673 MDXXVli, AGOSTO. 674 Copia di lettere da Dtiin, di Zuan Hofer, di 23 Avosto, scritta al preditto Locotenente. Magnifìce ac generose Domine compater, uti frater Jionorandissime. Quanto la magnificenlia voslra me scrive de farli intender donde che siano li turchi, pertanto aviso la magnificenlia vostra come questa malina in el far del dì è vernilo una mia spia, la qual me bavera avisato che heri ne F alba haveva visto cerca 200 turchi in Grobinich apresso Fiume, et che se aspeclava el campo. Per questo, subito io feci trazer doi boche de artellaria come havele aldito questa malina, et da poi mezo zorno sono stati visti li lurchi sul Carso et hanno brusalo in- * torno fino et apresso Corgnol, et de là de Cor-gnol ; et se stima che hanno brusalo anchor Corgnol ; et sono siati anchor sopra el terilorio de Dovino, sì che la magnificentia voslra Igza avi-sar quelli poveri homeni. Et se li turchi voranno vegnir da queste bande, saranno doman a bon ora a visi tarme. Nec alia. Bene valete. Del ditto Locotenente, di 25. Manda una lettera hauta dal capilanio di Gorizia, et scrive che dal strenuo Vicenzo Manara contestabile in Monfalcon ha questo insti sso ; et che a Gradiscila si aspecta il capilanio missier Nicolò da la Torre con 400 cavalli, et porta danari per pagar li fanli, over farne di altri. Copia di lettere di domino Hironimo de At-timis vice capitanio di Gorizia et Carso, data in Gorizia a dì 2à Avosto 1527, scritta al Locotenente preditto. Magnifi.ee etc. Così ricercando la magnificenlia vostra, notifico a quella, qualmente heri a una bora de zorno, lurchi in numero, come se dice, 4000, fecero una coraria scomenzando in un cerio loco dicto Fux overo Corintinza dove haveano pernolato, et ari-vorono scorendo fino al Taber chiamalo Comen, pigliando gente et animali infiniti per haverli trovati disprovisti ; qual coreria così miseranda facla, deleno fuogo a li vilazi, de li quali, per quanto fin hora se intende, ne ha brusalo da 50 et più ; per il che si (ieri per certo che lo Carso superior, qual zà 5 anni passali fo tutto depopulato da lur- I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XIV. chi, sia funditus minalo. Lo inferior veramente non ha receputo tanto danno per non haverlo scorso tulio; ma dove i sono siali, in 50 anni non si potrà restaurar. La nocle seguente se reti -rorono a la valle di Rem, el lì piglialo quello Taber per forza hanno alogiato. Hozi sono calati verso San Servulo, et inferlo a quelle ville grande danno brusando et depopulando ; del che se ha dubitato che scorendo indrieto per la valle de Mocho, non assalisseno il monte et scoresseno per Prosodie fino a Dovin ; tamen nihil fecerunt, benché ancora de qui non se ha securcza de tal pericolo. Questo è quanto habbiamo de dicti turchi. Da Crema, del Podestà et capitanio, di 451 25. Come in doi lochi lì vicino 5 mia, sul cremonese però, si more da peste. Fa far gran custodie a la terra; ma mal si poi far essendo questo exercito sì propinquo. Lo exercilo francese è risolto strenzer Alexandria. In Fregarolo, dove erano, se atrovava molle caxe iufelade da peste. A Milano eresse la carestia ; una gran parte se ne fuge a Marignano et de lì a Piasenza, Lodi et dove pono. Qui si ha ledere de l’allro exercilo, che spagnoli et lanzchenechi erano levati et inviatosi verso Roma. Da Marignano, del Proveditor zeneral Contarmi, di.....Zerca danari et pagamenti di zente. Nulla di novo. Et come è grandissima carestia ; et scrive sia fallo in suo loco. A dì 28, fo Santo Agustin, et per la terra si varda. Vene in Collegio il Legato del Papa, qual è tornalo di padoana di uno suo loco ditto Mira-bello, et si alegrò di F aquislo di Zenoa ; et dimandò quello era di novo di campi. Vene l’orator di Milan, edam per saper di nuovo. Vene l’oralor di Ferrara et portò una lettera del signor Duca, li avisa il successo di Zenoa, mollo copiosa ; la copia sarà qui avanti scritta. Poi disse esser morto a Ferrara un richo et degno ciladiu nominalo . . . . , qual havia fallo un bellissimo palazo.....ltem, poi disse di cerla diiTerentia zerca il Podestà el capitanio di Ruigo. Vene Malatesla Baion capitanio di le fantarie, vien di Padoa, per il qual fo mandalo aziò andasse in campo, et fo persuaso a partirse subito et andar verso Porosa ; et cussi disse di andar, et tolse li-centia. ■ Da poi disnar fo Pregadi, et leclo le lettere so* 451* proscritte, et di più : 43