-‘83 MDXXVII, andati a Bologna. Iiem, come havia hauto' uno castello su quel de Carpi chiamalo Novi, qual si leniva per li signori di Carpi, nè mai spagnoli lo hanno potuto haver. È da saper. Fo mandalo a Ravena Marco Antonio da Faenza contestabile nostro, era a Cividal di Friul. Vene qui, li fo dà danari per 200 fanti, li qual li ha presti in Romagna. Item, vi va Zuan di Naldo capo di 100 cavalli lezieri. Eliam le do barche longe fono expedite. . 188 De V Agnello, del campo di Vìtralla, a li 4 di Zugno 1527. II conte di Caiazo, per non haver liavuto danari da pagar le sue genti, era per partirsi per venire verso Lombardia. Sua signoria, vedendosi a mal termine, come disperata andò la notte passata a lo allogamento del Guizardino, con intenlione, per quanto si dice, di amazarlo. Ma da poi che fu entrata nel paviglione, havendolo retrovalo dormire, mutalo consiglio lo svegliò, et li disse che alhora alhora voleva 400 ducali che li avanzava, altramente li farebbe poco piacer. Per il che il Guizardino, parendoli un’ hora mille anni di haverselo levato dinanzi, mandò subito per il thesoriero et li fece dar li ditti danari, per il ché subito si parlile. Et questa malina a l’alba s’è posto in via con 15 bandiere de fanti, de li quali la maggior parte sono di quelli che solevano star col signor Joanne de Medici. Et con loro sono andali molli altri fanti de le bande pagale che sono restate qui. Esso Conte, aviale le sue genti per la via che va a Viterbo, è venuto su la strada dove cambiava questo exercilo cum cerca 40 cavalli, et s’era fermalo ad cerio loco apresso Sulri aspeclando il prefalo Guizardino, con intenlione, come si dice, di volerlo pur amazar. Del che essendo ivi advertito, se ne volse fugir al signor Duca et al conte Guido per salvarsi ; ma inissier Paulo Luzasco che era in compagnia sua, gli disse che non dubitasse che lui non era per abandonarlo, el da pò che 1’ hebbe fallo fermare, con grandissima fatica per il timor grandissimo in che ditto Guizardino era, subito avisò la compagnia sua che stesse a l’ordine, el non si partisse da lui ; et oltra di ciò andò a parlar a li capitanei di fanti no-vamenle stipendiali da fiorentini. Et li narrò la cosa, pregandoli ad voler far in questo caso quel che era officio et debito loro el dal quale erano pagati, fosse assassinato nauti li ochi suoi. Tutti ad una voce risposero che più presto che comportare un tal gicgno. 286 allo erano per morire, et insieme con missier Paulo ritornorno al prefato Guizardino, il quale, vedendoli et intendendo il bono animo loro, tulio si ralegrò, et postosi in mezo di loro et de le funtarie, le quale caminavano si come fossero andate per combutere, seguì il suo viaggio. Essendo pervenuta questa cosa alle orechie del prefato Conte, lui subito se partile, et è andato a retrovar le sue genti, con le quale dice voler andar a meler in casa il signor Sigismondo de Arimino, et da poi andarsene alla volta di Parma. Da Vetralla, di missier Carlo Nuvolone, date 188* a d\ 4 Zugno. Scrissi alla Excellenlia Vostra per la mia di 2 di lo instante, la retirala nostra a Monleroso, et lo esser restati fermi in quello allogìamento il giorno seguente. Hora quella intenderà come hozi se siamo levati et senio venuti ad allogiar qui a Vetralla più al basso do Viterbo, et presso a quello circa a miglia sei. El hozi il conte di Oiiazo s’è levato da nui cum tutta la sua banda, el ancor con molti altri fanti cassi, perchè a nome di Nostro Signore non se paga più alcuno, et li Signori Fiorentini sono resoluli de pagare solum 4000 fanti. El s’è faclo eleclione de alcuni de quelli del signor conte Guido, et così de altri de quelli de le Bande nere. È andato in questo numero il conte Azo da Casalpò, et di novo se n’é promissoa questo Conte, 400 a Luca Antonio, et 200 ad Hanibale che sta con Vostra Excellenlia. El prefalo conte de Caiazo boggi è andato ad alloggiare a Viterbo, el dice dì voler venir in Lombardia, et fa il camino per Romagna. El è con lui il signor Sigismondo di Arimino, dove si crede che qualche novitade debbano far in quelle parte. Esso Conte è comparso hozi con alcuni armati da poi la sua partila, et se tiene per cosa certa che volesse amazar il Guizardino, et lui di ciò ha havulo grandissimo sospetto el paura. Dimane mattina parte tutti li fanti del signor conte Guido Rangone, che non sono compresi nel numero soprascritto, el esso Conte poi dimane parte per venir in Lombardia, el simile fa Guido Vaino. El signor Gui-zardino dice anche lui, che subitoche Nostro Signor habbia preso quello accordo che potrà bavere, che’l voi andare da Sua Santità, non gli volendo mancare de servilii sì nella adversa come ha latto nella prospera fortuna, et dice già haver scritto a Firenze che vogliano mandar quà in campo un comissario, perché ogni modo à deliberato cosi voler far. Dimane