339 MDXXVII, GI0GNO. 340 oratore bene informato della verità. Dice che vuole arivare a Fiorenza et a Venetia, poi andare a trovare il suo Re. Tornò heri da Fiorenza un homo mandato dal signor marchese di Saluzo a rizercar quelli Signori de la confirmatione de la liga ultimamente fatta con quel Stato, overo de nove obligatione per le qual havessero a perseverare, con offerta et promissione di tutto quello che ponno sperare de sicureza de questo exercito. Et in sustanza referisse, che con-iirmar non gli pare, et a nove obligationi non vogliono venire, et dicono che volendoli difendere fuori del Stato loro non mancarano di sborsare et fare come per il passato hanno fallo, et ciò che po-trano, et benché le parole non siano siate le mede-225* sime, sono simili. Il perchè se iudica, che non vo-rano esser defesi, et lemesi che non pensino a nove pratiche ; ma intendesi che acumulano denari a furia, et havendosi qualche altra coniectura. Da Roma se intende che pagava la gente, et che Colonesi hanno, fra gente mal pagala, comandala et volunlaria adunato cerca 8000 fanti con li quali dicesi che voghilo incaminarsi a la via di Spoleti. Il signor marchese di Saluzo per haver chiareza de le cose di Fiorenza el far ogni sforzo de indur quelli Signori a perseverare a proposito nostro, vi ha remandato slamatala il signor Ghrisloforo suo zio. Mollo magnifico et generoso signor cavalier Casales. Vostra signoria è stata presente a la consulta generale havuta questa reatina, et ha inteso distintamente tutto quelo che si è ragionalo de le occorrenze et necessitale del presente stato de Italia. Dal che, et da la nolilia che la può haver haulo de le cose passate, può anco haver presa quela informatione che io possa darli del parer mio cerca el bisogno de le presente et future, sopra le quale tulle me rendo certissimo che Vostra Signoria babbi a fare quella fedel relalione a la Maestà serenissima del Re suo et mio signore, et medesimamente in ciascuno loco ove li occorerà parlare, che se può aspettare da la verità. Il perchè, rimettendomi a quello che Vostra Signoria sa et a la copia eh’ io li ho data di la in-strutione mia a monsignor di Asti mandato a questi proximi preteriti giorni in Franza, non dirò altro zirca ciò. Ma venendo a la richiesta che Vostra Signoria ha fatta a lo illualrissimo signor marebexe di Saluzo et a me, che gli diamo in scriptis quello che offeriamo et promeliamo di fare a sicureza de te cose di Toscana finché arivassero i soccorsi adi- mandati, et che se aspectono, dico che io per la parte mia, come anco afferma lo illustrissimo signor 226 Marchese per la sua, prometto che, accresciute le forze che hora Sua Excellentia et io governiamo fino al numero di 16 inilia fanti solto buoni capi, che siano tanti in effeto de quelli che migliori potemo haver in Italia, poiché possiam dire el bisogno esser presente, et havendo quel numero di guastadori et altre provisione cioè le victuarie necessarie a tale impresa, con el pagamento ordinato, di sorte che per esso non habbia succedere un disordine che rovinasse il tutto, et possendo noi valerci secondo che a noi paresse che portasse la necessità et la ragione del stato de le forze et cose loro, cosi per servigio universale de la liga et loro, come che noi, per rincontro, intendiamo di expor per il loro par-ticular solo tutte le forze di essa lega che noi governiamo et governaremo, et l’auclorità nostra et le persone proprie, di modo che per il lor particolare et per 1’, uni versai servigio possiamo fare come che per una cosa medesima ; prometto come ho dello, per la parte mia, quando iusta causa non me impedisca, il che dico per parlar con quel rispecto che si conviene, diffendere Fiorenza et il Stato fiorentino da quelle forze che nemici hanno a questa banda. Et di questo non mancarò se non o per morte o per pregione de la persona mia, et come che mi obligo a questo dal canto mio, cosi in alcuna parte mancandosi da quello di Signori fiorentini, alora me intenderò fora di questo obligo. Da lo exercito de la lega apresso Viterbo, ali 11 de Zugno 1527. El duca de Urbino de man propria. A di 17 Zugno 1527, in Conseio di X con la 2270 Zonta. Fu preso, che tutti queli che per tutto il mexe di Luio si obligerano condur in questa città fermenti da Cao Malio in là a banda destra de la Sicilia, Barbaria, Alexandria et Egipto, per tutto il mese di Decembrio proximo babbi di don soldi 20 per staro. Et quelli vorano baver il quarto di tratta, habbi solurn di don soldi 15, et possi condur li ditti fermenti con ogni navilio, si terier come forestier et raguseo. Item, quelli si ubligerà a mezo Luio proximo (i) La carta 226* * bianca.