5G1 vesse a far per quella Signoria, la qunl lo havea molto honoralo, haveodo mandato una simel ambasciata, et molle gralie li havea ad haver; et l’am-basador là, mostrando il elarissimo Bragadino qual 10 havia laudato che non si conveniva, ma che si sforzarebbe al suo poter di farlo men mendaze che 11 fosse possibile, et che li havesse mandati quelli * homeni che lo amavano et sapea li erano inclinali. Al che per il elarissimo nosiro padre li fo risposto che se la illustrissima Signoria havesse voluto mandar tutti quelli sono inclinati a Sua Maestà, havia convenuto mandar tanti che la camera ne la sala saria empita di loro. Et cussi si stette assai parlando et rispondendo con parole basse che apena li oratori le intendeva. Soa Maestà ricomandò mollo Paulo Luzascho et alcuni foraussiti, tra li qual mis-sier Antonio Bagaroto; et nel ussir di oratori lo chiamò, el li fè bona ciera, et è mollo apresso Sua Maestà. Dapoi si andò dal pontifice dove si stete cerca una hora. Venuti a caxa, monsignor di Ceri, qual vien orator per Cesare a la Signoria nostra, volse acompagnar nosiro padre fin a la porla ; et poi a do bore di notte mandò tre bellissimi fasani et uno gran pastello di venesone a donarli con dolce parole eie. Questa matina, eh’ è il zorno de Nostra Donna, fu qui el elarissimo Mocenigo vestito a manege du-eal di restagno d’ oro ; il Gradenigo non si sentiva bene ; il Bragadino con manlo damaschili cremisin, et missier nostro padre con la ducale crespada de oro tirado ; li altri oratori parte de violelo parte di longo a la cortesana. Se andò a palazo ; parie de essi oratori andono a levar el papa el parte lo im-peradore ; ma Soa Maestà non si sentendo volse udir la messa privala in la sua camera. Sichè tutti li oratori restono col papa, et li portò la coda el Bragadino fino a l’aitar di capella ; poi relirali essi oratori al locho suo, fu data la beneditione, per il pontefice, di le candele, molto cerimoniosa. Fu poi dato uno gran eierio a uno signor de la camera de l’imperador per nome di Cesare, et uno altro al podestà di la terra per nome di questa comunità de Bologna, i quali erano uno a dexteris l’altro a sinistris del papa, dove sedeva da poi li reverendissimi assistenti. Le candele erano bellissime, et grossi eandeloti fo dati a li reverendissimi che prima deleno l’obedienlia al papa, i quali erano aparali con le pianete et milrie ; i qual cardinali dimandava instantemente le candele, et il reverendissimo Ce-sarino et uno altro ne hebbe 6 candeloll per li ab-senti che non vi erano. Poi li arzivescovi et vescovi, Piarti di M. Sanuto, — Tom. LU. 562 el poi li signori oratori, et quelli lutti erano in capella di man del papa basando prima la man et la candela, poi li piedi a Soa Santità. Ma li cardinali basò el ginothio. Questa cerimonia durò fino ne era candele da dar che forono zerca 100, per ben bore una et meza. Poi si fece la processione ; el il papa 378 in cathedra sollo uno baldachin portato da li oratori, primi era il Casale orator del re di Anglia et missier nostro padre. Et cussi inlrorouo in palazo, et a una finestra Soa Santità et li reverendissimi gilorono le candele ne la corte al popolo. Et con simil ordine si ritornorono in capella, dove si preparò il reverendissimo Boniforte per dir la messa, data l’aqua a le man al pontefice per il elarissimo Bragadino, et per sua signoria fu cantata la messa. Sichè da le 15 bore fino le 19 siamo stali in queste cerimonie, dapoi acompagnato il ponlefice, dove si separò, et tolto licenlia venissemo a disnar ; et vi fu lutti li oratori exeepto il Gradenigo indisposto et il Mocenigo, per la sua gamba. Cesare eri sera si risolse nel suo conseio di non partir di qui, et incoronarsi il zorno di Santo Ma-Ihio, qual zorno è di la sua natività el compie anni . . . . , et in tal zorna hebbe la vicloria di Pavia quando e! prese il re Christianissimo, et poi andar in Alemagna. Ilor hessendo a pranso si bave lettere di la Signoria nostra, et tutti le lexeno. Questa matina Cesare ha fallo do di nostri cavalieri : missier Bernardin Revenese visentin et missier Vincenzo Vado da Sazil. Presto nui veremo a repalriar, Data a horc 21. Copia di una lettera da Bologna, dì Hironi• 379« mo Bontempo, di 2 fevrer 1529, scritta a Stefano Bontempo. * Quanto a la parlila del papa el imperator, hozi è stato deliberalo che si fazi qui in Bologna la inco-ronalione, et farassi il zorno di Santo Malhio, a Dio piacendo. Hozi è stato capella et il elarissimo Dandolo portò la coda a Nosiro Signore; et fecesi nobilissimo ofliliO. In capella fu 14 reverendissimi : Hin-curlh, Ravena, Porosa, Grimano, Santa Croce, Cornare, Cibo, Cesis, Cesarino, Salviali, Redolii, Man-lua, Grimaldo el Medici ; et fu cantala la messa per il reverendissimo Rincuorili, et fu dale le candele. Prima il papa la tolse per sè et la dele in mano a uno suo cameriero dimandato missier Lorenzo du (1) La carta 378* è bianca, 30 MDXXX, FEBBRAIO.