501 MDXXIX, NOVEMBRE. 202 Beatitudine quel censo li pareva iuslo, et qui disse le raxon nostre zerca Ravena et Zervia. Soa Maestà li fece gratissima ciera, et li rispose a tute le parte, dicendo era venuto in Italia per far paxe et aquietar luti ; quanto a Ravena et Zervia, che havia promesso al papa di fargele haver, et bisognava le ge fusse date perchè el papa era sta spoià al tempo era in caslello etc. Poi Soa Maestà disse : « Ve importa tanto queste do terre? » Esso oralor li rispose, importava, perchè tanti anni era slà nostre et non l’ha verno lolle, ma li populi ne ha chiamadi.aziò non siegua li omicidi seguiva, et altre cose con assà parole sopra questo, ut in litteris. Conclusive il papa (Vituperador) disse bisognava contentar il papa, et di le altre cose daria modo che si parlería et tralena, et cussi tolse licenlia. Scrive, zerca la sua incoronalion non si sa quello sarà, perchè par I’imperador habi inteso che romani dicono, incoronandosi a Bologna, sarà rex bononiensium el non rex romanorum. Item, per lettere di 4. Scrive colloqui stali col papa zerca Ravena et Zervia, qual le voi al lulo, dicendo : « Voglio prima che altri piangia che mi piangia ; voglio le mie terre di le qual sou slà spoialo. » 138 A dì 8. La terra, beri, di peste, niuno, et 7 de altro mal. Vene la nova certa di mercadanti asaltati, che venivano da Conslanlinopoli, et di la morte di sier Polo Capello di sier Silvan dal Banco, adeo li soi parenli levono coroto. Item, che sier . . . (Zuan) Zane di sier Hironimo è restà a Ragusi ferito el amaialo, et che sier Zuan Mozenigo di sier Thomà è passà per vodo et andato a Loreto. Da Bologna gionseno le lettere, di 5, de lo oralor nostro, de 1’ intrata de l’imperator, mollo copiose, la copia scriver¿ qui avanti. Etiam vene lettere di molli, di parie ne bavero copia, perchè chi scrive una ¿cosa et chi un altra. Vene 1’ oralor del duca di Milan, con lettere di Cremona, del suo signor duca, di ... . con* avisi del perder di Santo Anzolo. Da Cremona, di sier Gabriel Venicr ora-tor, di 4. Scrive coloqui bauli col duca. Vene l’oralor del duca di Urbin, dicendo che questo Slado si aricorda, in la Iralalion de la paxe se fa a Bologna, si vedi che ’I suo Signor babbi el ducalo de Sora in Reame, che l’imperalor lo lien. El Serenissimo li disse non si è ancora a niente, et come si principierà non si mancherà di farne parlar di questo. Da poi disnar, fo Pregadi, et leto molle lelere venule questi zorni. Da Cividal di Fritti, di sier Gregorio Pi-samano, di 4. Scrive come bassi da Gorizia, haver da Viena, di 1*8 de oclubrio, sicome lurchi haveano dato molti assalti a quella cilà et 11 bataglie generale, in fino a li 14 li dieveno la dodicesima, che fu grandissima et mollo longa, et due fiate inlrorono in la terra et furono rebaluli el hebeno questo gran disavantagio. Havevano (alo do soli busi ne la muraglia mollo picoli con Parlellaria, nè poteva perciò inlrar mollo grossi, el dicono, per la verità, la sai-valion de quella cilà esser slata non per alcuna altra virtù ma per puro miracolo de Idio. El che ne 10 instesso giorno di 14 si levorono de la obsidion el l'erono do parie di lo exercilo, l’una si era posta a la strada che porla verso Slrigonia, 1’ altra a due slrade, 1’ una verso la Bossina, l’altra verso el Cra-gno, né sapevasi insino alhora quello che far si vo-leano. Che ne lo levar di lo exercilo ussirono de Viena fanti 1500 spagnoli per darli molestia, el tro- 138* vorono una gran banda de lurchi che si era imboscala tra le muraglie di le caxe abrusate ne li borgi, quali li asallorono, né ritornorono ne la cilà de li ussiti se non t30, che li altri morirono tuli. Che li turchi hanno preso le barche tute del re Ferdinando che erano nel Danubio, et quelle hanno profondale et tuie minale. Che in Gorilia slavano con grandissimo sospelo che lurchi venisseno nel Cra- gno et poi in Friul, el per questo hanno fate pu-blice proelame che luti li contadini stiano atenli et preparali el fazino provision di farine sì che ognun habi farine per Ire mexi, altramente volendosi salvar ne le terre non sarano salvati. Da Sibinico, vene letere di sier Nicola Mar-sello conte et capilanio, di 27. Manda lettere di Maximo Leopardi secretano nostro va al Signor turco. Di Maximo Leopardi secretano, sornate 6 apresso Belgrado, di 14 octubrio. Come cavalcando scontrò uno che li portava ducali 250 el braza 24 raso . . . . el scarlalo per do veste, con 11 qual si acompagnoe, el tolse li danari, el va seguendo il suo viazo. Fu poslo, per il Serenissimo, Consieri, Cai di . XL el Savi, Iratandosi quello si trala al presente a Bologna, è bon impelrar il sufragio di la divina gralia, per lanlo sia preso, che si debi luor ducali 300 de danari di le presente occorentie .et comprar tarili formenli per li proveditori a le Biave, et dar per l’amor de Dio a monasteri di monache et frali,