*613 UDXXX, FEBBRAIO. 614 elfido concedere ac coronarci ferream suo capiti propriis manibus iinponere inlendimis, ea propter Circumspeclioni tuae, ut ipsa die crasiina in prae-sentia nostra missam solemueni et divina officia in capella palatii bononiensis in quo residemus celebrare, ipsumque Caroluni regem in imperatoreni electum inungere, ac omnia et singula alia quae circa personam suarn iu huiusmodi coronalione erunl necessaria faeienda, praeterquam insignium regalium et imperialiurn tradictionem et coronae capiti suo imposilionem, quas nobis specialiter reser-vamus, facere libere et licite valeas, auctoritate apostolica tenore praesentium licentiam et facultatem concedimus atque mandamus. Nulli ergo nostri con-cessionis et mandatis infringere eie. Dalum Bononiae, anno incarnationis domini-cae 1529 nono calendas marlii, ponlificatus nostri anno seplimo. R. Motta. Questa mattina circa le bore 15 se partissemo dal rnonasterio, et insieme col reverendissimo patrone, idest Cardinal.....se ne andassemo a palazo, dove a la porla ne era la guardia del papa di lanzinech ; et con grande fatica intrassemo. Da poi intrassimo ne la corte et montassemo due scale, et infine di la secunda trovassemo la guardia de lo imperator, qual slava ad riparar gran multiludiiie di gente che non intrasse, lo sempre ero con il reverendissimo patrone, et mirato imi con gran fatica tandem intrassemo et andassemo per insino a le stantie del papa, dove erano radunali li reverendissimi qual stavano ad aspelar Nostro Signore che ♦ venisse per andar in capella. Ne la qual stantia ne era etiam de molli signori et altri genlilhomeni. Dove expectassemo per insino quasi ad bore 17. Et lo imperator era in capella con il reverendissimo Hincvorch et 10 episcopi et altri prelati per ongerlo et far le altre cerimonie ; ma io non le ho vedute. Dinanzi la porla di la capella era fallo una bussola di ravale con una porla, qual non si aperse mai, secondo che io ho inteso, per la moltitudine de la gente, et insino che non comparse il papa con li reverendissimi et altri. Et quando parve 1’ bora, Nostro Signore mandò in capella li reverendissimi Medici et Doria a veder se era tempo che Sua Santità dovesse andar. Li quali stati per poco spatio tornorono a dir che Sua Santità andasse. Et cussi, con li reverendissimi, Sua Santità si aviorno a la volta di la capella con molla pressa, lo, per la Dio gralia, insieme apresso il reverendissimo patron in* Irai et tanlo andassemo inauzi che eranio quasi a la sedia,del papa. Inlrato il papa, lo imperator, qual senlava in una sedia benissimo adornala, non molto discosto da quella di Nostro Signore per fiancho, et havea indosso una vesta longa in foggia di sottana di oro rizio soprarizio et di sopra uno manto pur di oro rizio soprarizio, et al colo uno bavaro di armelini con le code come porla li dolori da Padoa, si levò in piedi et cavossi la barella a Nostro Signor et a li reverendissimi. Il papa li fece di capo re'sponden-dogli, et Sua Santità si mise in genoehioni al solilo dinanzi lo aliar ; et stato per poco spatio di tempo se ne andò ad seder ne la sua sedia, havendo sempre per assistenti li reverendissimi Cibo et Cesis. Sentala che fu Sua Santità, per quelli de l’impera-lor fu fallo stringer le persone dicendo : « a lugar in rodiglias, » vidclicet che si facesse largo et clic se inginochiasseno ; dove fu forza relirarsi molto adrieto. Poi reslassemo con Ziprian, quasi di primi, apresso quelli signori spagnoli tulli vestiti d’oro, et vedessemo assai bene, et eramo a li piedi de li reverendissimi Grimani, Saula Croco et Cornaro, et con sue signorie reverendissime io parlavo molle volte per haver molla famigliarità con sue signorie. Erano questi cardinali : 11 reverendissimo Farnese, Santiquatro, Siena, Campeggio, Hincvorth canlarà la messa, Ravenna, Perugia, Grimano, Cesi et Cibo assistenti, Cesarino, Salviali, Redolii, Cadi, Grimaldo, Medici et Cesis ; più non me ne ricordo, che penso non ne era più. Et per quelli mazieri del papa si facea far largo et alquanto quietato la brigala, li reverendissimi an-dorano al solito a dar obedientia al papa. Poi ritornali al loco suo si cominciò la messa, la qual fu dilla per insino a la Gloria. Et quando si vien a la Gloria, come è il solilo, li reverendissimi si levano, da loco suo et dinanzi al palco del papa fanno uno circolo ad dir la Gloria ; et cussi fecero. Qual dilla, al loeo suo ritornorono. Poi la messa andò seguendo per insino a la epistola la qual per uno deputato di capella fu cantata ; et in quel mtzo la si cantava, el reverendissimo arcivescovo di Zara da chà da Pexaro prese il libro et il sacrista prese la candela accesa in mano, et andò dinanzi al papa come assistenti, et il papa disse la epistola al solito. Et finita, li reverendissimi Medici et Doria si levarono dal loco suo el andorono a Cesare ; et gionli, subito Sua Maestà si levò in piedi el si avviò cussi vestito a li piedi di Nostro Signore, et li se ingeno-