545 MDXXX, un altra volta li clarissimi oratori a piedi di Nostro Signore, quali fecero tutti al modo sopradito. Et Onilo questo li fecero retirar da banda ut su-pra, et poi missier Biasio disse : « li servitori de li signori ambasciatori venghino ad osculum pe-dis ». Et subito si levò un gran tumulto perchè * chi vi era adrieto volea farse inanzi per venir a basiar i piedi a Nostro Signor, dove cominciò a venir alcuni gentilhomeni venetiani tutti ben ad ordine, et da poi de mano in mano altri gentilhomeni et altri fino al numero di più de 130. Et cussi come li haveano basalo el piede non tornavano per quella via, ma li stava uno mazier de Nostro Signor che li faceva passar drieto al tavolato dove stava el papa ; et radunali che furono li fu aperta una porta et mandali fora. Finito questo, li clarissimi oratori se andorono in la camera del reverendissimo Medici et lì expetorono Nostro Signor et li reverendissimi quali alhora venero, et gionto che ’1 papa fu lì, Sua Santità se spogliò et poi se ne andò di sopra insieme con il reverendissimo Medici. Li altri reverendissimi tutli se ne aviorno verso casa ; et cussi li clarissimi oratori, quali furono acompagnali come di sopra ho ditto da più de 300 cavalli, el lutti insieme andorno a 10 alogiamento del clarissitno Bragadin, per haver sua magnificentia loco più largo, el li disnorono. 11 signor duca de Milano è alcuni giorni che sua excqjlenlia non esce di casa, nè manco de camera per una cerla scesa qual ha in uno ochio. Questa matina lutto aiegro uscì ne la sua sala, el disse a tutti li sui gentilhomeni che li volesseno iar grafia de andar ad acompagnar fi clarissimi oratori veneli a palazo et poi farli ancor compagnia a caxa, che lui lo haria tanto a caro quauto si acompa-gnasse la persona sua ; et che vi erano molti gen-lilhomeni veneliani, et per questo non vardasseno a grado nè non grado ma che andassero dinanzi o da drieto come ben li veniva pur che fussero contentati quelli signori a li qual son obligalo più che al mio genitor. Et cussi lutti per grafia sua vi andorno. Penso che li clarissimi oratori harano audientia da lo imperatore venere dì over sabato ; questo perchè Sua Maestà si ha sentilo uno poco indisposto, et beri se fece metter alcune copete sopra le natiche de consilio medicorum. Quanto a la parlila de Nostro Signore et de Io imperator se dice molte baglie; alcuni dicono che se parliranno la seplimana futura et alcuni a mezo marzo ; ma partisi quando se voglia non son per lassar el reverendissimo patron. I Diarii di M, Sanuto. — Tom. III. GENNAIO. 54 C Qui incluso mando alcuni versi falli per il reverendissimo Gurgensis, cosa nova et non son dati ancor fora ; el se altro barò de novo ve manderò. Copia de una lettera da Fiorenza, di 22 denaro 1529, scritta per Pier Filippo d’Ale-xandro Pandolfini a domino Lodovico di Nobeli fiorentino in Venetia. Magnifico missier Ludovico. Voi vi trovale ne la più clara el illustre città, non dico se possi trovare ma anche imaginare in christiani, et maxime in questi turbolenti tempi, ne' quali non è rimasto altro riposo che rifugire et goderse cotesto, inconstanlissimo; onde sono certissimo harele preso molti spassi ogni zorno de le varie pescagione, innumerabele delitie, diverse mulliludine de homeni, varie et grandissime arte, stupenda potenlia de quello illustrissimo Senato. Ma io molto più dolori ho havuto, ogni hora ve-gendo non dico la cillà in pericolo, che in vero non è stalo, ma in travagli et fraude rispello a la duplicità de coloro che da lei sono exallati. Non credo mai che città alcuna babbi hauto maggiore occasione de farse gloriosa quanto la nostra, se le subdole et false amicilie non gli havesseno nociuto, le qual cose non lanlo per dimostrarle, imperochè senza aprirle se scriverlo, quanto per pigliar occasione de scrivergli, darò notilia de quanlo è successo dopo la loro partita. A li 2 de octobre trovándose el campo imperiale a Figline et in quei luogi circumstanti, dove aspectavano l’arlegliarie et munilione de Siena, senza le qual non voleva el principe de Orangie venir solto la terra, et più per far pruova se alcuno tumulto se potesse suscitare, in questo zorno con 300 cavalli et bona banda de fanteria, passalo el Ponte a Sieve, se condusse appunto al fare del zorno a Hivezano, dove fermatosi et mandalo fino al ponte a Mesolo certi cavalli, et facto molti pregioni, poi che vide nessuno ussir fuora se ne tornò per la medesima via a li allogamenti, et per più zorni non feciono cosa alcuna memorabile. Ma ricevute le artigliane per la drila vene lo exercilo in pian de ftipoli et quivi stele ben odo zorni, rappresenlandosi ogni dì molli cavalli et molli fanti a le mura ; et circa mezo el mexe luto lo exercilo se reduse in pian 1 de Giullari el intorno a la Certosa. Allogavano et ancora allogiono le gente todesche al Barocielo, li spagnoli al Gallo, et quivi intorno ; gli taliani sopra San Gaggio, et la cavallaria de driedo verso 85