165 UDXXIX, NOVEMBRE. 166 il che loro existimavano che lo assedio fusse del lullo levalo, benché non sapessero il cerio nè dove nè che con inlenlione si siano parlili. Il zobia poi seguente lui uscite Cuora di Viena, né sa quello sia seguilo. Questo è quanto ha potuto intendere dal dillo servitor. Io non ho saputo se non da poi che l’é partito, che forsi haverla usato magior diligenlia per haver la verilà de tal successo. Da Ravenna, di sier Domencgo da Mosto provedador, di primo de V instante, hore doe avanti zorno. Scrive prima, se mandi danari pelli fanti ; è passi do mexi di la paga. Scrisse, bassi hauto da Fiorenza alcune nove, zoè che li cesarei hanno Callo uno bastione di Cora di Fiorenza a Chiaramente, qual supcrehia tulla la cillà, et vi è uno borgo proximo a la muraglia che danniSca mollo la terra. Et Fiorentini haveano fallo uno bastione a Santo Miniato, el li cesarei ne hanno lato un al Irò a l’incontro di quello, che quel di lora bate quel di dentro di modo che non pono comparer, el son andati prefali cesarei lino sotto il dillo bastione, et hanno cominziato a tagliar di sotto via con guastatori 700. Dicesi che hanno fallo una cortina li imperiali a porta San Pietro in Gatlolino, qual pò ba-ter la città et la muraglia, et quelli de dentro non li pò nocer, perchè, se tirano alto, la passa de sopra, se basso, non li fanno danno. Dice ancor che Fiorentini sono stali a parlamento con il principe di Oran-gie, et hanno expedito dui oratori al pontefice cum salvocondulo del prefato principe, et il presente nuntio vene con loro zobia fino a la Searpara, el halli sentito parlar cum Ramazoto, dicendo che li sono contenti acetar Medici ne la cillà per citadini, et se pur il pontefice non contenta, che veglino poi cometerla a lo imperatore. El cussi ha etiam incontralo uno spaglinolo con Ire cavalli, qual andava da lo imperadore domandandoli 5000 lanzinech in socorso del principe, però che hanno designato dove hanno a far la batlaria et arsalto del bastione tulio ad un tempo, se non seguirà accordo. Tutto el fiorentino da le Alpe in là è reso. Viluarie sono in abondantia. Dicesi etiam che, per uno fante ussilo di Fiorenza, si ha che dentro la cillà è assai convenientemente abondantia del viver, excepto di le-gne, che li è grande carestia, et che el fortificar de la cillà Fiorentini zavariano mollo, perché vi è fallo qualche revellino di fori a l’incontro di la terra da li cesarei. Vene in Collegio 1’ orator del duca di Milan, ¡usta el solilo, et cornunicoe quanto havia da Cremona, dal suo Signor, zerca li andamenti di inimici, et come erano a campo a Santo Anzolo 3000 fanti con 7 pezi de arlellarie. Vene l’oralor del duca di Urbiu, el monstroe 111* lettere li scrive il duca da Brexa, come, havendo inteso inimici è per levarsi di Gambara, si dice per venir a Villafranca et andarsi ad alozar in visenlina, linde lui, ancora che non sia ben sano, si cussi fara-no, voi farsi portar a Verona, per proveder a quello achaderà. Da Brexa, del proveditor zeneral Nani, di primo. Come il duca di Urbtn havia hauto un poco di febre. Scrive zerca li pagamenti. Inimici si dieno levar per Calvisan et li Orzinovi ; chi dice verano altrove. Quelli altri sono atorno Santo Anzolo con 3000 fanti et 7 pezi de arlellaria. Il duca voria con le zenle di Lodi et le nostre di Bergamo si andasse a socorer ditto loco. Di Andrea Doria, fo leto una lettera da Parma, di...... scritta a la Signoria, in risposta di soa ricevuta. Come per lui non ha ^ mancato di far la pace, perchè Pimperador era ben disposto, et che adesso etiam farà ogni cosa per coadiuvar la seguisse, zonto el sarà a Bologna. Et come andava a Modena, el Pimperador a dì 3 saria in Bologna. Da Ferrara, di sier Marco Antonio Ve-nier el dotor, orator, de ultimo. Del partir del duca, qual era zonto a Modena etiam con Andrea Doria, et va per conzar le sue cose. Si dice li darà ducati 200 milia et altre particularilà. Da poi disnar fo Pregadi, et leto le lettere. Fu posto, per li Savi, una lettera a Buda, a Alvise Grilli, in risposta di soe, et se congratuli col serenissimo re Zuane di haver aquislà et ricupera il regno et, come sia aperti li passi, li scriveremo. ltern, col Signor turco et magnifico Irn-braim che havemo inteso per via di Bologna essersi levato di P impresa di Viena. Nui de qui havemo mantenuto la guerra. Inimici è sul brexan. L’impe-rator va a Bologna, dove è zonto il papa. Fu posto, per li ditti, una lettera a sier Gasparo Contarmi apresso il summo pontefice a Bologna, in risposta di soe, el che, zonto sii P imperator lì, vedi haver audientia eie. Et licenliato Pregadi, restò Conscio di X con la Zonta. Scrisseuo al sopradito oralor Contarmi, si aliegri con l’imperalor, il Turco esser leva di P impresa di Viena eie. Fu preso una parie, zerca quelli depositano sopra il dalio del vin venduto et si vende, che ’1 cas-sier del dalio dagi ducali .... al rnexe, et sotto