15 MDXXV/, OTTOBRE. 16 in lulto son slà prexe per 1* armata del Doria et la nostra nave numero 22 et 12 da l’armala di Pranza, che assendeno a la summa de nave 34. Et hozi se aspectava el signor conte Pietro Navaro capila-nio de qui per proveder a tutte queste nave et tormenti, qual questa sera a hore 3 di notte è zonto di qui, el qual habiamo incontrato zerca mia 60 luntan per honorar la sua persona, et a hore 24 avanti il suo zonzer recevei lettere di l’ambassator di Roma, di 21, qual scrive haverli scritto una altra per avanti in quel zorno, qual ancora non si ha hauto. Et li scrive il caso successo a Roma, et manda la copia di questa lettera. Hor questa trieva falla per il Papa con li cesarei et Colonesi è stata causa del perder di questa città di Zenoa, la qual de facili si haria hauta con un poco di fantarie se ’1 non fusse intervenuta questa disgrazia, la qual adesso la sarà liberala et fuora di pericolo. Et tanto più che il Papa fa levar missier Andrea Doria de qui et andar verso Roma con tulle le sue galie, che è stala una malissima nova et haverà ingaiardì quelli di Zenoa, et zà comenzano a patir, et si haveria hauto speranza di haveria. Dovendo io romanir de qui con l’armada di Franza solamente, che saremo galie 29, non so quello si potrà far. Et venendo 1* armata di Spagna, come si ha partirà di Cartagenia a dì20 del presente non sa quello se dia far non possendo con si poca armada star a l’impeto, el slà in fastidio non havendo la voluntà di la Signoria. Et se ha dimandale galie bastarde non le ha dimandale senza causa, che se le havesse staria senza pensier, et in ogni caxo si prevaleria. Desidero saper di le cose di Cremona, haver questa Zenoa et la liberazion de Italia. Per questa porla l’imperador manda dinari, zente, vicluarie, cambi et ogni altra cosa necessaria per la guerra ; sichè Zenoa è di grandissima importanza, et Dio volesse la spexa fatta a Cremona fusse stà * fata a Zenoa, che saria stà molto più a proposito di le cose nostre, lo mal volenliera mi voria trovar con queste galie francese, perchè sono senza ordine et pericolose, et non sono di la foza di quelle del Doria, che una vai per doi di queste. Si duol si perdi una bellissima imprexa. Copia di la lettera di l’Ambassador a Roma. Clarissime tamquam pater. Per un’ altra mano de mie li ho significato la suspension di arme fatte tra la Santità di Nostro Signore et quelli cesarei et Colonesi, et quanto l’ha da fare cum l’armala sua. Hora li replico per que- sta lo ¡stesso, che debbi restar de lì con quella et lassar venir il magnifico Doria in qua, quando così li sarà ordinato dalla Santità Sua. Nè altro mi acade. A Lei per sempre mi aricomando. De Roma a li 20 di Septembrio 1526. Sottoscritta : Tutto di Vostra Magnificentia Domenego Venier orator. A dì 2. La note, la malina et tutto il zorno fo 7 grandissimo vento de syroco, el pur il Collegio si redusse, licet fusse gran pioza. Vene il Legalo del Papa con lettere di Roma del bon voler del Papa in star con la liga et voler dar danari etc., et parloe zerca il duca di Ferrara, et fo aldito con li Cai di X. Di campo di Lambrà, delprocurator Fixa-ni, dì 29, liore 5. Come erano ussiti di Milan 1000 fanti archibusieri, nè si sapeva a qual banda fusseno andati. Scrive colloqui hauti col Vizardini et mar-chexe di Pescara........... Da poi disnar, fu Conseio di X, per far le soe Zonte etc. Di campo sotto Cremona, del provedador Fexaro, di 30, hore 4. Come quelli capitani spagnoli haveano mosso un dubio, che havendosi reso a la liga et poi il Papa haver fallo trieva con li cesarei a Roma per 4 mexi con voler levar le zente et l’armata, era un novo accidente, però voriano perlongar il termine di zorni 6 di mandar a Roma da don Ugo di Moncada per saper come si haves-seno a governar; per il che esso Proveditor zeneral andò su li repari del castello a parlar a ditti capitani, dicendoli............ Item, scrive il Capitanio zeneral è andato a Castel Zufrè in mantoana a visitar sua consorte, qual par voy andar a Urbin. Da poi disnar fo Conseio di X, come ho dillo, 7* et veneno zoso a hore 2 di notte con vento et aqua grandissima, adeo stenlono li padri ad andar a ca-xa, et li sottoscritti elexeno di Zonta del Conseio di X, ma aziò tutti sapia li eleclori, prima noterò qui li eleclori, poi li elecli :