361 MDXXIX, • Di Maxima Leopardi secretano, date a Belgrado, a dì 11 novembrio. Scrive le ultime sue fo dai ponte de la Sava, de .... Da poi andò a Belgrado et li zonse el campo del Signor per tornar a Constantinopoli, el parie di sanzachi andar a loro sanzacado, et arivò el Signor et magnifico Imbraim Bassa, alozato solto pavioni, el li fece intender come era uno messo de la Signoria nostra zonto, qual desiderava far reverente a esso magnifico Imbraim et li fo ditto venisse la malina. linde lui havendo molli brievi de la Signoria drizali a domino Alvise Grilli, vedendo non era lì, li aperse et tolti li somari di tulte le ledere, scrivendo del lempo, et andato la malina a dì .... al pavion, ussilo esso Imbraim fuora, li basò la man facendoli reverentia, et presentatoli la lettera credenlial. Qual posto esso bassa a sentar, prima vene molli sanzachi a farli reverentia, li quali erano vestiti de una vesta, et alcuni abrazati da esso bassa, el datoli licenza che con le sue zenle tornaseno a li loro san-zacadi. Da poi esso secretano ave audientia, al qual narò el suo viazo et il lempo del partir da Scardo-na et li pericoli grandi hauti, demum le ledere che di tempo in tempo la ¡lustrissima Signoria avisava de progressi, le qual le haveva in man et non erano venute più presto, narando l’accordo fatto a Cam-bray da l’imperador et re de Pranza senza la Signoria noslra, et questo perchè la non havia voluto esser contra la maestà del Gran Signor. Al che Imbraim disse: « Eunoambasciatordel re di Pranza qui, che ha porla ducali 40 milia al re Zuane. » Item, poi esso secretarlo disse del partir de l’imperador de Spagna per Italia, poi del suo zonzer a Zcnoa et venir a Piasenza, del calar de lanzinech 10 milia sul nostro slado in brexana, damnizando etc., dicendo la Signoria hessendo desiderosa di saper li progressi del Gran signor, etiam lenir avisalo esso Signor di le cose de Italia, lo havea destinalo eie. ; poi richiese soeorso di cavali et altro dicendo .... Al che Imbraim non rispose, el disse come il Signor et lui se partiria il zornodriedo per Constantinopoli et havia termini far 26 alozamenli. Item, ha inteso lassava 2000 cavali in Hongaria et con ordine che 247* i sanzachi circumvicini, che sariano da 25 milia cavali, in ogni bisogno di esso re, dovesseno cavalcar in suo aiuto. Scrive esser stà ruinà la cavalaria del Signor maxime li aganzi che è cavali coradori, et come haveano brusà et depredà 100 mia in Alemagna el iato preda grandissima de ariime, le qual ludi-erano pieni, olire altre anime mandale za via, el come non havia mai dà bataia a Vieua, et che dicembre. 362 erano stà morti da 80 milia persone de esso Signor In questa impresa, et morii ila fredo et neve assà gambeli el cavali, et questa è stà la causa de haversi levato de l’impresa et lassà 20 pezi de artelaria. Scrive che hessendo sodo Viena prese do capi to-deschi volendo saper se l’archiduca era dentro, perché se’Ì fosse sia, al ludo l’haria voluto haver ne le man, i qual disseno: « L’ è a Linz, et non hessendo vero questo, fene morir.» Sichè inteso il Signor questa verità li vesliteno el li licenliono. Scrive Imbraim haverli ditto che il Gran signor expediva uno ambasciatore a la Signoria ad alegrarsi de lo aquislo del regno di Hongaria, el haver messo el re in sedia et se ne tornava a Constantinopoli. Item scrive come havia dillo ai magnifico Imbraim, che la causa de la pace fata per il re di Pranza è slà per rehaver soi fioli, el che la Signoria mai in niun caxo è per romper la bona paxe ha con el Gran signor. Item, come il Signor voi far corer .... turchi in ... . Dì domino Alvise Gridi, fiol del sereni ssi- ^ g mo, episcopo di Agria, data a Buda, a dì 28.... Come è sialo in Agria, et hauto il possesso del ve-scoado, et il re li ha concesso lo possi renonciar a chi li par, et l’ha fato thesorier zeneral in l’Hongaria con ducati 6000 a l’anno. Li ha donato Clissa et Segna, et perchè Segna la lien re Ferandin voi mandarla a luor a tempo nuovo, et di Clissa, ha scritto a suo fratelo Zorzi, vadi a luor il possesso, che za il re ha mandalo a queli dentro l’ordine ge la consegni. Scrive come lui va a Conslantinopoli per tre mexi, ancora che il re non voleva si partise, et va come ambasadordel ditto re. Scrive . . . Fo poslo, per li Savi, una lettera a sier Gasparo Coniarmi orator nostro in Bologna, in risposta di soe: come inteso per soe di 15, hore 3 di note, che tutto era adatalo cxcepto il caslel di Milaq el Loco, che ’I duca di Milan voleva fusse in man del papa, unde li dicemo non debbi vardar ad altro ma ve-gni a la conclusimi el sigilation de la dilla paxe ut in parte, sive litteris, et fu presa. Ave : . . . Fu poslo, [ter li Savi del Conseio, excepto sier Alvise Moeenigo el cavalier el Savi a Terra ferma, havendo con grande instantia richiesto li oratori del signor duca di Milan che ’1 sia servalo di ducali . . . . milia per dar a l’imperador, volendo far cauto la Signoria che fin 3 mexi li haveremo, per tanto sia preso, che per il Serenissimo da malina li sia risposto come senio stati su grandissime spexe, el dovendo dar assà danari al presente a l’impera-