11 MDXXVII, MAGGIO. 12 conclusa per il Pontefice in questi giorni passati, in voler esser con la Christianissima Maestà et Illustrissima Signoria nostra, et non voler più compo-sitione cum Cesare. Nella qual liga se comprendeno etiam li Signori Fiorentini, li quali hanno facto una promissione in scriptis de non voler più loro senza consenso de li confederati tratar alcun acordo con Cesare o soi agenti. 11 clarissimo provveditor Pixani et orator Foscari, intervenendo etiam lo illustrissimo signor duca de Urbino et signor Marchese, non hanno possuto operar tanto che li Signori Fiorentini volesseno obligarse a lenir in Toscana uniti con li exerciti di la liga 10 milia fanti, nè altro numero ; ma se ha capitulato che in termine di uno mexe se debia dechiarir et exprimer il numero delle gente che doveranno tenir essi Signori Fiorentini conre confederati, sicome più partieular-mente il lutto scrive ditto orator Foscari. Fo parlato in Collegio di scriver a Roma, et fatto notar per sier Marin Bondimier Cao di XL, voler la lettera con questo si elezi de praesenti uno ambasador a Roma in loco di sier Domenego Venier. Tamen niun di Collegio havia notà questo, et poi tutti fece notar etiam di far il prefato Orator a Roma. Vene in Collegio il fìol del signor duca di Urbin capitanio zeneral nostro, di età di anni. . . nominato Guido Baldo, unico fìol, venuto de qui per segurtà di la sua persona. Aloza a Muran in eha’ Capello. È simile al padre. .Scompagnalo da molti soi et da messer Baldo Antonio orator del signor Duca et da Hironimo Sara genovese, qual ha il cargo per il capitanio di provederli di tutto, et è con boche ... 11 Serenissimo li fece carezze, li sento apresso . ........... Da poi disnar fo Pregadi per scrivef a Roma, et ordinà Conseio di X con la Zonta poi Pregadi. Di Bergamo fo lettere del proveditor zeneral Contarmi, di ultimo. Con avisi hauti da Mi-lan, che Antonio di Leva è per ussir etc. • Di sier Zuan Moro proveditor di l’armuda, date a Corfù, a dì .. . Come è lì con una sola galìa, dove è grandissima carestia di formenti. Era stato per haverne verso . . ., et non ha potuto • haverne. Di Zara, di sier Nicolò Trivixan proveditor zeneral di stratioti, di 16. Come ha haulo aviso, turchi esser per venir verso Segna insieme con le zente del Vayvoda novo re di Hongaria. Et che a Obrovazo erano zonte 2 fuste del Signor turco. Et come, havendo scritto li sanzachi li vicini che era slà fatti danni sul suo per uno di nostri nominato in le lettere, qual nomeva . ... , unde lo fece prender, et examinato ha trovà haver fatto molli danni su quel del Turco, unde l’ha fallo apicar. Fu posto, per i Savii del Conseio et terra ferma, excepto sier Carlo Contarmi, che a sier Domenego Venier orator nostro a Roma se scrivi una lettera, prima con uno exordio molto longo, dicendoli l’ha fatto mal senza commission nostra haver sotto-scritto a una liga de la natura che la è, dannosa a la Republica nostra, perchè ne dà cargo grande, et si meravigliamo l’habbi conclusa senza darne prima aviso, et con altre parole; però vadi dal Pontefice a dirli haver hauto nostre lettere che questi capitoli sono di sorte che non piace a nui, sì per il cargo ne dà di dar danari hessendo sopra sì gran spexa, come di altro. Et li diga, non havendo lui sindicà, è de niun valor, però Soa Sautità voghi non alterar più quello che non ha potuto far ; ut in litteris. Concludendo, cusì come l’ha fatto la liga senza nostra saputa, voglii operar col Pontefice quella sia di niun valor, per non esser lui Orator in perpetua nota del Stado nostro. Con parole di tal sustantia. Et da mo’ sia preso che de praesenti sia electo per scurtinio uno Orator a Roma con cavalli 12 et 4 slafìeri con ducati 140 d’oro in oro al mexe, con pena di ducati 1000 d’oro, et parli fra termine di zorni 15 in loco del ditto Venier, con la commission le sarà data per questo Conseio. Et sier Carlo Contarmi savio a terra ferma vuol la lettera, et leda quanto a.l’exordio et il far di P Orator a Roma, et che non si scrivi di capitoli expresse, come in la lettera di Savii si contien ; ma si dichi solum per esser capitoli che non è a proposito del Stato nostro, et che ditto sier Dome-nego Venier vengi in questa terra, ut in parte. Et parloe primo sier Carlo Contarmi per la sua opinion, dicendo che ^ Et li rispose sier Domenego Trivixan el cava-lier, procurator, savio del Conseio, dicendo bisognava chiarir la causa perchè non volevamo questi capitoli, per haver scritto in Franza cusì, et . . . Et compito sier Toma Lipomano el Cao di XL messe voler le lettere ora lccte, con questa condi-