m MUXXJX, NOVÈMBRE. Vonier ; et cussi hozi poi disnar si retiuse parie del Collegio, et li detono In corda sellassi i, et confessò I’ homicidio fato, ma diceva haverlo fato perchè li dele un schiaffo. 206* In questa matina, hessendo sta preso in Colegio di mostrar le zoie al principe di Melfe, cussi questa tnalina sier Antonio Capello procurator ge le mon-stroe. Da poi disnar, fo Pregadi, et alcuni voleva non farlo, per non esser venule lettere di Bologna ; pur fo ordinato. Di Bologna, vene lettere, a liore...... dì l’orator Contarmi e sier Gabriel Venier oratori nostri, di 23, hore 5. Come hozi poi disnar el signor duca de Milano era andato a far reverenti;) a l’imperador, con gran sumission, in zenochioni, et li «presentò il salvoconduto di Sua Maestà, dicendo che non voleva altra fede che la misericordia di quela, et per tre volte lo ge lo apresentoe, et l’imperato.r recusando de tuorlo, a la fme Io tolse, el lo dele in mano al capilanio Zu-charo. Poi el duca disse che l’era venuto a far reverenda a Soa Maestà et dimandarli misericordia se l’havesse Mito conira sua Cesarea Maestà, et che quando l’era in castello serato el poi ussito, ili quello era seguito rechiedeva veni», con altre parole di questa substantia. Et l'imperalo? li locò la mano et .... . disse che eomeleria la sua cosa che ’I saria aldìto, el li fece graia ciera. La qual audientia fo publica in............. Da poi partito, esso duca andò a basar li piedi al papa, dicendoli l’operation fate et dar il salvocon-dutlo ; il papa lo laudò, proludendoli di far ogni bon officio eie. Demuni essi nostri oratori fo da sua excelleutia, qual li disse quanto ho scritto de sopra. Di, sier Gasparo Contarmi orator solo, di 23. Di l’operazioni falle, et parlato con il papa el con il Gran caiizelier, dicendo, hora ch’è venuto el duca di Milan, è bon principiar la materia de la pax e, et cussi terininorono il zoruo seguente esser insieme. Scrive, il principe de Orangie esser parlilo per tornar in campo solio Fiorenza ha haulo ducali . . . . milia, va con fanti 1500 spagnoli. Di Bergamo, fo lettere di sier Folo Jtisti-nìan vicepodestà et proveditor, et sier Jusio Guoro capitanio, di ... . Di certa custion seguila tra uno lanzineeb et uno sguizaro, el seguite rumor assai. E! conte di Caiazo se interpose et li aquietò. Li quid lanzinech disse uon voleva servir la Signoria ma Cesare. Et havendo hauto esso conte notilia che uno locotenente di lanzineeh havia intel-ligenlia eoo cesarei I’ ha falò prender, et tieneno lo farà passar per le piche etc. Di Verona, dì rectori et sier Zuan Dolfin proveditor zeneral, di heri. Come hanno da sier Jacomo Boldù capitanio del lago, da Lacise, haulo aviso, inimici apropinquarsi, el dubita non vengino a tuor Sermion. Fo balotà 25 debitori el tutti riinaseno, la copia chi sono sarà qui avanti. Fu posto, per sier Polo Valaresso, sier Zuan Antonio Dandolo, sier Valerio Marzello, provedilori sora le vieluarie, una provision di arlevar un manzo per villa, come altre volle fu poslo : parte molto longa, la co|iia scriverò qui avanti. Fu presa. Ave : Fu loto una parie, che voleano metter i Savi, de far un loto di ducati .... milia, tra li qual se mele el caslelo di Piamonte in Hislria, et altri pre-eii assà ; ma non fo balotà. 1529. Die 25 novembris. In lìogatis. 207 Ser Paulus Valaresso, Ser Johannes Antonius Dandulo, Ser Valerius Marcello. Frovisores super vietualiis. E da far ogni provision che in questa città nostra le becharie siano fornite di carne per il viver di tanto numeroso populo, quanto al presente se atrova in questa città, et aziò uon seguisca la penuria di carne come è seguido questi tempi passali, del che si ha patito grandemente, uon ostante dar don, levar el dalio et li fili di le banche, et altre provision fate sopra zio, et la causa de tal penuria è slata per non la ver potuto trazer bovi di terre aliene per causa di le guerre presente, et per haver tal bovi di terre aliene si trazeria di questa città gran stimma de denari, al che hessendo da proveder per comodo et beneficio del viver di carne in questa città nostra, el che ’1 danaro resti ne le man di nostri sudili, et che non vadino in altre parte ; L’and eri parte, che, per auctorilà de questo Conscio, sia scritto a lutti li rectori di le terre infrascripte, che cadauna di quelle siano obligate, sotto quelle pene che parerà a li reclori nostri, cuiu li sui territori, de alevar tanti animali boini come qui sotto apar, facendo la compartila secondo gli extimi, li qual animali siano obligali lenirli a ogni