329 HDXXIX, DICEMBRE. 330 che di guerra, laiche fazio questo argomento che, vedendosi tante bone et sante provision per difen-sion di una causa lauto iusta et ragionevole, questi Signori babbino ad ogni modo almeno a conservarsi nel presente stato et governo. Et siben lo assedio è grande et venga magior numero di genie, la città è talmente munita et provista, che non sarà 228 mai sforzata, et la grandezza di Fiorenza consiste in # Ire cose: in danari, in huomini et ne le forleze et del paese et di luogi. Quanto a danari, le intrate publicc sono grandissime, perchè il stato è assai granilo, del qual cavasi conveniente frullo, talché a tempo di pace olirà ogni spesa se ne ripone in avanzo bona quantità, che olirà ehe vi è di più la entrata de la città, come sono le porle, la donna, il sai, le decime, le graveze de cìtadini et le nove provision bora fatte per il trovar danari, come é di vender li beni di le arte et di ribelli, che si caverà da 300 milia ducali da spender lutti in le presente ocorrcnlie se’ 1 bisqgnarà, talché non è dubio alcuno che ’1 sia per mancar danari, oltra che non vi è alcuno che non sia pronto quando quelo mancasse di partir le proprie facilità con li soldati, che li defendono. Quanto al numero de li huomini, hanno fora de la cillà scritti a rolulo da 30 milia persone da portar arme in dosso, ne la cillà da 10 milia, da 18 fino a 4Q anni, olirà la genie pagala che sono dentro a queste mura 8000 fanti di florida gente ; et per le altre sue città, dove è di bisogno, fino al numero di 17 milia teste, che a un suon di campane le possono redur tutte insieme in exercitata iriililia. Pensate si questo è mirabile et si é bastante a difendersi in ogni grandissimo impeto. Quanto a la forteza del paese, è di sorte, se ’I nemico é tenue, non può nocere, si è potènte et numeroso, non vi po’ viver. Et questo si è visto et ve-desi per experienlia, che obstanle habbiano una Perosa, un Arozzo, una Cortona de inimici, che continuamente li suministra viluarie, puliscono grandemente. Quanto a le forteze di luogi, questa città è riduta de bastioni et munition inexpugnabile et tremebunda per lo infinito numero di boehe da fuoco che la circonda intorno intorno ; di Pisa et Ligorno, et la citadella di Arezo et Prato, non vi dico, che è cosa nota et ne è piene le carie del silo et reparation loro. Siche iudicale quello possi suc-dere, quando ben fosse prefissa la opinione di voler con tutte forze veder il fine di questa impresa, la qual forsi potria andar a la longa, che faria che il 2-28* viver si incareria mollo più di quello che si voria ; et il durissimo ambasciator, oltre la numerosa fa- meglia, che siamo da 17 boehe et 7 cavalcature, continuamente si ha la tavola piena di zentilhomeni, che per honor è necessario far così in questi tempi, il che li pnrturisse credito et riputation, et la soa liberalità è acompagnala da lodevoli costumi et da la virtù, è origine di ogni lionor et di ogni ben, et sempre é meglio voluto et in gran veneratone a-, presso questi Signori et in gran credito, et fanno conto di sui prudentissimi aricordi. El rnandovi doi epigrami fatti per soa magnificenlin in laude de questà città, et non solum sono bellissimi ma vendichi. E stato deliberalo che’I magnifico missier Lorenzo Strozi che fu eleto ambasciator de lì, se ne vengi quanto più presto potrà, tal che si pone ad ordine el di breve sì ponerà a camino. Nemici stan nei soliti alogiamenli del Gaio et di Giramonte, nel fango fino a gli occhi, et si sono posti a tirar al campatiiel di San Miniato, che con dui pezi lì fa grandissimo danno, et gelano via la polvere et le ballote, perchè, olirà che di 100 tiri non vi agionge uno dentro, è talmente munito di sachi di lana el slramazi, che non se li pò far nocumento alcuno, Et ne le scaramuze et imboscale, che ordinariamente si fanno ogni giorno, sempre nemici riportano la peggior con danno et vergogna loro, et I’ honor et la laude non manco è di quelli che sono usali ne le arme di quello che è di la valorosa gioventù di la militia di questa città, che sono tulli nobili et in-geniosi. Et è stà deliberalo di far uno miglio atomo la spianala che non vi romagna nè tetto nè brusca, la qual deliberatoti subito publicala, non solamente vi fu alcuno che si dolesse, ma li patroni de li propri poderi uno a regala di I’ altro sono iti a porvi il foco ne li propri richissimi el superbissimi edifici, a tagliar le viti, gii olivi et altri frutari, cosa compassionevole ma memoranda et degna di admira-lion a veder una tanta generosità d’animo per la conservatoti di la libertà publica, senza la qual le facilità privale non sono sue. Nè mi soccore altro, si non Idio vi conservi sani. Iuppiter aetberia superis comitatus ab arce, qua rigat hetruscos clarior Arnus agros, Inviotam victore urbem dum laudat ab hoste jamque humana fecit gloria corda deum Mercurius Pboebusque una contendere bonores vindicat aeternoa urbis uterque sibi At Mavors : mea laus omnis ; mihi cedite quando coelo accepta virùm facta referre decet. Illustres artes vestrae, puleberrima dona; attamen illa meo munere tuta vigent