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MDXXIX, OTTOHRE.
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 dicendo, la Signoria li ha tanti obbligi, la qual si è per far ogni diinonstration de gratitudine. Me rispose: « Son certo la mi vederi volentieri; pur ho qualche credilor di vostri venetinni per haver tolto robe per pagar le gente del re.» Scrive, è bon farli ditto salvoconduto. Zonto questa malina qui, me vene a incontrar el signor Camillo Ursino et tutti li capitani, a i qual dissi trovasseno modo de... de li fanti de Barlela, zoè di Romagna et Toscana, et non paesani, che li remeteria. Me rispose furiano ogni cosa, ma bisognava qualche danaro. Scrive,
 *	se mandi una bona somma, lnvidai el signor Renzo a venir a star un giorno a Tram con mi aziò vedesse la terra et dicesse Popinion sua. Me disse veniria dominicha, dicendo: <c El mi bisogna viver con rispetto, et maxime per il signor Camillo, ancora che’l sia mio cugnado, ma fenzerò di venir per comprar cavalli turchi, et questo sia secre-tissimo. »
Lettera del dillo, di 19 dillo.
     Ileri gionse de qui el capitanio del Golpho cum la galiota Marcella et molte altre barche, che ha-veano levato el forzo di le gente francese, erano con il signor Zuan Corado redute apresso Mono-poli, perchè li inimici le aspetavano. Parte di le qual sono smontate a Malfeta et .luvenazo et parte a Barletta, con grandissima satisfateli del signor Renzo, el quelli pochi restali a Monopoli mande-roli a levar con el primo tempo.
    Con el ditto capitanio del Golpho sono venuti il conte Julio el conto Oratio et Ricardo da Peli-glinno con Angelo Santo Corso capitanio di fanli, quali il clarissimo generai li levò a Monopoli et li menò con lui a l’impresa di Brandizo. Li dilli capitani mi disse haver inteso che io haveva sali-sfato (ulte quesle compagnie de qui, et che etiam loro doveriano esser salisfali per esser stati ne la obsidion di Monopoli el etiam a la impresa de Brandizo. Li risposi baveano raxon di esser salisfali et non era il vero quesle compagnie fosseno slà pagate, et poteano saperlo da li capitanei de qui la verità, et li dissi, quando veni di qui trovai queste compagnie ruinale per la peste, et esser slà trapelale per il bon governo del signor Camillo le compagnie del Pania et Casal, li qual capitani erano presoni con zerca 300 fanti, el recuperato il Pania el fugilo il Casal e li fanli è slà relassali, et per radrizar le compagnie, io ho convenuto venir in resto con loro del suo servilo
I	Diurti di M. Sanuto, —- Toni- Lll.
et darli una paga a lutti con proluderli, zonli li danari, de satisfarli, dicendo a ditti capitani elio etiam a loro, subito zonli li danari che di zorno in zorno aspelo, o venirò a Monopoli o manderò a far li vostri conli et darvi una paga, et detrae-senti vi darò 500 scudi per inlertenir le compagnie. Del che parse rimanesero alquanto salisfali, però bisogna se li mandi danari et presto, e per luor qualche una di le compagnie erano cum li francesi, zoè di Romagna et Toscana. Ilozi da poi pranso vene da me il signor Camillo cum li Caiani che sono di Monopoli el il forzo di questi di qui. E Stando così a rasonar, uno Logotlicli slraliolo da Tremissi de Napoli de Romania, — el qual bora uno anno vene in Puia con zerca 20 cavalli de stratioli et 50 o 60 zadari a piedi, et se andò à conzar con il marchese de la Tripalda, et siando stato alcuni mesi cimi il dito marchese, se ne fugi in Nardo, et quando il qu. capitanio Simon Romano andò in Terra di Otranto per socorer Nardo hessendo il zeneral andato a la terra di Brandizo, il predilo Simon Romano menò il dillo slraliolo cum lui, et levato il generai di dilla impresa el predito Logolheli vene cum li sui cavalli da 25 in 30 a Monopoli et restò lì, et quel governalor Griti li ha dalo 40 scudi per subvenirli, el qual è venuto con li capitani di fanti di qui con il capitano del Golpho,— et essendomi venuto a rechieder danari et orzi, li ho risposto più fiale che orzi non ne sono pur un grano, el che li darò qualche ducalo, et hozi cum la sua importunità presente il signor Camillo mi replicò che li desse li danari, li risposi: « Si questi stratioli che hanno palilo tanto de qui, si in li pagamenti come nel morbo et fame et in falione cum li inimici, me haveseno molestato de la sorte che fai tu, non so come mi haria potuto reger. » El siando adverlilo da alcuni stratioli, homeni da bene, che ’I prefato Loghoteti voleva ritornar da li ninnici, et per questo usava tal importunila cum me, li dissi: « Non sai che ti cognosco, li voglio mandar in castello.» Et il signor Camillo saltò suso in piedi, el disse : « lo sum gu-bernador generai, non voglio che ve habiate a ini* pazar in dille genie, nè voglio li sia fato torto ; l'ale mal a tralar cussi questi servitori de la Signoria. Quella mi ha falò gubernalor, non voglio che habiate a impazarvi in ditte zenle. » Et disse a uno de li soi: « Va a luor la lettera de la Signoria, che la voglio lezer in presenza di questi capitani. » Et questo fece per monslrar che li difenderà con* Ira di me. Li rispusi, che seben lui era guberna-
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