69 »IDXX1X, OTTOBRE. 70 questo fo adì 7, fino a di 10 polente, si arenderia, et con questo li soldati prometessemo star un mese et mezo a zurar di non venir contra 1‘ imperador, dicendo il duca............ Da Cremona, di 7 hore 14. Come, per lettere del Cluson da Santo Anzolo, si ha che heri a hore 2 di noie Pavia si rese a li inimici, nè altra particularilà avisa. J)i Brexa, di sìer Polo Nani provedilor se-neral, di 8, hore .... Come inimici, che si vo-leano levar et passar Oio, stano fermi, intesa la nuova di Pavia. Et hessendo slà preso a Castel Zufrè quel che scapolò il conte di Caia.zo, nominato .... da Rimano, quelli capitani di lanzinech l’hanno fallo condur lì in campo et fato apichar. Scrive il capi-tanio zeneral non star bene et esser 4 zorni non li è venuto febre. Di domino Hironimo Augubio medico fo lettere a la Signoria nostra, di Brexa. Nara tuta la egritudine di quel capitanio zeneral et come è varilo, et che fra pochi zorni si leverà et starà ben. Sumario di novelle da Fiorenza. Per lettere di 28 del passato da Fiorenza se intende che I’ arcivescovo di Capua, giunto al principe de Oranges, persuase con grandissima efficacia sua signoria et quelli altri capitani ad marchiar inanli verso Fiorenza, de maniera che subito fumo expediti tre messi, uno a Luca ad far intender ad quelli Signori che dovessino con presteza mandar la gente et munitione che hano promiso, uno a Siena ad sollicilar l’artigliarla che prestava quella cita, et uno a Roma per render conto a Nostro Signore di quanto era fatto. Che molti venturieri di quelle diade verso Roma hanno seguitalo il campo imperiale, senza stipendio, per speranza che Fiorenza vada ad sacco, et che’l prefato signor principe, per publica grida, havea ordinato che lutti li detti venturieri o si met-lesseno al soldo sotto l’obedienlia et bandiere o se ne andaseno. Che quella mattina del dì sopraditto questi ex-celsi Signori fiorentini liavean fatto convocar il Consiglio grande, nel quale eran state lette lettere di 25 venule da Roma, nelle quale se conteneva che la Santità di Nostro Signor concludea che volea I’ honor suo, et che questa città si gitasse nelle sue brazza, et che fazendolo vederia poi che le cose sue li seria ad core, et che dimostrarla che non aspira tanto al dominio di quella quanto altri pensano. Et lecle che fumo, il signor confalonier propose che era necessario deliberare di fare una di le due cose, o creder al prefalo Noslro Signor et meterse a di-scretione de Sua Beatitudine o attender gagliarda-mente a la detensione, et exhorlò li citadini a dir liberamente il parer et animo suo. Et così retirati tulli sotlo i lor confaloni, che son 16, conclusero unanimiter de defender la loro libertà, et solo un messier Zenobio Carnisecbe parlò diversamento et disse che per molti respetti, che allegò, giudicava esser meglio remetersi a la bontà de Noslro Signor, tenendo per cerio che Sua Santità, vista tal summissione et recuperato che havesse l’honor 45* suo, saria facil da contentare ; ma la opinion sua fu reprobata. Et per il prefato confalonier fu proposto che volendosi defender era necessario far provi-sion de danari, et pregò li citadini che si volesseno taxar spontaneamente ciascun da per se et per benefìcio de la patria portar quel che poleano in comuni, et in un tralto furon trovati Irentamilla ducali, de quali la minor offerta fu de vinti et la maggior de cinquecento. Che’l sopradilto giorno era stato preso uno mandato per spia da Ramazotto, et dopo ch’era stato examinato fu impicato. Per lettere di ultimo, pur da Fiorenza, se intende. Che l’orator di quelli Signori, qual era presso il prefato principe, a la presenlia sua era slato in longo contrasto col preiato archivescovo de Capua per proposte et risposto d’acordo, et che infine il ragionamenlo s’era finito in discordia. Che li prefati Signori fiorentini liavean deliberato de far minare tutti li borghi di quella diade et molte case a lo intorno, et che già haveano cominciato. Per lettere de primo octubrio,pur da Fiorenza. Che’l prefato signor principe haveva lo exercito ad Fighino el a San Giovanni, et si dicea che’l dì seguente dovea marchiar avanti. Che per il prefatò signor principe era stato proposto un parlilo a li prefati Signori fiorentini, qual era questo, che si contenlassino de ricever li Medici in casa come citadini, et che del reslo se re-metisseno al buon veler de lu Maestà Cesarea, et