113 MDXX1X, OTTOBRE. 114 la parlila Sua Maestà ha promesso al duca di Ferrara restituirli dille terre sino a lauto sera diflinito a Bologna. Il signore duca di Milan si prepara di . andare a Bologna, et intendo dire cum la più superba corle si sia ancora falla. Monsignor di la Barba partirà in breve per andare in Alexandria, et questo in execulione de li capitoli falli tra l’ini-perador et il duca di Milano, a lenir essa cita a nome del papa sin a tanto che sera deliberalo tra l’imperator el il duca. S’ è dillo che la illustrissima Signoria manda ancor lei ambasadori a Bologna, et liensi debbi succedere l’acordo et pace tra li potenzili chrisliani. La Santità di Noslro Signor ha 75* mandalo ad intimare la cruciata al re di Pranza. La Cesarea Maestà haveva determinalo andare a Mantoa el poi a Bologna, poi si è mutato di opinione et va di longo a Bologna ; si dico che ne la ritornata di Bologna venirà a Mantova. Hoggi il signor Gasparo Sormano, ambascialo!' del re di Pranza, è venuto a Piasenza et cussi fra doi giorni insieme con lo armiraio partirà per andare in Pranza. Summario di ima lettera di Crema, di 20 octobrio 1529. Si ha il zonzer di monsignor de Brion el monsignor di la Foiela, mandali per il re Chrislianissimo a Piasenza da l’imperador, i quali hanno porlato li danari, si dice, per riscoder li figlioli di esso re, et li ha lassati in una lerra del signor duca di Savoia nominata Zambai, zoè Zambari. Beri si hebbe nova, per via di Santo Anzolo, come la monilion che era nel castello di Pavia è slà brusala et ha morto più di 80 persone. Il signor Antonio da Leva dia andar con l’imperador, el in Milano resla il conte Lodovico Belzoioso con 3000 fanti ; in Pavia, il ca-pilanio Zucaro. De qui tutti parla di pace. 76 Da Cividal di Fritti, di sier Gregorio Fi-samano proveditor, di 17 octubrio 1529. Ho oggi havuto queste incluse da un cognato di domino Raimondo Rhodumberg, consier del re Ferdinando in Viena, qual habita in Cremons, che mi avisa esso domino Raymondo haver mandata una sua massara a sua moier, che è ridolta con la famiglia in Gorilia, el parli da Viena a li 1*2 del passalo. Porla di novo ut in litteris, qual manda. Et manda la forma di le balle di l’arlellaria più grosse è nel exercito del Signor turco. Del ditto, di 20 ditto. Hoggi è venuto uno di questa lerra, artesano, qual ne li zorni passali se Diarii di M, Sanuto, — Tom. 111. aconziò fante a piedi con uno capilanio spagnolo, che fece la compagnia a Gorilia et Gradisca per conto del re Ferdinando per andar in Ilongaria, el riporla et manda la sua deposilione. Referisse esser partito da Salzpurch a li 10 di questo, ove ha lasato il suo capilanio con la compagnia de fanti 260 in zerca a quella custodia, el che in quella lerra non vi era rimasto salvo alcune povere persone el quelli soldati, el resto lutto se ne era fuzito, el che li soldati tuttavia ne fugivano, et che il capitanio suo predillo al suo partir designava levarsi con la compagnia el redursi a San Vido del Carantano, lerra distante de Vilacco miglia quaranta. Che a li 5 del presente turchi presero un luoco dimandalo Clousler, ove era un monaslerio di frati mollo rico, et amazorno quanti si rilrovo-rono lì, el abrugiorno il tulio. El quella notte sub-sequenle caminorno a Terranova, el la malina, che fu a li 6, la presero per forza et amazorno 4000 cernede che la guardavano, ove haveano trovalo gran numero di balle di ferro per l’arlellaria, che dieeasi valeano da 4 in 5000 ducati, et che hebbero etiam gran quantità di polvere et altre munilione con alcuni pezi de arlellaria, et questo aferma largamente. Et dice credere questo loco antedetto, che chiama Terranova, esser quello che in lingua lode-sca chiamasi Neustot. Che di Viena non si polea saper altro perchè le genie lurchesche erano per lutti quelli lochi, nè vi polea andar nè venir alcuno, et che da Salzpurch si vedea lullo il paese ardere con grandissimi fuochi. Che in camino da Salzpurch insino a San Vido del Caranlan ha veduto ogniun fugire, et che in esso luoco di San Vido lavoravasi a far repari et altre forleze di lerra. A dì 23. La lerra, beri, niun, di pesle, et 12, ygi) altro mal. Vene in Collegio l’oralor di Pranza per cose parlicular ; nulla da conio. Vene 1’ oralor del duca de Milan dicendo il signor duca manda quel suo domino .... (Francesco Tussignano) per li danari eie. Vene l’orator di Fiorenza per cose parlicular; non ha nulla di novo. Di Brexa fo lettere, di sier Folo Nani proveditor generai, di 20. Come manda lettere di Cremona che imporla, et inimici sono .... Di Bergamo, di sier Zuan Antonio da cìtà Taiapiera podestà et viceproveditor, et sier |i) Li carta 76*, 77, 77* sono bianche. 8