351 MDXXVII, G1DGN0. 352 Et poi andò in renga sier Polo Bragadiu è Pro-vedjtor ale biave, dicendo è slato a Ravena con farine, ha visto la terra eh’ è mollo grande, bisogna gran guardia. Era il conte di Caiazo con...... fanti et zelile d’ arme, et dubitavano, però voria si mandasse uno Provedilor et più grossi presidii di quel si fu, perchè havendo Ravena si bavera "200 milia stara di frumento. Et nota. Sier Alvise Capelo aricordò si mandasse Andrea Vasallo capitano con homeni 200, di questa terra, in Ravena, el presto. Et il Serenissimo rispose al Bragadin, narando bisogna proceder per questa via, perché quando fo tolto Lodi, il re d’ingalterra ere:leva lo lolessemoper nui. Quando fu presa Cremona, il re di Franza credeva questo inslesso, sì die bisogna andar per questa via pian pian, veder di liaver Ravena ; però la letlera sta ben, el quanto a scriver a Zuan diNaldo, bisogna far cussi per non mostrar ambition di ha- verla. Et andò la lettera et fu presa. Ave..... Da, Crema, del Podestà et capitario, di 17. Come in questa sera è giolito qui lo illustrissimo signor duca di Milan, inconlrolo dal clarissimo pro-veditor Contarmi, signor Janes el io, et li fes-semo grande proferle ; el qual ne racolse con grande amor, et benché cerclia el precieder fosse longa contenlione, nondimeno poi fu posto in mezo il Proveditor et Sua Excelleulia di sopra di me, ancorché per niente voleva assentir, tamen parsemi cussi esser mio debito etc. E con lui Alvise Sabba-din secretano. Copia di una lettera data in Brexa alti 18 di Zugno 1527, scrita per Graeiadio di Colli cithdin Irexano a Vicmtio Guidoto secretano ducal. Da novo di qui, ho trovalo cose stupende. Prima una inexplicabile fame, uno tumulto incredibile di persone et miserime et mediocre, ottani di quelle 'che estrinsecamente appareno grande et tamen si moreno da fame, et ho propriis oculis veduto et udito un numero di cinquanta insieme tulli ad una voce cridar misericordia ala porta del palazo di questo clarissimo Podestà, qual era serata credo a bon fine. Et mi è slà certalo, che da 8 dì in qua non si vede, non se intende altro che questi clamori, et cossi è per tulle le contrade piene di tal persone che vanno mendicando, et molte ne ho visto io che mi hanno fallo meraviglia, come pos-gino sustentarsi che non caschino da debilità, così sono estenuati. Asomigliano propriamente a cadaveri traili delle sepulture, nè alcun si Irova che li succorri, né con danari nè senza danari. In niun loco si vende biava, nè farina, nè pane senza licenlia, nò questa si po’ liaver di più di mezo staro. Mi crepa il core. Vi significato uno altro prodigio grande et miracoloso, del qual si po’ancora prender speranza che la Divina clemenlia in tulio non ne vogli abandonar, purché noi ritorniamo a lei el far bona penilenlia de’ nostri errori. • Alli 14 del preterito, alrovandosi una giovane orpìiana di padre et madre di etade 22 anni formosa et intiera di corpo et di mente nelle parte di Valtrompia, lonzi di qui zercha 20 milia, el vicina a Collo per cinque miglia, stata molti anni con dui fratelli pupilli con i quali è stata bona matre et palre, et alora uno di quelli nel letto amatalo senza alcuna sostanlia, non tanto di curarsi di la infirmila ma pur di vivere, et sentendolo la sorella lamentarsi della sorte sua et maxime della fame, gli disse : « Deli fradel caro, non li dubitar che io voglio andar a far un fasso di legne qua nel bosco (qual li era vicino), et lo portarò a 1’ hoslo pregandolo che mi dia un poco di pane incontracambio, finché Dio et la gloriosa Madre me aiuterà per altra via. » Et così tolto uno manarazzo in mano overo manerino, andò et cominciò a voler tagliar da piedi alcuni virgulti che erano insieme al bosco, per far di quelli un fasso di legni. Et nel primo colpo che li dete cussi apresso la terra, saltò fuori a guisa de una Ionie che ivi scaturisse grande quantità de monete d’ arzenlo, di stampe non mai più viste. Qual cosa vedendo, slupefala questa giovene si fece el segno di la Santa Croce, et dubitava che questa fosse una lentation diabolicha, o qualche fantasma, et non cosa vera. El pregò la Madonna la volesse aiutar, dela quale costei era gran devota, per quanto si ha trovato per il processo formato per il reverendo monsignor episcopo famagustano domino Malhio de Ugouibus suffraganeo ; et fu inspirata de non dubitar, ma procieder a tagliar dillo bosco de virgulti, el cossi fece. Et scaturì similmente fora di la terra tante monete del più fiuo argento che mai fosse visto, che ne ricolse pieno el grembiale, el corse ala terra a mostrarle el narar il caso alli primi di quella villa, che se chiama Beve-gno. Et molti ne andorono a quel medemo loco, et con sape et con altri instrumenti a taiar la terra, et cavare etiam taiar legni, ma non fu persona che trovasse alcuua cosa. Al quarto giorno sequente, costei sola con la sua corona in mano, andando a