647 MDXXX, FEBBRAIO. 648 piedi retirati da una banda, et il reverendissimo Frenese tolse il sceplro di mano al marchese di Monferrato et il mondo al duca di Baviera, et dete in mano a* Cesare, qual stele in piedi. El con queste cose in mano stele Sua Maestà per insino che fu finile tutfe le preces come di sopra é dito. Et finite, pur per il reverendissimo Cibo quesle cose li furon ritolte di mano el datole in mano a qiieli signori le haveano prima. Ilor finile le preces, per il conte di Nassao fu levala la corona di capo a Cesare et data in mano al signor duca di Savoia, et per il reverendissimo Cibo li fu levata la inilria di capo a Noslro Signore et mandata per uno avocalo concislorial come è usanza sopra lo aitar. Et poi comparse il maestro di le cerimonie a meza capela con il reverendissimo Cesarino, et fate le debite reverenlie, sua signoria reverendissima cantò lo evangelio come è solito cantarsi. El finito, un altra volla comparse el mastro de le cerimonie con lo arzivescovo de Rodi, qual fato ancor lui le debite reverenlie cantò lo evangelio in greco. Qual finito, fu dato per il reverendissimo Cesarino a baseiar el libro al papa, et per el reverendissimo Brixinense a l’imperalor. Mi era scordato dirvi, che subilo finile le cerimonie di le insegne, per il magnifico Suriano oralor veneto condolo dal scalco secreto et mastro di cerimonie dele P aqua a le mani a Noslro Signore, et fato P offertorio poi fo data per domino Andrea del 435 Borgo oralor del re de Hongaria : hor l'ala la comunione fu dato P aqua per il cavalier Caxalio oralor de Ingellera. Finito lo evangelio lo impe-rator se mise a seder perfino che fu cantato el Credo in canto figuralo; el cussi fè il papa, dove a lutti do loro li furon messe in capo la milria et corona per queli medesmi che la levorono. Finito che fu lo offertorio il papa se levò, et P imperalor, et andossene a P aliar. Gioliti che furon, ila li reverendissimi Frenese, Cibo, Cesis et Cesarino fu spoglialo el manto a Cesare, qual restò vestito da diacono come erano li altri cardinali, et fale alcune altre cerimonie lo imperalor porse le impole de P aqua et vino al papa bascian-doli però prima el piede, et li offerse cerio oro che non pulì veder. Da poi lo imperalor si retirò da una banda de P aliar cussi senza manto, et poi stato alquanto li fu ritornalo il manto, et il papa et P imperalor insieme ritornò a le loro sedie, stando in piedi. Et il papa disse le scerete, et il libro in capo dal reverendissimo Frenese et dal reverendo arziepiscopo di Spalalo, el la candela leniva il regenle, et il sacrista voltava le carie del libro. Finito che fu le secrele il papa disse el prefalio el mollo bene, per haver bona voce, et esser perfelo musico. Finito il prefalio, el papa si mosse da la sedia et andosene a P aitar, etl’im-perador drieto, qual si ingenochiò sopra un sca-belo per mezo lo aliar, apparalo benissimo per Sua Maestà, pur sempre facendoli compagnia el reverendissimo Frenese et queli signori che portavano le insegne el il maior domus insieme con il conte di Nassao.con alcuni altri de queli soi camerieri, quali continuamente lo aiutavano per saper la pratica de Sua Maestà. Et cussi el papa levò el corpo de Christo et la messa andò seguitando. El quando si fu al Pax tecum,»\o imperalor si levò et andò a P aliar, et basciò in boea il papa el ritornossi ad inzenochiar al loco suo. Et stalo alquanto, il papa se levò di P aliare, et ritornosene a la sedia, come è costume, et P imperalor ancor lui a la sua. El in questo mezo se cantava lo Agnus Bei. Qual finito, vene lo subdiacono Alberino con il corpo di Christo, el lo portò al papa con molle reverenlie et cerimonie, il qual lo prese. In questo mezo vene il reverendissimo Cesarino con uno calice con il vino, overo sangue de Christo, el lo portò a Nostro Signor, et per Sua Santità fu messa una eanela d’oro nel calice qual leniva in mano Cesarino, et poi il papa se la mise in bocca, et cussi prese il sangue de Christo, et stato uno poco, per el reverendissimo Cesis li fu porlo uno altro calice in mano a Sua Santità qual lo rebibe. Finito che fu da comunicarsi il papa, lo imperalor si mosse dal loco dove era et andossene a li piedi de Soa Santità et li se inzenochiò, et con grande reverenda el cerimonie comparse el subdiacono qual portava el corpo de Christo. Et giolito a li piedi del papa, con le debite reveren-tie et cerimonie, lo dete a Nostro Signore, qual poi comunicoe Cesare et li dele poi a bere quel resto del vino che reslò nel calice che Sua San- 435* lità havea bevuto con la canela. Et. finita la comunione di Cesare, Sua Maestà se levò, el andosene a seder al loco suo con la corona in capo, et similmente el papa se sento in la sedia sua, el il reverendissimo Frenese (ornò al loco suo apresso li reverendissimi cardinali. Et sentati luti, vene el cavalier Casalio come oralor de Ingillerra, condulo dal scaleo secreto, et dete come ho scrilo P aqua a le mani a Nostro Signore. El haulo l’aqua, la messa si seguilo per insino a la benedilione, et quando si