostra Signoria Zoan Angelo Rociio bon servitore. A tergo. Illustrissimo signore conte Guido Rangone etc. in Piaxenza. Illustrissime Domine uti frater hono-randissime. Questa matina a l’alba mandai fora li mei cavalli legieri et parte de quelli del conte Claudio, et 5 bandere de fanti cum ordine che facessero capo a Pontenuro, et poi parte de cavalli andasero a Chiavenna a pigliar i danari et venirsene ; et per haver inditio che’l conte di Gaiazo doveva cavalcar, et sapendo che’l va sempre ben acompagnato, et dubitando de li danari, feci usire missier Paulo Cia-sco et due altre bande. Et in questo mentre, cami-nando, li nostri cavalli se incontrorono di qua de la Nura nel prefato Conte, et quaranta de li nostri in-controrolo cum 200 et cum le persone loro, dove fo rotto da 100 lanze et ruinati cavalli et homini per terra; et uno di quelli del conte Claudio et dui de l’altro Conte restorono pregioni. Et fu lo effecto tanto subito et violento, che li altri nostri et maxime li archibuseri non hebbeno tempo de arivar, che li inimici trottando et gallopando et poi correndo sparirono, ricuperati però prima cum difficultate però li soy che havevano corso verso Chiavena che a punto tornavano, havendo, secondo che se iudica, sentito il rumore, et erano da 60. Et cussi senza obstaculo se sono conducti a salvamento li danari et polvere *Et se li cavalli de li signor Venitiani cavalcavano cusì per disopra verso la Mura, come li avevo scripto et non verso San Georgio, senza dubio se perdevano de li inimici gran parte. Un’altra volta se farà melgio. Ilori, dapoy il disnare, el capitanio Georgio et il conte Ludovico Lodrone se ne andorono a Pavia da monsignor de Barbone, poiché Sua Excellentia non ha voluto venire a loro. Domani deve esser de ritorno. Il ponte sta dove era, el di spagnoli v. s. vedarà quello che se intende per le alligate. Rin-gratio vostra signoria de li advisi che la mi dà, et aspecto la risposta de la rechiesta mi fa lo Illustrissimo signor duca de Milano circa lo mandar uno mio castellano alla rocha de Ponlremolo, adeiò che possa risolvermi. Et a vostra signoria me raco-mando. Piacentiae, 27 Gennaro 1527. De Vostra Signoria TJti frater Guido Rangon. A tergo. Al signor Francesco Guizardino. Di sier Hironimo da Canal capitanio al 4591) Golfo, di 17 da Sibinico. Come era lì, dove si moriva forte in la terra; et dimanda biscoto. Noto. Partì adì . . . sier Marco Minio con la galla Soracomito sier Andrea Contarmi per andar Orator al Signor turco, al qual, oltra li presenti soliti, li fo dato di zoie.......... et uno bazil d’arzento bellissimo, et uno spechio ......et altre cose da donar a parte a Imbraim bassa per ducati 800. Dì Cypro, del Locotenente et Consieri, di Decembrìo. Dimandano si mandi a star de lì do galìe bastarde quale loro annerano contra corsari, et sarà di gran reputation a quella isola. Fo spazà per Collegio Marcho di Luchini, vadi rasonato dal proveditor Vituri per tenir li conti di pagar le zente. Da Corfù, di sier Zuan Moro proveditor di V armada. Voria li fosse dà licentia di venir a disarmar, maxime essendo fuora più fanò di capi* tanei che non sono galìe. È da saper. In questi zorni, domino Baldo Antonio Falcutio orator del duca di Urbin andò dal Serenissimo, pregando si scrivi a Roma destro modo, che’l suo signor mai servirà contento fin che’l Pontefice non li restituisca il suo Stado, zoè San Leo. Item, disse il Capitanio haverli scritto di Mantoa che non bisognava tanto acelerar il passar di le nostre zente (oltre) Po, maxime non movendosi ancora il minici erano in Milan ; ma tuttavia andaria a CaxaI (1) La caria 458 * è bianca.