281 MÜXX1X, NOVEMBRE. 282 falò 9 voxe et tutte passoe. Et fo ballota fino passa le 24 bore di assà. Li procuratori baiotali per ordine sarano qui avanti scripti. 195* Procuratori di laprocuratia de ci tra, di quatti do diano rimaner per intrar nel Conscio di X con la Zonta. 196 Copia di una lettera del Conte di Caiazo, data in Bergamo a dì li Novembrio 1529, dri-zala a domino Francesco de Nobili et me-sier Julio de Mali soi agenti in Venctia, ricevuta a li 22 Novembrio. Amici carissimi. Per haver si rare lettere da voi quasi ne anche io vi voleva scrivere, si anche per non haver chi scrivesse, non di meno non voglio restar ch’io non vi ragliagli di le nuove di qua, così cerca a le repa-rationi di Bergamo, a le quali non si manca de continua diligentia et solecitudine, et fin hora gli Inibiamo redutti in essere tale che puoco habiamo a temere li inimici. Cassano, nel quale erano dui capi di Cosare da Napoli con le loro squadre per custodia di esso luoco, questa sera son venuti da me, et fatomi intendere qualmente lo resero giobia proxiina passata a Valacerca capitanio imperiale, il quale gli andò con circa 40 cavalli dimandandolo a nome del conte Lodovico Belzoioso, che si trovava fino a Melignano con l’esercito de spaglinoli et italiani et con l’artellaria. Io, conoscendo tanta villa et dapo-c.igine ne ditti capi che hessendo in luoco dove ha-vevano il ricetto et il castello, che potevano ciascuna de quelle due fortezze expetare tre giorni di batteria, et che gli è avanzata 11 sachi di farina de monilione, el che da mò erano avisati ad nou aren-dersi per modo alcuno, perchè andandoli poca gente se soccoreriano et andandogli tulio il campo li acerlava che non si poteva fermare due o tre giorni et non più, sicché non havevano a dubitare in conto alcuno, et conoscendo non solo la perdila di quel luoco ma per consequente quella de tutta la Gieradada, per darne exemplo ad altri ho ordinalo che siano impicati per la gola. Paulo Luzasco l’altro beri corse la strada fra Lodi et Crema, el nel ritornar a Martinengo, dove egli allogia, comandò a Caravagio, Trivilio, et quelle altre terre circumvicine di la Geradada che faces-seno del pane a forza per la inonitione del campo imperiale quale haveva da passare. De le terre sottoposte a queste ce se ne polrano li nimici puoco prevalere, per haver io fallo ridure da tulle loro ogni cosa dentro la cibi, excelo da due, cioè Or-gnano et Collogno, quale si sono accordate col ditto Paulo Luzasco, talché non si è potulo fare altra provisione. Quello dico quanto al piano; de la montagna penso ben li nemici non faciano qualche disegno, ma io non li mancherò de tutta quella diligentia et provisione che mi sarà possibile andando però sempre advertitoetcauto.il conle Ludovico Belzoioso si Iruova ora con lo exercito detto di sopra a Melzo, et dicono di giltare di giorno in giorno il ponte a Cassano per passare, sichè staremo a vedere quello che fa rano ; ma, se la sorte li contradice a l’impresa di questa cilà, spiero in Dio di rompere i! corso a questa felice rotta di fortuna imperiale, nè credo che le cose li succederanno così a loro disegno come forse altrove han fallo. Porete far intendere al Serenissimo principe, per parte mia, che il capilanio Gagnola è qua, et fa ogni diligentia el fatica, el quanto gli comando per benefìcio di questa terra, et senza pagamento: egli non cessa de la sua buona servitù et merita la compagnia, et fra tanto che non è, almeno li dovesse co-rere la sua provisione, perchè altramente questo saria un dare mal exemplo ad altri et levarli l’animo da servire con tanta affectione quella illustrissima Signoria. Sier Gasparo da Molin, procurator, di sier Toma, ■j- Sier Vicenzo Grimani, procurator, di sier Francesco. Sier Antonio di Prioli, procurator. Sier Hironimo Zen, procurator. Sier Marco da Molin, procurator. • Sier Antonio Mozenigo, procurator, di sier Alvise el cavalier, f Sier Andrea Zustignan, procurator. Sier Lorenzo Zustignan, procurator. Sier Andrea Gusoni, procurator. Sier Francesco Mozenigo, procurator. Di Cremona, fo lettere di sier Gabriel Ve-nier orator, di . . . Come il duca havia hauto il salvoeondullo da !’ imperato!* per andar a Bologna, et cusssì parliria a di ... ; et era zonta la ganzera di Ferrara. Scrive, lui orator ha auto l’ordine di la Signoria, el andarà insieme con ditlo duca a Bologna.