639 MDXXX, FEBBRAIO. 640 vestili tuli di searialo, poi IO dolori bolognesi de colegio vestili di roboni di velulo, et alcuni che erano cavalieri haveano calhene d’ oro ; il podestà di Bologna con vesta di hrochato d’ oro et una co-ladena d’oro ; il signor Henzo Cibo el il conte Ludovico llangon armati di arme bianche. Poi episcopi et archiepiscopi numero 60 con mitre bianche di lablì. Poi una croce, da poi la quale seguivano cardinali numero 21 con mitre in capo di damasco bianco. Poi il pontiiice sopra una sedia fu portalo solo uno baldachino portalo da li oratori, tra li quali il Bragadino et Suriano oratori veneti. El papa havea indosso un piviale richissimo, el in capo el regno di precisissime zoie. Fo portalo a l’aitar grande, dove smontalo se ingenochiò. Li reverendissimi Cibo et Cesis furono assistenti a Sua Santità come li più vechi diaconi ; poi a Soa Beatitudine li fu messa una mitra bianca, et andono li reverendissimi jusla il consueto a basiarli la mano. Questo è l’ordine di Vussir di la chiesta, del papa e di V imperador quando cavalcarono insieme per andar a San Bomenego, in loco di San Zuan Lateran di Roma. Prima precedevano 13 stendardi seguitali da 20 gentilhomeni bolognesi benissimo in ordine, poi le valise de li cardinali, 4 corsieri del papa coperti di bracalo d’oro, 10 dolori bolognesi, 11 camerieri del papa, 15 gentilhomeni vestili a una livrea pao-naza el berelina, i qual sono del duca Alexandro di Medici, li confalonieri del popolo et di justitia, et doi de) papa el doi de l’imperatore, el signor Lorenzo Cibo armato, 4 chinee bianche con coperte di bracato d’oro, et una negra, 4 camerieri del papa con 4 cappelli in mano di velulo cremesino al modo di queli de li cardinali, i)0 baroni el signori fra spagnoli et Ramenghi, tulli vestili di bracalo con fodre sontuosissime, poi la mitra papale richissima di zoie era portata da uno cameriera vestito de scarlalo ; li ambassalori, do tamburini et 4 vescovi. Da poi la timbrala solo la qual era il Corpo di Chri-sto posto in una caseta ben ornala sopra una chinea coperta d’oro, acompagnato da 18 reverendissimi ' cardinali. Poi la guardia de l’imperatore luta a la livrea di gialo con alabarde in mano el le sue Irom-bete. Poi il marchexe di Monterà con il sceptro, il duca de Urbino con la spada, el duca de Baviera con il mondo, il duca di Savoia senza la corona in mano, la qual l’havea in capo lo imperator. Li re-431* verendissimi Cesarino el Cibo. Poi il papa et l’im- perator lì apresso, sopra do cavali liardi solo un instesso baldachino. Poco avanti andava monsignor di Bauren, Gran maestro di l’imperator, spargendo danari d’oro et d’argento, da una banda scolpilo la testa di Sua Maestà con letere Carulus V imp., l’altra due coione in mar, 1530. Da poi il baldachin venivano 50 episcopi con le nùtrie et il pavione di Nostro Signor, driedo doi stendardi. Poi homeni d’arme armadi in -bianco numero 172, do bandiere di cavali lizieri armadi al dito modo numero 150. Et quando si separano, li cardinali el episcopi andò-rono con il papa, il resto con l’imperator. . Et in San Domenico fece assà cavalieri ; et in corle di palazo, et ne la sala. El al pranzo le vivande che avanzavano furono gitale da li balconi ne la corle che fu gran magniiicentia. Sopra la piaza li do lioni, uno bulava malvasia, l’altro vin bianco, el una aquila in megio che butava vin negro. Et sopra la dita piaza da la matina fino la sera sleteno 2000 fanti, i quali feceno balaglioni, et il capilanio Antonio da Leva sedeva lì sopra una catedra veslido luto di bianco. Et fo discargato li archibusi et zerca 20 pczi di grossa arlelaria in segno di alegreza. Copia di una lettera da Bologna, di 25 febra- 432 ro 1529, scrita per Hironimo Bontempo a Stefano Bontempo suo cuxino. Narra la incoronatione de V imperatore. Beri matina che fu a li 24 ad bore 13 se parli’ semo dal monasterio, et io portava in mano la mi-tria del reverendissimo patrone Santi Qualro, et Cipriano quel sta da drio el pivial, el arivati a la porta del palazo era lanta moltitudine di genie che il reverendissimo patrone et io fussemo sforzati ad ritornar adrieto, et andassemo a la porla de San Petronio dove era fato un ponte che andava sopra el palco ; et gionti, il reverendissimo smontò per entrar, el qual fu molle volte rebalulo da queli im-briachi lanzinech di quà et di là ; pur con la grafia de Dio entrò, el io con Cipriano slenlassemo un gran pezo a intrar, et il reverendissimo volea farci entrar. Et andati un pezo inalili, queli ne facea ritornar adriedo fino fora del ponte. A la fin enlras-semo ; et de lì si andò in palazo in le stanzie del papa ad aspectar li altri reverendissimi, quali non stetero mollo ad venir. Et radunali li reverendissimi ussirono fora dove mangia Nostro Signore, et lì se (evorono le cape et si apparano con piviali et chi con pianete et chi con tonexele ; et poi cussi apparati ritornorono ne l’anticamera del papa ad