79 MDXXIX, OTTOBRE. 80 52 Sommario di una lettera da Fidigno di 11 octubrio 1529 scritta, per Domino Francesco Gonzaga orator del signor marchese di Mantoa, a Vorator di Mantoa existente a Venetia. lo so» zonlo qui per andar a Bologna insieme con la Santità di Nostro Signor. Di novo si ha, che lo esercito cesareo a li 7 il signor principe di Orangie si ritrovava pur anco a Figlino, qual di dove sua excellenlia espoclava gran quantità de guastatori, quali dovevano esser lì fra dui dì al più longo, et che poi se inviarà inanzi con animo deliberato di far quella impresa. Qui se è inteso questa sera lo acordo de Pavia con la Maestà Cesarea. 53') A dì 15. La malina. Fo alquanto di pioza me-nuda che fè gran fango. La terra, beri, di peste, 5, uno Iodio nuovo el 4 a San Marcuols, loco veehio, in casa di monsignor Arzentin episcopo di Concordia, el lOdi altro mal. Et fo bandito in Rialto, per li prove-ditori sopra la Sanità, alcune ville del trivisan ape-stade, come apar per lelter'e di sier Zuan Moro pro-veditor in Treviso, perochè ancora sier Francesco Moresini podestà et capitanio di Treviso è serato per peste ; el a Bresa et ¿ani el principia il morbo in caxa di tre priticipal citadini. Veneno li oratori di Mantoa in Collegio, ai qual per il Serenissimo li fo dillo la deliberation falla beri in Senato, di mandar Andrea Rosso secretano da soa escellenlia el marchese a Manloa per tra-lar la pase, con mandalo, el qual partirà immediate. Loro laudono sommamente tal deliberation, dicendo sperar il signor marchese farà bona opera, et cussi dillo messier Sigismondo Fazim, oralor nuovo, la sera si parli per ritornar a Manloa. Vene in Collegio il reverendissimo Cardinal Pisani, acompagnato da alcuni episcopi et 4 procuratori so parenti, sier Lorenzo Loredan, sier Andrea Justinian, sier Antonio di Prioli dal Banco suo cugnado, sier Zuan Pisani suo frudelo et altri parenti, et vene per luor licentia da la Signoria, voi andar a Bologna dal papa, oferendosi far per questo Slado eie. Poi pregò si volesse darli il posesso del vescoado di Treviso, aziò potesse partirse contento, et dete certa scrilura narando li soi meriti eie. Il Serenissimo li usò grate parole et zerca il possesso tulio il Collegio disse havia rason et si meleria la (1) La carta 52» è bianca, parte hozi in Pregadi, et si faria lezer quella scri-tura. Et poi il Serenissimo l’acompagnò fin a la fin di la scala. Et nota. Sier Alvise Mocenigo el cavalier, savio del Conseio, non era in Collegio qual li è contrario el non vuol per niun modo babbi il possesso, ha-vendo il vescoà di Padoa el il vesccm dì ... . Da Brexa, del proveditor zcneral Nani, di 12. Come il duca di Urbino si levava di lelto, ma slava mollo maninconico nè parlava. Et che era sta manda il signor Cesare Fregoso con alcuni altri a veder alcuni castelli del brexan per veder se si puoi lenir mietendovi zenle. Dice è lochi deboli si-chè si perderia le zenle ; ma ben vi è grandissima quantità di biave da passer li inimici, non questi, ma si fosseno altratanti, per un anno. Scrive altre parlicularità ut in litteris. Inimici pur a Gambara, e lì vicino è Paulo Luzasco a Olo-lengo. Di Cremona, di Vorator Venier, di 12. Come il reverendo episcopo Vasinense era parlilo de 11 per andar a Piasenza. Di l'iorenza, di sier Carlo Capello orator, di 6, tenuta fin 7. Come inimici, a dì primo, veneno 2 mia lonlan di la terra, et per quelli di Fiorenza ussiti fu presi in tre fiale da 40 cavalli. Et che a dì 3 il principe di Grange, il marchese del Guasto, il principe (duca) di Malli, et il signor Ferdinando Gonzaga veneno uno mio apresso la lerra con 3000 archibusieri et (¡00 cavalli per sopraveder et per tentar, perchè da li pontifici li era sii afirmato la lerra faria mutalion, unde in la lerra fo dato a l’arme el sonalo la campana lutti corseno a le mura, mollo volunlerosi de defendersi et senza alcun molo. 11 campo è fra Pigino e l’Ancisa, el l’an-tiguarda nel pian di la Fonte. Bogi è gionlo qui Lunardo Aginori, era oralor apresso il principe, con haverli dillo non far di manco di non far quello voi il papa. Ranno brusà lutti li borgi, et fato pro-vision di danari, et uno bando che ludi li banditi per qualunque caso, venendo a servir per uno mese in la lerra, siano absolli del bando, et ne son venuti da G00. Banno mandato, come scrisse per soe di 29, orator a l’imperador domino Lulier Girardi a scusarsi con Soa Maestà che’l papa non voi acordo ma introdur et meler li Medici dentro et dominare. Et havendo fallo una proclama che tutti li citadini fra termine di zorni (i dovesseno venir in la cilà sotto pena de ribellion et confiscatimi del suo, et non hessendo venuti questi, li banno confiscalo il