467 MDXXX, GENNAIO. 468 venir in questa terra a justifìcarsi a la Signoria nostra, licei sia sta casso. Dapoi disnar fo Conseio di X con la Zonla ; et preseno che li do depositi si ha a pagar, overo tributi, per l’ixola di Cipro, al Signor turco, ch’è ducali 16 milia venitiani, siano pagati de lì a Costantinopoli, et ubligar la cassa del Conseio di X a quelli li exborseranno, ut in parte. Item, preso che quelli galdeno beni comunali si dagino in nota subpoena etc. Et in loco di sier Antonio Justinian fo mandato, qual va fuora avo-gador extraordinario, sia mandato uno ofìcial a le Raxon vechie con quella medema autorità et spexa sopra ditti beni comunali ut in parte. Item, fu posto alcune gratie, zoè lette, videlicet quella de sier Andrea Diedo voi far il lotho, ma voi dar il slabelc a do et tre per 100, et serarlo in 4 mexi, et in 6 dar li danari, aliter il slabele resti per la Signoria, et soa madre lauda questo; ma non fo expedita la cosa. Noto. Jn questa malina fo in Collegio sier Nicolò Trivixan qu. sier Piero, era provedilor executor in Puia et fu preso di spagnoli ; pagò la taia, che la Signoria li donò ducali 500, lui pagò il resto, si ha liberalo et con la galìa del capitanio del Golfo è venuto. 320* A dì 9. Domenega. Di Bologna, di l'ora-tor Contarmi, fo letere di 7. Come quel zorno la Cesarea Maestà havia jurata et ratificala la paxe et liga con grandissima demoslration di alegreza. Item, di le cose di Fiorenza, poi intrato il confalo-nier nuovo Raphael Ilironimi, si è intrato in pratica di accordo col papa, et hanno Fiorentini electi . . . oratori, zoè Francesco Carduzi, fo confalonier l’anno passato, et ............. Item, scrive come è sialo testimonio al jurar di Cesare, Ira li altri, sier Simon Lion è di Pregadi, qu. sier Thomà, che lì si ritrova. Di lerrara, di sier Marco Antonio Venier cl dotor, di 7. Manda la copia di la risposta fatta a la intimalion li mandò Cesare zerca dar Modena, Rezo et Rubiera al papa ; et in dila risposta conclude voler melersi de iure aziò si veda le raxon sue et nella Cesarea Maestà si melerà di ogni dife-rentia di diritto et de fatto. Fo per Collegio scritto al Coniarmi orator a Bologna che in nome del Dominio nostro debbi iurar et ratificar la paxe el liga ; et li fo mandato il syn-dichà, atenlo la deliberalion di Pregadi che fo dà libertà al Serenissimo di far lai effecto. Vene in Collegio il signor Renzo da Cere, per il qual fo mandalo a levar zerca 12 zentilhomeni in scarlalo, sier Andrea Mozenigo el dolor et altri era in sua compagnia et disotto l’oralor del re di Fran-za. Ravia con sè da dieci signori di Reame di la parte Anzuina, videlicet questi qui sotto anoladi quali sono per andar in licenlia : Lo principe de Stigliano, intrada ducali 10 milia. Lo duca d’Ariano, ducati 15 milia. Caraffa. Lo marchese di Monte Sarchio. Lo conte di Capaze, ducati 5000. Lo conte di Monte de Riso. Lo barone de Favaie. Lo barone de Rocha Romana. Lo barone di Zepaloni. El signor Zuan Corado Orsino. Octavio Orsino. El signor Zuan Paulo fiol dii signor Renzo. El capitanio Romulo. El conte de la Mandelana figliolo del marchese di Monte Sarchio. Questi partino di Trani a dì 15 dezembrio. Vene poi il duca di Urbin capitanio zeneral nostro, et tolse licenlia ; voi andar a dar una volta nel suo stado, et parte da matina. Et cussi partite la matina. Visis per nos illustrissimi domini ducis Ferrame oratores, et diligenter consideralis capitulis ac monitione et inlerpellatione iussu Maiestalis Caesa-reae nobis tradilis ut super iis respondeamus quae nobis convenire visa fuerint prò iustificatione et iu-ribus ipsius ducis nostri. Primo gratias agimus ipsi Cesareae et D. N. quod tam benigne et humaniter nobiscum agere dignantur, cupimusqueet oramus ut Deus optimus maximus prò eodem duce nostro eas referat. Deinde volentes iussis obedire, prout decet, et quantum possumus domini Ducis nostri iura defendere respóndendo diclae monitioni et inlerpella-tioni que quo ad ea quae ad Sanctitatem Domini Nostri speclant duas partes continent, unam silicei ut sponle quae in dictis capitulis continentur irnplea-mus, alleram quod.amicabiliter cum ipsa Sanclilate Domini Nostri ex composito convenire et concordes esse debeamus. Dicimus quod libenti animo poste-riorem partem accipimus, ducemque nostrum of-ferimus promptissime dicturum ac faeturuin omnia quae ad concgrdiam iucundam convenianl, quippe