139 HDXXIX, OTTOBRE 140 partir di Piasenza per la via scrissi; non so come harà bono viaggio, perochè in questa bora, eh’ è 24, quivi s’ è levalo un così orribile vento de si-roeho, che mai più fu sentito simile, con pioggia in grandissima copia el abondantia. Il signor duca di Milano non s’é ancora parlilo ; dicesi che non andari senza consentimento di la nostra illustrissima Signoria. Il clarissimo proveditor Nani questi dui giorni si ha senlilo alquanto male di doglia di fianco et schena. Lo illustrissimo signor duca di Urbino sla al solilo et par le sue golle a questi (empi gli diano alquanto molestar, pur va migliorando et manda alcuni versi trovali qui su le coione di la loggia. Postscripta. Li nemici in questa malina cor-seno fino a Santa Euphemia dove è parte del nostro campo con la fantaria, et dove si fortificano, * loco de qui distante zerca due miglia, per il che nostri diedero a l’arma et non fu altro, sichè li nostri soldati sfanno a robare el sgallinar li poveri villani. Si altro occorrerà darò aviso. Ferdinandus alloquitur Caesercm. Quid fiel? nolunt veneti, Florentia cessat. Quid fiet Caesar? iam tibi lurcus adest. Cedere fortunae est melius, quae cuncta gubernat : Ileclius in palrios haec iubet ire lares, Atque equidem ut narras leve est haec omnia mandas, Sed cave, nani luevo hic ornine forle cadel. Da Udene, di sier Marco Antonio Contarmi, luogotenente di la Patria di Fritti, di 24, hore 24. Da novo, per dui lodeschi zonli eri sera in questa lerra, è sta dillo che Neuslot, overo Citanóva, era persa, et colorizano questa nova dicendo che li turchi havevano fatto una imboscata grande alquanto luntan di la terra et poi spenseno avanti da 600 cavalli, quali corsero fin su le porle di la città, el visti da quelli de la lerra, non pensando inganno alcuno, sallorono fora el li deleno la caza fin ne lo arguaito imboscalo; ma turchi ussiteno fora el li ribateno el rupeno, el cussi fugendo introno ne la terr/i mesedati insieme, el per tal modo dilla cillà è sta presa. Qual nova hessendo vera, non saria quasi di menor importanza che se Viena fusse persa, perchè l’è verso de nui, et turchi se apropinquano più a la Italia, et toria l’animo a quelli di Viena qual, per quello si dize da loro lodeschi, è assediala strettamente | | el combattuta ogni altro zorno, et dize che i se i deffendono valentemente. Vene- in Collegio l’orator di Fiorenza, dicendo ha ver lettere de soi Signori, di....... come Vene l’oralor del duca de Milan, dicendo ha- 93 ver lettere del suo signor duca, come non è per partirsi di voleri di questo excelleulissimo Stado. Et quel domino Francesco Tusignano, venuto per li ducati 5000, tolse licentia per tornar a Cremona dal duca predillo havendo li ducati 5000. Vene 1’ orator del duca di Urbin, per . . . Vene l’orator del re di Franza, dicendo che Vene l’orator del marchese di Manloa et co-munlcoe avisi hauti dal suo Signor, come l’impe-rador a dì 25 doveva partir certissimo da Pia-senza per Bologna et.......... Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonla. Et col Conseio semplice preseno una parie, la qual si publicherà domenega in Gran Conseio, di cerio modo trovato in Gran Conseio di far voler alcun con lenir li bosoli di man del balotin etc., come difuse noterò qui avanti. Item, preseno, alento il mexe passalo a dì.... in questo Conseio fusse preso dar a domino Andrea di Franceschi, canzelier nostro grando, la ca-valaria di Monlagnana, qual havia domino Hironimo Dedo canzelier grando, el perchè non poi haverla fino mexi 32, per li relori eletti a Monlagnana per danari, però li sia dà per ditto tempo una pro-vision di un da Comachio di ducati 15 al mexe, che era finida, sichè I’ babbi da l’officio del Sai la dilla provision ut in parte. Item, con la Zonla preseno taiar una vendeda, falla per questo Conseio, di uno casal di Cypro, ditto Xanla, per ducali 2500, aleuto è altri lo vuol per più danari, et sia dà libertà al Collegio di venderlo a chi più offerirà, el li denari deputali come fu preso, el quel di più sia ubligà..... A dì 28, fo San Simion. La note et la ma- 93* lina fo una grandissima pioza. La lerra, di pesle, beri, niuno, et di altro mal .... Da Udene, del locotenente, di 25. Scrive è gionto uno nostro explorator, slato come lui dice in la Carinlhia fino,ad una terra chiamata Fraun-stam, nè più avanti è pasato per dubito di le strade