617 UDXXVU, AGOSTO 618 tornato da Lulrech, referiva quelli dal Bosco non haver vicluaria, nè meno polvere; et questo per-, che non tiravano alcun colpo di arlillaria. Et die li nostri haveano fatto molte mine et aspeclavano l’artillaria, de la qual ne era già zonti pezi tre. Et che con desiderio monsignor di Lutrech expe-tava li fanti 1000 et altre zeute erano con ditto Pexaro, et che sua signoria mandava a incontrarlo fino a Vogera con 150 homeni d’arme. Et di più diceva ditto signor Cesare, li lanzioechì esser gioliti in Ivrea ; tutti li lochi di là da Po sono vacui de inimici, excepto Silvano et Casal de la Noseta. Scrive mo’ esso Podestà et capitanio, come 10 exercito nostro da Marignano se disfanta a più poter, tal che son afirmato non arivar al presente a fanti 2500. 411 Di V Agnelo, dal campo di la liga presso Ponte Gian, a li 9 di Avosto 1527. ' Dal commissario fiorentino ho inteso, esser stato preso un gentilhomo sopra un bregantino qual il duce di Genoa mandava al signor Viceré per ricercarlo ad voler mandare le galere del regno a darli soccorso, dicendo che le cose di Genoa stavano in grandissimo periculo, sì perchè dentro non vi era da mangiare, sì anche perchè non vi potevano mirar vitualie nè per mare, né per terra per esser comparso missier Andrea Doria sopra 11 porto con 24 galere ; sì ancor perchè li sguizari che vengono con monsignor di Lutrech erano arrivati presso Asti. Per il chè tutto il paese era in timore grandissimo, di modo che non ardivano di condur grani a la ditta città. Et in caso che’1 signor Viceré non volesse mandare ditto socorso, esso gentilhomo haveva in commissione di pregarlo che in caso che Genoa andasse in mano de li inimici de l’Imperatore, volesse almanco far bono offitio per il Duce apresso Sua Maestà, perchè Genua non si perderà per colpa sua, dicendo ohe egli non mancaria mai del debito suo per defendersi fin che ’1 potesse. Esso commissario mi ha ancor dillo, haver lettere di Ancona molto fresche, per le quali è advisato che il principe Fer-nardo è stalo incoronato re di Bongaria, et che il Gran turco va a la volta di Belgrado con un potentissimo exercito. Questi signori volavano bu-tar una taxa tra loro per trovar 1500 ducati per inlerlenir li sguizari (in che ’1 conte Zorzo Scolto torni da Venelia ; ma fra tutti non hanno potuto arivare a la dilla summa ; per il chè hanno rizer- cato il signor Horatio Baglione ad voler servirli de li danari che li mancano; ma, per quanto ini è stato detto, lui non ha il modo de darli. Se il prefato conte Zorzo non lornarà con danari o con bona risolutione de haverne, li sguizari se lieen-tieranno; il che non seria già il profitto di la impresa. Missier Horatio Florido del signor Duca-è parlilo una bora fa per Venelia. La causa non la scrivo, perchè penso che la Signoria Vostra al ricever de questa mia l’haverà intesa. Del ditto, data a li 11 ditto. 411* Qui non si fa cosa alcuna ; ma .solamente si sta ad stentar. Hcri fugite dal campo imperiale il trombetta del conte Pier Maria Bosso, et venne ad ritrovar missier Carlo Nuvolone. La causa de la partita sua, per quanto lui dice, è stata perchè tanto che l’è stalo dal canto di là non ha mai hauto danari ; et anche per esser infetta di pesto la compagnia del ditto Conte, il quale per esser amatalo di febre se ha fatto portare a Spoleti. Dice che il campo cesareo è ancor presso Todi, dove è stalo questi dì passati, et che la intention di capitani era di venir manzi a la volta di questo exercito, ma che non hanno obedientia da li lanzchenechi, nè da li spagnoli, li quali si sono mulinati novamenle et dicono volersi levar domane per andare nel regno, con disegno di non partirsene finché non habbiano li loro avanzi. Il signor Aloysi nostro adesso parte di qui et viene a Venelia, et molto si ricomanda a vostra signoria. A dì 15, Zuoba, fo la Madonna. Se intese 412 esser lettere, come si havea hauto il Bosco, et Ze-noa capitolava ; sichè per il di di la Madonna si bave bone noye. Et il Serenissimo vestilo con manto damaschin bianco et d’oro et la bareta di quel damaschili, vene a la messa in chiexia con gli oratori, Anglia, Milan, Fiorenza et Ferrara ; quel del Papa è andà a Padoa, quel di Franza non è sano, quel di Man-toa amalato. Era etiam il Pexaro arziepiscopo di Ballo, et solum do procuratori, sier Alvise Pa-squaligo et sier Marco da Molin ; et non molti altri palricii oltra li ordinarii. Et compita la messa, il Collegio si reduse a lezer le lettere. Dal Bosco, del campo, di sier Piero da chà da Pexaro proenrator, orator, di 11 et 12. In la prima avisa il partirsi da Castel monte Curu dove li vene la scorta mandata per Lu-