591 MDXXX, FEBBRAIO. 592 leno rcparnr li arzeri ; per tanto sia preso che li sia concesso la piscalion di le valle per fino a Pasqua di resuretion, come altre fiade li fo concesso, non ohstante inibition del capitanio di Padoa, el con questo li danari tulli siano spexi in queste re-paralion ut supra. Ave: 155, 8, 10. Fu balolà sier Zuan Francesco Donado qu. sier Hironimo dolor, tornalo soracomilo, haversi porla ben et tenuto la sua galla ad ordine. Ave: 136, 5, et rimase. 397* Nolo. In questi zorni si parlino de qui prima il Cardinal Cesarin et Griniani per Bologna, poi hozi il Cardinal Pixani; el il Cardinal Cornaro, qual venne a la Boara da sier Catarin Zen suo parente, etiam lui è torna a Bologna, et molli zentilhomeni di qui è parlili et si parteno per andar a veder la incoro-nation predilla. A dì 20, domencga. Non fo lettera alcuna, nè cosa notanda. Dapoi disnar, fo Gran Conscio. Vene il Serenissimo, vestilo di velulo ruosa secha, et slele fino si andò a capello ; poi si levò et andò a caxa in palazo per l’ordine posto con li procuratori di la chiexia di San Marco, zerca la chiexia eli’ è ponlolada per ronzarla. Fo publicà la parie di Monti presa beri in Pre-gadi, come apar in la copia. Fo manda zoso da Conscio sier Silvestro Lore-dan di sier Alvise per sier Marin Morexini solo censor, però che’l suo collega sier Francesco da Leze ‘ intrò proveditor al Sul zà uno mexe, et la Signoria non ha voluto far in so luogo, perché voleno disme-ter ditto officio alento le grandissime procure si fa. fior questo zovene andava procurando per Conseio per sier Antonio Loredan suo fratello veniva camerlengo a Brexa ; fo visto et manda per la Signoria a la leze. Tamen ditto suo fradello rimase. Vene uno breganlin di 1’ armada da Corfù, con lettere del capitanio generai di mar, de 19 di questo mexe di sener passado. Scrive .... . Di JJdene, di sier Marco Antonio Contarmi luogotenente, di.... Manda una lettera liauta da Monfalcon. La copia dice cussi :. . . . 398 Copia di una lettera da Monfalcon, di Vicen-so de Novara, scritta al luogotenente di la Patria di Frinì. Magnifico et clarissimo s’ignor mio. Avixo a vostra signoria, come beri sera Irete arlellarie a Goricia colpi tre, dinotando, al suo ler- rilorio, de salvalion. Nili pensamo dovesse seguir altri colpi in segno de dimoslralion di la paee, ma è sialo per conio de turchi. Pur in questa mallina ancor hanno Iralto a Goritia colpi Ire, el similiter a Duin. Io voleva mandar a intender el veder ; ma in quel zonse uno messo di una villa qui propinqua, nominata Debrodo, a rechiederme luoco de salvación per tulli; il qual disse, lui medemo esser stato marti a Senesech loco luntan de qui miglia trenta. Nostri afìfìrma, per ledere venute li in quel luoco, turchi in quel zorno erano in campagna de Grohe-nicli et che molle ledere furono inviade a molti lochi loro, dando tali avisi. Poi dice beri erano ii^ Puicha. El numero de dilli turchi, dice, le ledere af-fìrmavano esser tra a piedi et a cavallo 14 milia. Altro finora non so dinotar a Vostra Signoria. Accadendo che procedesseno avanti, quella sarà avvisata di subito; nè altro per bora. A vostra signoria per sempre mi racomando. In Monfalcon, a di 17 febraro 1530. Da Bologna, di missier Francesco da Gon■ 399') saga, de 15 febraro 1529, scritta al signor marchrxe di Mantoa. La incoronalione si farà, secondo mi ha dillo il papa, il giorno de Santo Mattia abenchè si habbia anche ad far l’altra de la eorona ferea che sarà il giorno di la Cathedra di Santo Pietro. Per quello anche Sua Beatitudine mi ha ditto, le cose di Firenze se vanno restringendo et ne la terra patiscono de ogni cosa, da pane in fuori. Si prepara anche de fare la ballarla et de apresentar la battaglia ; il che se stima habbia da esser, havula questa paga próxima, de la quale sera il termine fra pochi giorni. Aspetlasi qua li ambasciatori de Inghilterra che vengono, pur secondo intendo, per la causa del divorilo. Nostro Signore me ha ditto che seranno uditi, et secondo la honestà de le petilioni loro, così seranno exaudid. Per li avisi che se hanno da Fiorenza (Fransa) de 5 del presente, il re Christianissimo se era vollato verso Cognaco, dove aspeltaria li figlioli, la reslitutione de’ quali pare che sia differita da calende de Martio a li 20 del ditto mese. Qui non se vede difficullà alcuna che essa reslitutione non habbia da sequire, vedendose da l’uno et 1’ altro canto tutte le provisione che bisognano per la executione de tale effetto. {1) La carta 398* è bianca,