647 iroxxvn, AGOSTO. 648 compassione ¡1 questa povera Italia, quale horamai se po’dire esser tutta rumata per li molti danni et mali che la ha patito. Scrive anche haver consigliato che lo exercilo eh’ è apresso Roma vadi cum quella mazor diligentia sia possibile al soccorso del Stato de Milano perchè vede cb’è le cose in manifestissimo periculo per la venula de francesi, in caso che ’1 soccorso non gli vadi et presto. È stato anche intercepta un’ allra lettera del serenissimo principe don Fernando, che scriveva a l’Imperatore, facendoli intendere che per il gran travaglio che lui ha di le cose di Hongaria non poi mandar zente al soccorso de Italia, dicendo che saria bene pigliare li danari che hanno guadagnato li soldati al sacco di Roma, che lui li faria cauti di essi sopra li banchi, che sariano securi de non perderli ; et che di essi dinari si polriano far nove gente. 432 Scrissi a vostra signoria cl disordine occorso di quel capitanio de grisoni che fu morto col suo bandirale nel quartiere di lanzehenechi, et quanto havevano haulo a male li sguizari questa cosa, et ¡1 modo ehe si era tenuto in quietarli, promettendoli che si farebbe iustilia. Et perchè il colonello di lan-zichenechi si monstrava molto freddo a castigar li delinquenti, li sguizari questa malina,ne la bora del disnare, acompagnali da le gente francese et da piede et da cavallo, venero in ordinanza fin apresso il logiamenlo de lanzehenechi cum intentione de combatergli per vendicarse de la iniuria ricevuta. Essendo pervenuta la cosa a notitia di questi signori, loro signorie subito montorno a cavallo et andorno prima a ritrovare li sguizari, quali.tuttavia marchiavano, et dimandandoli che volessero dir, che causa li induceva ad voler far questo. Risposeno perchè non si faceva iustitia. Alora il signor Duca li disse che soa signoria havia procuralo et tuttavia procurava che la si dovesse fare ; et che quando lanzichenechi fossero de altro animo, che lei cum le sue genti voleva essere insieme con loro a far le sue vendette ; ma quando anche fossero castigati quelli ehe haveano fatto il male, loro se ne dovevano conlenlarse più presto che far la vendetta cum 1’ arme; perché da uno canto 0 da l’altro sariano morii molli homini da bene, che non havevano colpa di zio. Et li pregò che per amor suo non volessero procedere più olirà ; ma aspectare fin tanto che lui havesse parlato cum lanzehenechi. Et cussi essi dissero che expectariano ; ma che erano risoluti di combatere ogni modo nauti che si levassero de ordinanza, in caso che la iustitia non si facesse alora alora nanli li ochii loro. Cussi il signor Duca andò a li lanzehenechi, quali erano in bataglia, dispositissimi al combattere, et narrò al colonello tutto quel che l’haveva operalo cum svi-zari, et lo fece capaze del periculo in che lui se ritrovava cum tutti li soi in caso che la iustitia non havesse loco, perchè non solamente li sguizari, ma li francesi et le gente, de fiorentini erano armali conira de loro, perchè non erano per comportare 43.1. che uno tanto delieto andasse impunito ; adiungen-doli che Soa Excellentia cum tutti li soi era venuta per andarli adosso. Il colonello li rispose che lui haveva fatto et faceva il debito suo perchè la iuslilia havesse loco, et che haveva fatto destenire uno suo che era sialo auclore de la morie del capitanio gri-sone ; ma che li altri che erano stati in compagnia sua ad amazarlo se ne erano Tuzili, et che lui non sapeva far altra provisione se non in procedere contra quello che haveva pregione, et quello era per darlo in mane a sguizari adziò che loro ne facesse la iustitia. Replicogli il Duca che questo non . bastava ; ma che era necessario che si dessero 5 obstagii per monstrar ehe non si era per mancar di iustitia, et ricercò il locotenente del colonello, dui capetanii et dui bandirali ; al che lai rispose che non era mai per far questo, ma che Sua Excellentia era patrona, et che pigliasse lei quel che gli paresse, che tutti erano a sua obedienlia. Instando il Duca che’l voleva che lui colonello facesse electione, non fu possibile che’l la volesse fare, dicendo che lui prima era per darsi pregion in loco de (ali obstagii. 11 Duca si contentò di acceptarlo, el subito lo mandò al loco dii signor Proveditore. Poi Sua Excellentia ritornò a li sguizari, et gli riferse il lutto sperando aquietarli con questo ; ma loro non si contentavano et volevano il diclo colonello ne le forze loro. Et stando su questo, cominciorno a mardiiarea la volta de li lanzehenechi. Il che vedendo, il Duca pregò il cornissario fiorentino volesse far spiuzere le sue gente inanti, et che facesse intendere ali sguizari che lui era per esserli inimico in caso che si disco-slassero dal dovere. Così fu fatto. La qual cosa'fece andar li sguizari retenuli et se firmorno subilo ; poi si tornò a parlar insieme, et li fo fallo conoscere che ’I non era iusto nè honesto che loro dovessero bavere il colonello ne le mani ; el che domandassero cose licite che non se li mancaria in conto alcuno. Per il che loro rizerchorno che si dovesse far la iustitia de quello che era in pregione in presenza loro, et che si usasse ogni diligentia per ritrovare 433 li altri malfaclori, el che il colonello non fusse libo-