649 MDXXX, FEBBRAIO. 650 fu a quela, el papa alta voce cominciò a dir : « sit nomen Domini benedictum », et dete la benedi-tione. Finita, el reverendissimo Gesis publioò la indulgentia over perdonanza da parie del papa a tulli chi erano sta presenti, et finita, li reverendissimi se cominciò ad spogliar li paramenti el si misero le cape rosale. Et cussi il papa andò a l’aitar insieme con Gesare, el li Sua Santità se spogliò et misesi uno pivial molto belo el rico, et la mìlria in capo. In questo mezo comparse il scalco secreto con alcuni altri servitori di Nostro Signore, el alcuni di Cesare con alcune confezioni el freschi, dove il papa et lo imperator si reficiò alquanto. Ma questo non si potè veder per la moltitudine de le persone, che chi spingeva in qua el chi in là, lutti per andar fora per veder el papa el l’imperador a cavallo. 11 reverendissimo patrone uon volse far cola-lion et se ne andassemo fora perchè soa signoria volea montar a cavalo per anticipar el tempo. El gionti che fussemo a. la porta de la cbiesia, Irovas-semo una grandissima pressa ; pur come Dio volse se conducesseino fino al capo del ponte, dove era tanta la calca che il reverendissimo patron et io per forza fussimo portati per ¡usino a meza la piaza, et stia signoria reverendissima havea perso tutti li servitori excepto che me che non lo abandonai, et mal lo polea aiutar perchè havea lo bolone che va dinanzi al pivial che vai mas de 2000 ducados et havea paura de perderlo. Purabrazai sua signoria reverendissima et tanto mi sforzai che lo condussi sopra le scale di San Petronio un altra volta, el tanto cridai et travagliai che ritrovai la mula di soa • signoria reverendissima, qual subito montò a cavalo el se relirò da una banda insieme con li altri reverendissimi cardinali. Et tutta volta venivano inanti li cardinali, prelati el altri signori, el il papa el imperator, et tanto era la moltitudine di le genie quando il papa et imperator comparseno a la porla di San Petronio che ognuno si volea cazare sopra quel ponte, che tandem se spezò queli legni che erano da le bande del ponte, el vi cascò giù di inolia brigala el molti non sì fecero buon servilio ancor che non fusse mollo alto, el tuli si caziò a rider, et cussi fece el papa et Cesare, pur sempre con grande stento venendo inanzi a la fine del ponte per montar a cavalo. A la fine di quel ponte vi era uno dei sacrista che portava el corpo de Christo a cavalo in uno tabernaculo coperto di velulo cre-mesino solo uno baldachino di tafelà zaldo el azu- 436 ro, et uno altro portava la lanterna, et molli came- rieri del papa portavano lorze bianche. Gionti elio furono a la fine del ponte, per uno di queli palafrenieri del papa fu messo in terra uno scabelo con tre over quatro scalini, coperto di velulo creme-sino. Alora lo imperator dete in mano al marchese di Monferrato il sceptro et il mondo al duca di Baviera, le qual cose Sua Maestà le havea portale in mano per insino a la fine del ponte, et tene la staffa al papa per montar a cavalo et li alzò il manto, et poi montalo, Cesare prese il cavalo per le retine et le dete in mano a Nostro Signor, et Sua Maestà andò 3 over 4 passi avanti a piedi, el il papa disse : « non più », et Sua Maestà li rispose : « ancora tino poco ». Pur perii soi li fu apresentalo uno belissimo cavalo luto bianco con una coperta tuta d’oro, sopra il qual Sua Maestà vi montò. El cussi era quelo di Nostro Signor. Montali a cavalo prima si aviorono alcuni signori et gran maestri ; di poi li reverendissimi cardinali di grado in grado, poi il signor marchese di Monferrato con il seeplro, poi il duca di Urbino con la spada nuda, poi il signor duca di Baviera con il mondo, el poi il signor duca di Savoia senza nula in mano. Et tute lor signorie erano molto ben a cavalo et su cavali che vagliono un mondo. Et fra li reveren fissimi et li signori vi era li maaierì del papa et di Cesare, el immediate dietro a loro vi era li re d’arme, in saglio con una certa tela con una aquila sopra, uno de li qual bulava danari per ogni loco dove si passava et spessissime volle, talché si pensa habbia bulalo più de 3000 ducati. Era-vi dopioni, ducati, mezi ducati da bolognini 18, da 10 el da 5, el cussi come quel re d’arme li bulava, la brigata correva per volerne pigliar, el si bufavano P un l’altro solo sopra, alcuni perdevano le berete, alcuni cascavano el alcuni li veniva schizato piedi, gambe et similia. Drielo li signori predili eravi una ombrela la qual di iure dovea portar el marchese di Manfoa, qual non vi era, et per non far prejuditio alcuno a sua signoria fu data ad portar per favor al nostro maestro dì stala, al qual poi fu donalo 10 scudi. El questo perché ognuno di queli signori la volea portar dicendo locar a loro non essendovi dito marchese ; et per obviar ogni scan-dolo fu data ad portar, ad uno infimo con premio. Drielo a questa ombrela venia Nostro Signore et Cesare solo uno baldachino porlato da genlilomenì bolognesi quali si mulorono molte volte, et Sua Santità et Sua Maestà sempre venivano a pari, et molte volte dove le strade erano larghe et che Sua Santità non dava la beneditione si pigliavano P un i