55 MDXXIX, OTTOBRE. 56 hito suo, me ne prolesto in quel miglior modo che sia possibile. Solloseritta : Al servitio de vostra signoria Camillus Ursinus. Comandamento del prove dito r generai Vituri al signor Camillo. Nos Johannes Viclurio prò illustrissimo et ex-eellerilissimo ducali dominio veneliarum eie. provi-sor generalis, cometlemo a vili signor Camillo Ursino gubernalor che vi debiale conferir a Monopoli con la galla del magnifico capilanio del Golpho per sopra-veder quelle fabriehe, e star de lì fino che de la illustrissima Signoria o de mi vi sarà ordinalo a ritornar de (|ifi. Datimi Trani, die 20 septemhris 1529. Sottoscritta : •fOHANNES VlCTURIO Provisor Generalis. Copia di la seconda scritura del signor Camillo. Clarissimo signor proveditor. Posponendo la passione da banda, al mandato che vostra signoria mi ha fatto de andar a Monopoli son cerio che fuor di colora non solo me lo 35* haveria fatto, ma de più, cognoscendo la et lesta de P inimico esser qui vicina a questa lerra et qui esser molto più di lavorare et rassetare che non è li, se da me si volesse andar, non me l’haveria comportalo. Sicliè, fin che vedo esser maior bisogno di qui, starò de qui, et quando sera mazor bisogno de lì, starò de lì, hessendo così mio debito, che so così et sempre lauderà la signoria vostra. El perchè ho visto questi dui dì una grande disobodientia a queste opere che si son cominciale, che de li 20 liomeui comandati al castello heri fumo se non nove, el l’altro beri 10 de li 40 comandati al tagliar le frasche, et ne mancano assai, li cavalli etiam comandati a portarle medesimamente non obedirno il terzo, però se vostra signoria non li dà castigo in qualche forma un poco severa in questo prencipio, non se farà niente, et queste son giornale da non perder perché veruno li mali tempi et li dì corti che non | I si farà per la mila. L’altro disordine è che ogni un se ne lamenta che la scoria va tanto larda che, dovendo li cavalli far un viaggio di frasche per la corte et tornando dilla scorta così a bonora, non li resta da poter far niente per essi ; però se son co-mentiafi a vender per non poter guadagnar da su-stentarli. Et etiam le opere che vostra signoria manda fuora pagandole per giornata non fano per la mila, lavorando solimi tre hore, che cosi beri sera se ne scusò il capo, dolendomi cum lui che si • faceva poco. Però concludo etiam che li desobe-dienti si castigano, tanto li comandati a lavorare, quanto li cavalli negligenti, bisognando così. Di più perché la signoria vostra sa che de fassine non se pò fare soverchia provisione, perchè oltra 1’ opera grande che è da far servirono etiam a li forni, cosa come la sa tanto necessaria, el però olirà la provisione che la fa per terra ho contalo zerca 25 legni in porlo, de li quali voslra signoria potria questa notte mandar con queste fusle a Salpe con bona scorta de fanti, come s’è ragionalo, el farle venir cargo di frasche, el praecipue una bona quantità de bachete da tesser gabbioni che lì ne sono assai. Mi resta de più dir a la signoria voslra che 'io son di parer de minar la chiesia di Santo Spirilo et il palalio di Lutio Padagano verso Barlela a mezo miglio de qui, dove si poiria far alogiamento di grossa gente, et a questo mandar una insegna di fanti li quali olirà che farà questo bon elicilo etiam sarà spalle a li cavalli che fano la scorta al tagliar de le frasche, per esser a quella banda : et questo si potrà cominciar hoggi, se sera tempo, se non sera, dimane, el si spazerà in do o Ire dì. Data Trani, die XXIII septemhris 1529. Da Sibinico, di pre' Piero . . . primocerio 36 de lì, vidi lettere drizate a sier Hironimo Q iter ini qu. sier Piero da Sanla Marina, di 2 octubrio. Scrive come è venula nova come el Turco ha preso tutta la Ungaria el Viena et Xaga-bria, el diseno che el Vayvoda transigano se ha fatto turco, et ehe’l Signor ha lasalo lui sanzacho de Buda. Queste sono male nove per la chrislianità, et dubito che se non sarà il divino aiuto che luti saremo turchi. Messier Domenedio metta nel cor de li chrisliani alla union per la fede de Jesu Chrislo. Par che de lì de Viena sono stà a le man lo exercito de l’archiduca cum li turchi et sono stà conditi, el diseno che’l Signor torna a Belgrado, el a Scardona hanno (allo festa et per tutta Turchia. Il secretano messier Maximo l’è sia sempre qui, et luni par-