7 MDXXIXj OTTOBRE. 8 1500 fanti tedeschi et circha 300 cavalli, et si aspec-lava ctiam da 6000 boemi, et era zonto il capita- ilio di essi. Di et notte si faceva consiglio perchè si afììrma, turchi haver preso la terra de Prespurch con il castello et taglia a pezzi 5000 lanzchinech, quali erano usciti de dilla terra de Prespurch a la campagna per combatter con turchi estimando non li fosse arivato tutto lo esercito, qual exercito, ha etiam per quello si dicea, era cantinato più avanti et non era lontano da Viena più de miglia 35 italiane. Ne l’arsenal a Viena poteano esser in acqua tra fuste, barbotteet altri navilii al numero de 27 con assai artellarie suso, olirà grandissimo numero de le sue barche che si usano nel Danubio. In Viena dice esser grandissima abundanlia di pane, vino et carne, et ogni giorno li agiongevano biave di Boemia et di aflri loci, et dice haver visto da 70 pezi et più di artellarie de le quale molte ne sono di grosse. Nel ritorno, et l’uno et l’altro è stalo in Neustot, ne la qual non li era salvo che alcuni pochi soldati oltra li terrazani. Venendo verso Vilacho hanno incontralo qualche numero di cer-nede, cerca 1500, quali iudicano non polrano intrar in Viena. El il giorno avanti che lui partisse, che fu a li 17, era zonto in Viena uno ambassador del turco; quello che per lui sia sta dillo, nè la risposta, lui altro non ha inteso. Afferma etiam il ditto che parti da Viena, nel tempo è stato de lì haver visto far la descrilion, sì de la terra come di borgi, per quartieri, et che stavano con grandissimo terror. Havemo de li altri exploratori fora, quali per giornata giongerano, el del tulio avisarà. 2 Summario di una lettera del signor Cesare ' Fregoso da Brexa, a li 28 septembrio 1529, scritta ad Angustino Abondio suo can-eellier. Carissimo misier Angustino. Voi intenderete come Dominica da sera a bore 23, fo adì 20, il conte di Cajazo ed io intendesemo dal trombeta del signor Conslantino Bochali, el quale veniva da Lonà, che una banda de borgognoni era andata a Manloa, et cosi andasemo in camera de la excellentia del signor duca, el il colile li dimandò si sua excellentia si contentava che cavalcasene. Lui rispose che’l lucesse quello li pareva. Il conte mi dimandò se voleva cavalehar in sua compagnia con una grossa banda de cavalli leggeri apresso a la mia compagnia; et così reslassemo d acordo de menar al manco 400 boni cavalli et | 100 archibusieri a cavallo. Ma la desgratia nostra volse che, per esser l’hora tarda, l’era serale le porle, et io mandai dal clarissimo signor capilanio pregar sua signoria fosse contenta farmi avrir la panchetta per poter mandar li trombetti avisar la mia compagnia et altre che bisognava. Io non seppi far tanto che mi volesse far avrir la pianehelta fin a tre bore di nolte, et ge dissi che haveva comission da la Serenissima Signoria di non avrir senza li-cenlia di la excellentia del duca. Et in quel tempo passò il tempo che più non poteli farli cavalchar, perchè saria stalo giorno nanli che si fusseno si poi dir avlali, et bisognava esser passali la campagna di Montechiaro avanti dì, per non esser scoperti dove ne fu, et ce sono cavalchati da zercha 200 cavalli et forsi 50 archibusieri a cavallo; et io per mia malia disgrafia non putì haver la compagnia mia et senza cavalchar per non aver potuto mandar fora a tempo avisarla, dove per questo non volsi restar di cavalchar. Et così andasemo verso la Cavriana, et quando fussemo lì in campagna sotto la Cavrià el signor eonle di Caiazzo fu di parer di andar verso Lonà, et io no, anzi tulio al contrario. Etalora sua signoria se aviò verso Lonà con tutta la cavalaria salvo cercha 15 cavalli eh’erano corsi a batter la strada che va da la volta Lonà el 17 cavalli soli che rimase con ini, perchè non mi piacque ne andar a quel camino che andava el signor conte de Caiazo, perché dubitava di quel che è inlravenuto. Partilo che fu il 2* conte da nui mi aviai a la volta de qui et per camino Irovai in doi volle li inimici grossissimi ; pur con l’aiuto di Dio mi governai di sorte che non persi cosa alcuna et me ne vini a la volta di Brexa credendo trovar el conte che fosse venuto ; ben credeva che dovesse venir con più presteza di quel che lui havesse voluto. Dove ho trovato che ersera lui non potete pasar per li inimici, over i non volse passar, sia come si voglia, che questa malina con grandissimo dolor ho inteso che sono stati rotti, et che lui si crede che sia presone el el capilanio Luca Antonio qual era con lui, con la perdita de parechi cavalli, la quantità i’ non 1’ ho potuta saper ancora ; corno la sapia ve ne darò aviso, el cosi da vero se serà pregione o no, che Dio non lo voglia. El capelanio A ventino, che era andato a corar, si è ritrovalo con sua signoria, el così el signor Sigismondo da Rimano, lutti doi sono salvali con una carga de otto miglia a tutta briglia. Io per mio contento mi vorei haver ritrovalo ben con la mia compagnia con loro, et se havesseno fatto a mio modo el camino non credo che fussemo in quelli