633 JIDXXVIJ, AOOSTO. 634 la porta. Sua Maestà andò più de uno miglio fuori di la terra, et (ulti eraino in habilo di cavalcar, cum li stivalli in saglio. El veduto che ebbe il reverendissimo Eboracense il Re, spinse la mula quanto puotè, et levato il capello di lesta et la bareta lo abra-ziò, el Sua Maestà lui, pur con la bareta in mano; el stati un puoco in ragionamento, stando sempre il Cardinal-con la barela in mano, et facto tandem coprir da Sua Maestà, se aviorno verso la terra, et da man mancha si mise il prefalo Cardinale, quale spesso, secundo li ragionamenti, si cavava non so-lum il capello, ma la bareta, et con la mano Sua Maestà si forciava che’l si coprisse. Con sua reverendissima signoria era in compagnia, oltra li altri prelati, li reverendissimi cardinali Lorena et Yan-domo. Gioliti alla (erra, furono sbarali molti colpi de artellaria, et intorno vi erano li soldati della guardia, chi con schiopi, chi con archi, chi con balestre. Ne la (erra erano da cinque solari cum re-presenlation dilla uniorte del re de Angellerra con questa Maestà, et lutti conveniva in questo che succederla la pace universale, che il Signor Dio così prometti. Et hessendo Sua Maestà con il prefato Cardinale apresso li palazzi de 1’ uno el l’altro, sua reverendissima Signoria volea acompagnar il Re, el Sua Maestà non volse ; et qui vi fu uno puoco di altercatone ; tandem il Re vinse, et se aviorno verso il palazzo del Cardinale. Et hessendo alla slrada per mezo il suo palazzo, Sua Signoria reverendissima iterum fece resistenza con la barela in mano, et tante fiate che era troppo. Sua Maestà volse arivar fino al palazo, et arrivato, il Cardinale pregò Sua Maestà che lo lassasse venir ad accompagnarlo, et lei non volse; spinse la mula uno bon pezo per andarvi, ma Sua Maestà non si volse mover. Et il Gran maeslro et altri signori pregò Sua Signoria reverendissima che non facesse questo, perchè il Re mai se parliria de li; de sorte che Sua Signoria reverendissima fu constrelta a ritornar, et smontato a piedi, andò a Sua Maestà con la barela in mano, et siete uno pezo al suo cavallo acoslalo, et ringratiò Sua Maestà di tanto honor. Et con questo Sua Maestà se parti, et (ulti andorno alle sue stantie. Questo abocamenlo spero farà succeder gran ben alla cbrislianità. Di Spagna, di sier Andrea Navaier ora-tor, da Vaiadolit, di 29 et 30. Scrive come era la peste lì, et che Cesare si partiva per Burgos. ltcm li oratori Pranza et Anglia erano stati insieme per haver la risposta da Cesare, qual li dava bone parole* et clie’l voi far la paxe generai, et havia expedito in Italia uno chiamalo....., et expe- diria immediate il frale zeneral di San Francesco, qual è slà riscosso di man di mori con ducali 3000, con ampio mandato di liberar il Papa et cardinali. Del Bosco, del signor Tlieodoro a missier Evangelista, di 15, hore una. Come era zonlo l’araldo mandalo a Zenoa con uno altro di quelli deputati a la balia, et per nome del Doxe, a luor salvo condullo per venir li oratori a capilular ; el qual ge è slà fatto. Item, scrive come quello ha ditto, il Gran canzelier esser montato in uno bre-gantin e andato a Monaco, dove quel signor è gran imperiale. Adì 19. La matina, non fo lettera alcuna. Li 422* Cai di X stelle assà suso in Collegio. Sier Alvise Mocenigo el cavalier Consier, voleva Pregadi per far la elelion del vescovo di Treviso. Vene l’orator di Milan. Vene monsignor di Baius, et ave audienlia con li Cai di X. Vene l’orator di Anglia con a visi de Ingilterra. Fo balotà certe parte, intervenendo li dacii, in Collegio con li Cai di X, et li Savii sopra la merca-dantia, et Governadori, ut in eis. Dapoi disnar, fo Conseio di X con la Zonta. Fo posto una grafia di sier Marco Bragadin fo dazier, fo di sier Andrea, debitor di le Baxon Nuove, qual voleva salvo condutto uno mexe ; et ave 14 et 12 ; et fu preso de no. Fo balotà 30 debitori di le Cazude, tra li qual sier Andrea Diedo qu. sier Antonio, grosso debitor; el rimase in gralia Ire soli : sier Lion Viaro, sier Piero Michiel qu. sier Polo, sier Piero Dandolo qu. sier Alvixe. Di sier Piero da cha' da Pexaro procura-tor, orator, fo lettere dal Boscho, adì 16, con P aviso di heri sera, che si ave per via di missier Evanzelista, per lettere del signor Thodaro di le cose di.Zenoa. Et come Lulreeh non si voi partir fin non veda la resolution di Zenoa. È lettere d i signor Cesare Fregoso, era mia 15 lunlan di Zenoa con le zcnle, et andava verso Portofin, perché el Doria voi al tutto haver quelle nave et il luco, dove intende esser da 200 milia ducati di zenoesi di valsente. Scrive, Lulreeh ha expedilo uno suo zentilhomo al duca di Ferrara a exorlarlo voy esser * con la liga, con firmarli Modena, farlo capitanio, eie. Item che li 700 alemani lanzinech i ra nel Boscho, hessendo acompagnati verso Aste per andar in Alemagna, é slà conienti restar a soldo di Lulreeh prò-