MDXXX, GENNAIO. 478 Da Bologna, di missier Zuan Batista Malatesta, di 7 ditto. Mercore proximo passalo Nostro Signore ratificò in camera sua el giurò la capilulatione fatta con Signori veuetiani et duca di Milano, et beri malina lo imperalor fu a messa al collegio de Spagna, et dopo disnar, simelmente in la sua camera, presente li oratori de Venelia et lo signor duca de Milano, ratificò et giurò essa capilulatione, et anche il signor duca. Hozi sono siati expediti domino Petro Conzales de Mendoza et il regente di Sicilia a dar il possesso del stato di Milano al signor duca in nome de Pim-peralor. Queslo giorno è partito monsignor di Prato per Franza et con lui è ito lo episcopo Toma-boni, qual va a madama Margarita, per far lo contralto del matrimonio de la figliola de lo imperator con il duca Alexandro. Fra dui giorni se aspelano Ire ambasciatori fiorentini, et si spera che portino qualche modo de accordo. Qui se hanno avisi certi, che ’I Chrislianis-simo remelle tutte le sue compagnie di gente'de arme, et in spezialità le gente laliane, et li dà denari. El signor Cagnino da Gonzaga, oltra el quarlier, ha hauto 1000 franchi in dono. È venuto novamente un gentilhomo de l’imperatore che fu mandalo in Sicilia et al conte Filippo Doria per far qualche provision conira li corsari infideli che fanno molti danni in li mari de Spagna, et referisse che sin bora sono stati pigliali più de 80 legni da cheba de christiani el fatti infiniti pregioni ; 326* ^ che vi è uno corsaro chiamalo il Giudio qual ha 18 fuste et le 7 galere cha erano de Portondo. El conte Filippo ha combatuto in nove di quelle fuste, ben armate et fornite di zurme. Vi è un altro corsaro chiamalo Barbarossa, qual ha 3 galere et 12 fusle. Ve ne sono poi alcuni che ne hanno qual 1, qual 2 o 3. Finalmente queslo gentilhomo concluse che 1’ è necessario che l’imperalor metti insieme almeno 40 galie se ’I voi che si possa navigar, et che li soi subdili siano difesi da infideli. La caracha Grimalda è stata combattila doi volte ; a la prima se difese ben da sè ; la seconda si perdeva se non era aiutala da doi navilii siciliani. El papa insta lo imperatore che ’I dii P isola de Malta a la religion de Rhodi, et si spera che gliela darà. Gli oratori de Ferrara beri risposero a la intimalion del papa et a P imperalor, concludendo che ’1 signor duca voi quelo che voi la ragione el iustitia circa Modena et Rezo et il resto de le richieste di Sua Beatitudine, et la suplica ad non volergli mancar de iuslitia ; et a lo imperatore dicendo esser apparechiato a la restiUition de Carpi et de ogni altro debito che P babbi con Soa Maestà. Questa risposta è falla in scritto al Gran canzeliero cesareo, et se doveva apresentarla a lo episcopo di Vasone procurator de Nostro Signore in questo caso, benché sin heri Soa Beatitudine inlese, et per quanto intendo, non voi fargli altra replicha ma proceder con censure et con lo brazo secolare, instando lo imperalor a la osservalion de la capilulation fatta con Sua Maestà in Barzelona. Nondimeno questi oratori di Ferara in publico mostrano haver per certo che P imperalor non habbi ad mancargli de iustitia ; et da P altra parte non se dubita che Soa Maestà habbi ad mancar de quello che P è obligata. Penso pure che in brevi si conoscerà qual sia in errore. Postscripta : 11 re anglico procura più che mai di poter lassar la moglie, et se ha di certo che la sua inamorata é stata causa de la ruina de lo cardinal Eboracense, benché esso P havesse sempre favorita. Si aspettano qui li oratori che vengono da Venelia, et in specie quelo che viene in loco di missier Gasparo Conlarino, el qual, per esser stato tanto virtuoso da bene, come è, lassarà in questa corte un grandissimo desiderio di sè, che certo non si potria dire quanto laudabilemenle e con salislaclione universale se sia in questa sua legation diportalo. Da poi disnar, fo Gran Conseio. Vicedoxe sier 327 Alvise Malipiero. Fo fato avogador di Comun in luogo di sier Marin Justinian, è inlrado savio a Terra ferma ; rimase sier Andrea Mocenigo el dolor, è di Pregadi, di sier Lunardo procurator, fo del Serenissimo, qual vene per scurlinio, et fé grandissime pratiche. Item, del Conseio di X, rimase sier Andrea Vendramin, fo al luogo di procurator, qu. sier Zacaria, qual vene triplo, el passò di balóle . . . . , et rimase da sier Piero Bragadin fo consier, qu. sier Andrea, di assà ballote ; et 7 altre voxe. Da poi Conseio, li Consieri doveano redursi, per balotar certi daci, ma l’hora fu tanlo tarda che non se reduseno. Gionse questa sera qui el conte de Caiazo, fu condutier nostro. Vien per iustificarse ; et alozò etiam lui in caxa de Cherea suo canzelier.