t>30 MDXXX, FEBBRAIO, ^36 seda azura ; et ludi li altri che portavano stendardi l homeni d* arme a la borgognona, con li soi ragazi similmente. Venivano poi quatro belissime achillee fornite el coperte sino in terra 3i oro rizo, et poi 4 pur a cavalo che porlavano in cima 4 rnaze 4 capoti di veluto charmesino forniti di cordoni d’oro, et poi 4 mazieri di Sua Santità, a li quali succedevano li advocati el secretori mescolatamente secondo la dignità di loro ofilio, con li sui capuzi intorno al colo, li quali erano però precessi da li secretari de P imperator, tuli bravissimamente vestiti, et a 428* cavalo tuli, di oro rizo soprarizzo con una co-ladena degna de la possanza che dovrebe ha ver il suo gran persohagio. I)a poi seguivano li cubiculari con i sui capuzi, et li chierici de la camera apostolica ; el dopo questi, li auditori con li rocheli el le cape. Da poi venivano li subdiaconi cola croce papale, el dui pur a cavalo con dui lanterne fornite d’arzenlo, over ferali, con le candele-dentro api-zate; et venia sopra una achinea bianca, fornita et coperta d’oro rizzo, il Corpus Domini solo un baldachin, portato per i citadini di la lerray el intorno circa 12 torze portate da 12 famigliai del papa ; el seguiva il sacrista, et poi li oratori, et poi li reverendissimi cardinali, da numero di..... Da poi veniano li dui reverendissimi assistenti, et poi li signori de le insegne imperiali nominati di sopra, secondo P ordine dito di sopra. Et venia poi, solo un medesimo baldachino, il pontefice aparalo col piviale et mitra di zoie a man drila sopra un cavai turco, et lo imperator, con un manto inir perial di loia d’arzenlo che per il poso credo si cavasse il zoielato, con la corona imperiale in capo, sopra il suo bel cavalo col qual el vene, fornito di oro rizo. Et mi son scordato di dire de li araldi clic andavano inanzi li maestri di casa el Gran maestro, P ultimo de li quali poco natili loro andava, baiando danari, zioè monete d’argento et d’oro, non molto spesso, col impronto di Sua Maestà incoronala, le quale le assimigliano assai ben et ne manderò una. Et mi son scordalo anco di dir de un cerio pavion del papa, che era portato molto inanzi, di seta giala et pavonaza. Seguivano il pontefice doi cubiculari secreti con una mitra P uno, el l’altro cum non so che altro. Et lo imperator era seguilo dal suo gran zamberlan conte di Nansao el alcuni altri soi. Da poi veniano li prelati in gran quantità, lutti con le cape et capelli, et molti altri corlesani togati et altre genie. Veniano poi le compagnie da cavalo de la guardia de P imperator, con li suoi capi, benissimo a cavalo el armati et sopra vestili; et simelmenle li banderari. Et furono contali 175 che erano allratanli, et 184 a la legiera che compirono la beleza de la cavalcala, qual è siala belissi-ma. Et con questo ordine si venne da la piaza in Slrà magiore, el per la Salega venerilo a passar per qui dinanti le case nostre, dove stavano nanti la porla del clarissimo Conlarino alcuni di noslri altri, a li quali per favore fu ordinalo a l’araldo che gi-tasse de li danari. A me non ne locò, ma ben fumo per alcuni de’ noslri famegli pigliate alcune monete 42t> d’argenlo et una d’oro per il figliolo del patron di la caxa. Et andorono cussi insieme sino a mezo le Chiavadure, apresso la spiciaria de la Cicogna, di dove si disgiunseno, et il papa andò a palazo con li reverendissimi et altri suoi, el lo imperador a San Domenego dove fece molli cavalieri, fra li quali furono molti gentilhomem todeschi et di ogni sorle moltissimi, a tanto che vi andorono una trota di stafieri di reverendissimi et altri signori, et tuli da Cesare furono fati cavalieri, Ira i quali furono dui di queli di missier nostro padre. Li veneno poi li canonici lateranensi incontro a Sua Maestà a la porla principal di la chiesia, dove, smontala, da loro fu honorevolmente reoeputo, et da poi che l’liebbe basciata la croce el le reliquie gli diedeno lo incenso el gli andorono inalili cantando : Tu Deum lau-damus. El a Pattar grande, scopertosi il capo, Sua Maestà fece oralion, et di poi levatosi basciò l’allar et si pose la corona et fu ricepulo in canonico et fratelo de la chiesa laleranense, el ricevete poi tuli li canonici ad osculimi pacis. El poi Sua Maestà vene con la sua compagnia per la più breve al palazo. La via, sicome le altre dove passavano, era coperta de pani; le case tuie fornite di arme et verdure; et belissimo aparalo per luto si seria falò, se non fusse stala una voce che vene in questi ultimi giorni, che la piaza dovea andar per lai solenità a saclio, per il che non la appararo ; ma la maggior parte di questi sleteno lulo beri in casa con grandissima provision di arme et zenle da manegiarle. Et gionta Sua Maestà a la porta, si voltò verso la piaza, dove slava anco tuia la fantaria in baiagliene; a la quale fece favore di buona et aiegra ciera, et loro a lei con tanto grido et plauso di berete che certo fu bela cosa da veder; et sbarala luta Par-chibusaria, artelaria grossa et minuta, che pareva clic ’1 ninnilo havesse a minare. Sua Maestà intrala ne la corle fece molti nobili et altri cavalieri, Ira i quali fece queli signori che haveano portato li stendardi ; et poi, ascese le scale, vene ne la sala dove I era preparalo il banchelo. El la fantaria con bclis-