581 MDXXX, FEBBRAIO. 582 391 Da Bolonia, a dì o februario MDXXX. Il signor Antonio di Leva mi ha dillo el afferma che la incosonalione se faria per ogni modo il giorno di Santo Mathia, et che l’imperalore havea dato ordine che si scrivesse a li principi feudatarij di Sua Maestà che vogliano lutti retrovarsi qui al tempo de la detta incoronatione, per honorarse di la presentia loro. Il papa similmente scrive a li sui feudatari che facino il medemo, et particolarmente è stalo scritto al signor duca de Urbino che venga come prefeelo di Roma, et in caso che sua excel-lentia fosse impedita che la voglia mandar il figliolo. A li cardinali absenti modernamente è stato fallo intendere che ritornino, et benché si po’ essere certo che questo non li scrà poco discuncio, pur bisognerà che habbino palienlia, benché si conclude che vi ne s ranno alcuni che per impotentia non verranno, come è San Severino, Palmieri, la Minerva el Egidio. Questi signori oratori veneti non sanno ancor quando partir, nè si sono fin hora ritrovati con Nostro Signore che Sua Santità hahia potuto satisfar al officio per missier Paulo et per missier Vincentio. Doveano andare hieri, poi hoggi, ma non vi sono stali, f^nso che dimani vi aiteranno. Io sto alento et non mancharò dal canto mio di quel che debbo fare. Vero è che nel caso di missier Paulo vi si appresenla molla difficultà, come vostra cxcellentia haverà inteso dal Malatesla, pur si farà quanto si polrà si in questo come ne la cosa di missier Vincentio. Li oratori fiorentini parlirno hieri, licentiali da Nostro Signore, vedendo ehe’l star loro qui era senza speranza alcuna di frutto. Si va 39-2 drieto preparando quanto bisogna per far la baltaria a Firenze, et hieri fumo mandali de qui in campo molti barili di polvere el ballotte sopra muli. Disegnase di batter in tre lochi, et similmente di-sponer le genti per dare la battaglia a li medesimi lochi, et ogni altra volta che le cose siano ridulc a questi termini sperase ben di la impresa. La dieta che si havea da fare in Augusta se differirà a l’andata in Germania dell’ imperatore, già che 1’ haverà ad esser cussi in breve che (come vostra cxcellentia haverà inteso dal Malatesla) si stima che subito falla l’incoronatione Sua Maestà debba andarsene. Pur qualcun altro dice che ella si governiirà secondo li successi di Firenze. Il signor duca di Milano comincia ad star assai bene de la indispositione che sua cxcellentia ha haulo a questi dì. A dì 14, ¡unì. Vene in Collegio sier Francesco 391* da clià Tajapiera, ritornato provvedilor a Zervia, qual consignoe a dì... . la Icrra al presidente di Romagna, et referite di quelle cose de lì, et ricomandò le fantarie siate a quella custodia. Dapoi disnar fo Pregadì per expedir le cose di Monti, et lele do sole lettere di Bologna et del De-zanzan, di sier Polo Nani proveditor zeneral. Comé era venuto li et aspeteria sier Zuan Dolfìn da Verona per exequir le lettere scriteli di la Signoria nostra col Senato, di far le monstre a la zente d’arme. Fu posto, per i Savii, cxcrplo sier Luca Trun procuralor savio del Conseio, sier Filippo Capello et sier Francesco Contarmi proveditori sora i danari, di vender li tre grossi per ducato del dazio del vin diligati al Monte novissimo per la sumrna di 7 per 100 de inlrada per anni 20; di qual danari sia franchi tanti danari di quelli del mcnor precio del Monte novissimo, ut in parte. llem, un’altra, posta per li dilli, vender ducali 3500 di deposili del sai ubligadi al Molile del sub-sidio a 7 per 100 per anni 20, di quali danari sia recuperà lauto di ditto Monle di quelli a mcnor pretio etc. Nola. Sier Luca Trun procuralor savio del Conseio voi vender de ditti Monti una quantità, el di danari si trazerà comprar tanti danari di Monti di quelli di mcnor precio. Et perchè non si poi vender tal cose senza autorità del Conseio di X con la Zonla, fo chiamà il Conseio di X con la Zonla dentro, dove steleno fino bore una, et preseno dar li-cenlia al Collegio di venir con lo sue opinion, zerca dilli Monti di vender le ditte cose, al Conseio di Pregadì ; ma I’ hora era tarda et nulla fu fato. Fu prima tolto il scuriimo di uno reformador del studio di Padoa, in luogo di sier Nicolò Tiepolo el dotor è andado oralor a l’imperador ; el qual è questo : Scurtinio di un Reformador del studio di Padoa. Sier Gabriel Moro el cavalicr fo cen- sor, qu. sier Antonio .... 82. 59 Sier Domencgo Venicr fo ambassa-dor al Summo Pontifice, qu. sier Andrea procuralor ... 53. 83 f Sier Marco Minio Savio del Conseio qu. sier Barlolomio . . . f 84. 39