363 MDXX1X, DICEMBRE. O 364 dor per la paxe, che di danari non potemo servirlo, ma per non mancar come havemo falò per ¡1 passato senio contenti darli tanti Siili per 1' amontar de ducati 15 milia, fazendo prorneter l’aniontar ut supra. Et sier Francesco Venier savio a Terraferma andò in renga di ordine dii Collegio, et narò la richiesta di P orator Taverna venuto’a posta per questo, et come il Collegio voi darli salii et non danari eie. * Et andò poi in renga sier Alvise Mocenigo el ca-valior, et conlradise, non voleva darli alcuna cosa ; basta, P havemo servido di 70 milia ducati. Et li rispose sier Piero Landò savio del Conscio, dicendo fa per uni a non abandonar il duca, havendo speso tanti danari per conservarlo in stado, et però il Collegio li voler offerir sali. Andò la parte: 8 non sincere, 76 di no, 140 di si, et fu presa. Fu posto, per li Sa vii una lettera a sier Polo Nani proveditor zeneral : che’l debbi licentiar li sguizari et lanzinecb sono in Bergamo dandoli meza paga, come semo ubligali darli melando a conto quella liauta. Fu presa. Fu posto, per.......bevendosi offerto una persona a li Avogadori nostri extraor-dinari di trovar debitori veri, non notadi su i libri, per ducati 16 milia, come apar per la scritura hora Ietta, et voi il quarto, per tanto sia preso che’l ditto, monstrando dilli debitori veri ut in parte fra termini di zorni . . , habbi il quinto di quello si scoderà ut in parte. Et sier Marin Juslinianavogador di Comun andò in renga et conlradise, dicendo quando Pera avo-gador exlraordinario ne vene molti a far tal oferta, che vostri scrivani che tien oculli li debitori, poi persconder qualche suo fallo o per haver il quarto, li fa venir in luse, et queste cose è mal fatte. Et il Serenissimo li rispose dicendo ha fato mal a non voler veder quelli li offeriva, laudando la parte in tanto bisogno che havemo di danari. Andò la parte: Ave 8 non sinceri, 79 di no, 13*2 di sì, et fo stridà presa. Tamen per la leze a dar li danari di la Signoria non havia il numero di le ballotte. Die 17 Decembris 1529 in Bogatis. Serenissimus Frinceps, Consiliarii. Capita de Quadraginta. Sapientes Consilii. Sapientes Terrae firmae. Non dovendose mancar de ogni mezo possibile per venir in luce de quelli che occultano el denaro di la Sigiv ria nostra, et haver la recuperatoli de quello, se deve abrazar in l’offerta fata come di la scritura hora leta a questo Conseio se intese ; però L’anderà parte, che per autorità de questo Conseio, sia acetati! la suplica hora lecla, et che colui che si ha offerto consigliar a l’ofìcio di Avogadori nostri extraordinari, debitori veri, boni, el exigibili, spec-tanti a la Signoria nostra, che non appareno sopra alcun libro de quella, baver debbi el quinto di tutto quello che per sua manifestation sarà scosso et recuperato, come è conveniente. Dechiarando che avanti che se li exborsi el quinto, sia per li tre Avogadori extraordinari o per la mazor parte de essi dechiarito che quello sarà slà scosso et recuperato sarà stato de debitori non apparenti sopra i libri de la Signoria nostra. Et non liessemlo li Avogadori extraordinarii al numero di tre over hessendo alcuno di loro cazati, alhora entri uno o più de li Avogadori ordinari. Ilesseudo obligato esso manifestar questi tali debitori per lutto dì 15 zenaro proximo, siano tenuti li diti Avogadori extraordinari portar ogni setimana in Collegio una poliza ne la qual siano notali li nomi de li debitori li sarano manifestadi, la quantità de denaro haverano recuperato et scosso, et de che sorte el natura era il debito, hessendo diligati li scrivani de essi Avogadori de setimana in setimana, sotto pena de immediata privation di Pofi-ciò loro, levar uno conto overo poliza che contenga quanto di sopra è chiarito. f De parte 142 De non 71 Non sinceri 11 Excellentissimi signori Avogadori extraordinarii. Io, che per ora non voglio hesser nominado, fazo intender a vostre signorie che me offerisco consigliar a P oficio vostro debitori veri boni et exigibili et expedanti a la illustrissima Signoria per la